I videogiocatori devono essere dei gran gattari, o quantomeno sembra esserci una sorta di affinità elettiva tra questi e i felini. Dal vecchio e fantastico Alley Cat di Synapse del 1983 a Stray, possiamo notare come le esperienze videoludiche basate sui gatti tendano a riscuotere un ottimo successo, e gli esempi si stanno moltiplicando in questi anni. D'altra parte, come vediamo in questa recensione di Little Kitty, Big City, sono animali che si prestano perfettamente a operazioni di questo tipo, visto che hanno varie caratteristiche che li rendono adatti ad affrontare avventure secondo meccaniche di gioco ben consolidate. La loro straordinaria agilità, lo spirito libero, la volontà di esplorare e scoprire, nonché la semplice voglia di oziare o seminare il caos determina una sorta di carisma innato che può associarsi perfettamente al protagonista di un videogioco.
In questo caso, una situazione apparentemente comune si trasforma, dalla prospettiva di un gatto, in un'incredibile avventura ricca di situazioni bizzarre, siparietti comici e sfide epiche, che viste dall'esterno sembrano però delle semplici azioni quotidiane per un felino alle prese con le strade di una città.
La premessa è molto semplice: mentre si gode il sole sul davanzale di una finestra di casa, il protagonista si ritrova sbalzato fuori e cade sulla strada sottostante, a vari metri di distanza. Tornare fino al proprio appartamento, per un tranquillo gatto domestico, diventa allora un viaggio avventuroso che lo porta ad affinare le proprie abilità e scoprirne di nuove, avendo a che fare con animali e persone più o meno amichevoli lungo il cammino.
Essere un gatto
Fondamentalmente, il gameplay può essere definito come un gioco d'azione che si svolge all'interno di un sandbox, ma Little Kitty, Big City può essere vissuto in tante maniere diverse, se si ha la giusta inclinazione. Trovare il percorso di ritorno fino all'appartamento di partenza non richiederà molto tempo, ma il bello del gioco è farsi distrarre da tutto ciò che ci circonda, infilarci in ogni pertugio e prendere parte a diverse situazioni, perdendo anche di vista l'obiettivo per poi riprenderlo in seguito, spostando l'attenzione da una cosa all'altra. In sostanza si tratta di essere un gatto, a tutti gli effetti: la curiosità e lo spirito d'avventura arricchiscono l'esperienza portandoci a scoprire luoghi nascosti o apparentemente irraggiungibili, affinando di volta in volta le abilità di movimento tra salti, arrampicate, spostamenti stealth e agguati.
Questo lo rende anche un gioco meno lineare di altri: sebbene vi sia un obiettivo chiaro fin dall'inizio e una certa progressione logica, se non ci si fa prendere dallo spirito felino e dalle tante micro-attività che emergono tra i vicoli della città è facile vedere in questo titolo solo un semplice "simulatore di gatto" privo di profondità. Tutto si gioca dunque sulla capacità di immedesimazione, e l'ottima caratterizzazione del protagonista e del mondo circostante fa un ottimo lavoro nello spingerci a "diventare gatti".
C'è da dire che la riproduzione dei movimenti del gatto può risultare un po' discutibile: sebbene tutte le movenze classiche del felino siano ben riprodotte e le animazioni siano davvero notevoli, la meccanica del salto in particolare sembra un po' macchinosa e viene da pensare che un'azione più fluida e dinamica in questo ambito avrebbe potuto migliorare le fasi platform, che appaiono un po' legnose rispetto a quello che ci si potrebbe aspettare da un gioco del genere.
Le "missioni" che si accumulano sul diario del gatto sono generalmente incentrate sulla classica raccolta di oggetti: il corvo che vuole una certa quantità di pezzetti luccicanti, il tanuki che ha bisogno di un tot di piume di piccione o il gatto con manie di grandezza che pretende la distruzione indiscriminata di vasi sui davanzali, per esempio. Il meccanismo progressivo si ripete in maniera alla lunga un po' ripetitiva, alternato alle fasi che richiedono una maggiore precisione dei movimenti (in certi casi inficiati dai suddetti problemi con i salti), ma le interazioni costruite dal punto di vista del gatto riescono sempre a rendere le situazioni molto particolari e godibili.
Un piccolo ma affascinante mondo da scoprire
La "Big City" menzionata nel titolo a dire il vero si limita a un piccolo quartiere di una città giapponese, ma il tutto assume una scala diversa dalla prospettiva di un gatto, con le strade e i vicoli interconnessi che diventano un parco giochi compatto ma pieno di stimoli e possibilità di esplorazione. Certo non emerge più di tanto la sensazione di un piccolo gatto perduto in una grande metropoli, come il nome potrebbe far pensare, ma in questo modo viene data priorità alla densità delle attività e delle situazioni di gioco, inserendo stimoli ed elementi di interesse a ogni passo. Anche questo contribuisce a calarci nel punto di vista di un gatto in maniera convincente, spingendoci ad esplorare in tante direzioni al di fuori del semplice percorso principale, che porterebbe alla conclusione del gioco nel giro di poco tempo (in 2-3 ore è possibile arrivare in fondo, se non ci si fa prendere dalle distrazioni) perdendoci gran parte del bello di Little Kitty, Big City.
La grafica "low poly" e stilizzata è una scelta perfettamente azzeccata per costruire una città che ha caratteristiche realistiche di base, ma tende chiaramente al cartoonesco. Il risultato è un'ambientazione dotata di un notevole carattere, che si sposa bene con un mondo costruito a misura di gatto, in cui tutto quello che incontriamo può diventare una sorta di parco giochi per felini avventurosi. Nonostante la narrazione non sia certo un elemento portante, i dialoghi sono sorprendentemente ben scritti, mantenendo uno stile ironico che non risulta affatto banale ma diverte, stimolando le interazioni con tutti i possibili interlocutori animali che si possono trovare in giro per la città.
Conclusioni
Una certa affinità con i felini è probabilmente richiesta per apprezzare appieno Little Kitty, Big City, che rappresenta forse il videogioco più completo e strutturato visto finora tra quelli basati sulla "simulazione di gatto". L'idea di muoversi in una città in questo particolare ruolo è allettante, e il mondo di gioco è ben costruito per stimolare l'esplorazione, sebbene la sua estensione sia piuttosto limitata. Forse si sarebbe potuto fare di più per quanto riguarda i controlli e l'esecuzione delle movenze feline, che nei salti in particolare risultano un po' macchinose, ma per i gattari questo gioco potrebbe essere un vero e proprio paradiso. Per tutti gli altri, la leggerezza generale e la longevità non proprio impressionante, anche a fronte del prezzo, potrebbero frenare il potenziale fascino di un titolo che appare perfetto per il Game Pass, un po' meno come acquisto a prezzo pieno.
PRO
- Forse la più completa e simpatica simulazione di gatto mai vista
- Tante attività in cui impelagarsi, se si ha la giusta inclinazione
- Ottima caratterizzazione, tra grafica e dialoghi
CONTRO
- Un po' semplice e ripetitivo come struttura delle "missioni"
- Alcuni movimenti risultano stranamente macchinosi
- Può essere estremamente breve se non ci si immerge nella vita da gatto