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Lost Records: Bloom & Rage, la recensione del Tape 2 che chiude la nuova avventura di Don't Nod

Giunge a conclusione il nuovo videogioco degli autori di Life is Strange. Tape 2, il secondo capitolo, era atteso dopo una prima parte non così esaltante. Sarà riuscito a rimediare?

RECENSIONE di Fabio Di Felice   —   19/04/2025
Swann, Autumn, Nora e Kat, le protagoniste di Lost Records: Bloom & Rage
Lost Records: Bloom & Rage
Lost Records: Bloom & Rage
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Lost Records: Bloom & Rage non è così lontano da quelle coordinate che hanno reso famoso Life is Strange, il brand che ha consacrato Don't Nod: è una storia di adolescenti che vivono in una piccola provincia americana, e che hanno a che fare con qualcosa di soprannaturale che sconvolge le loro vite. Il progetto, però, ha due caratteristiche che lo allontanano dalle produzioni precedenti: prima di tutto è uscito in due soli episodi, a poca distanza l'uno dall'altro; l'altra particolarità è che è strutturato attraverso due linee temporali: una nel presente, con le amiche protagoniste che si riuniscono, e una a metà degli anni '90, che racconta la storia di come si sono conosciute e del trauma che le ha allontanate.

Se avete letto la nostra recensione, saprete che il primo episodio non ci aveva convinti più di tanto. I molti riferimenti ai classici del racconto di formazione e di amicizia degli anni '90, specialmente quelli a tinte nere come IT e Stand by Me - Ricordo di un'estate (entrambi citati esplicitamente all'interno della prima parte), ci sono parsi un po' buttati via. Nemmeno l'idea delle due linee temporali, che rimanda a classici moderni della narrazione seriale come LOST e Yellowjackets, ci sembrava molto a fuoco.

Swann è la protagonista del racconto, una ragazza insicura che trova il coraggio di esprimersi anche grazie all'amicizia delle altre tre
Swann è la protagonista del racconto, una ragazza insicura che trova il coraggio di esprimersi anche grazie all'amicizia delle altre tre

In generale, ci siamo lamentati di uno sviluppo estremamente pigro della parte legata al grande mistero, per concentrarsi maggiormente sulla vicenda di amicizia e sui rapporti interpersonali tra le protagoniste. Si indugiava molto nel concedere spazio al cuore del racconto - o almeno a quello che secondo noi sarebbe dovuto essere il cuore - ovvero il mistero. Speravamo che la parte due avrebbe finalmente insistito in questa direzione.

Velvet Cove, 1995

Un breve ripasso dell'incipit: siamo a Velvet Cove, una provincia americana al confine con i grandi laghi canadesi. Nel 1995, Swann, Autumn, Nora e Kat sono quattro ragazze che si conoscono per caso, condividono i gusti musicali, un certo spirito eversivo e la noia di una lunga e pigra estate nel pieno della loro adolescenza. Stringono un fortissimo rapporto di amicizia che le vede perfino formare una band ispirata alle riot grrrl. Ma un evento che chiude il primo episodio sconvolge il loro rapporto, che rischia di non essere mai più lo stesso.

Sempre a Velvet Cove, ventisette anni più tardi, le ragazze si ritrovano, dopo essersi giurate che si sarebbero perse di vista per il resto della loro vita. A spezzare questa promessa è un misterioso pacco indirizzato alle Bloom & Rage, ovvero il nome della band che avevano formato da ragazze. L'incontro diventa anche un'occasione per tornare indietro con la memoria e raccontare nuovamente cos'è successo quell'estate di tanti anni prima, e perché le ragazze sono state costrette a dimenticarsi le une delle altre.

Lost Records: Bloom & Rage, la recensione del nuovo gioco dagli autori di Life is Strange Lost Records: Bloom & Rage, la recensione del nuovo gioco dagli autori di Life is Strange

L'idea dell'incipit è intrigante, sia perché pesca da molti classici del cinema, della serialità televisiva e della letteratura, mettendo insieme un gruppo di personaggi particolari che risuona perfettamente con la difficile età dell'adolescenza, sia perché ci permette di fare un salto indietro nel tempo agli anni '90: alle sue icone, ai suoi modi di vestire, ai suoi feticci. Passato e presente (dove aleggia lo spettro del COVID attraverso i cartelli appesi nel diner dove le ragazze si incontrano), sono legati da un mistero, anzi due: il grande evento traumatico che le ha allontanate per così tanto tempo, tanto tragico da spingere le giovani a infrangere la loro amicizia, e il contenuto del pacco che gli è stato recapitato trent'anni più tardi.

Le amiche hanno vissuto esistenze tormentate dallo spettro del ricordo di quella lontana estate del 1995
Le amiche hanno vissuto esistenze tormentate dallo spettro del ricordo di quella lontana estate del 1995

Nel mettere in scena la risposta a questi due enigmi, inizia uno dei grandi problemi di Lost Records: che tipo di storia sta raccontando Don't Nod? Perché è chiaro che il riflettore puntato sui misteri che danno l'avvio alla narrazione, perde di forza in fretta dal momento che nessuno dei personaggi sembra volerli risolvere. Se nel Tape 1 la costruzione delle premesse, con l'incontro delle ragazze e lo sbocciare del loro rapporto, non lasciava per motivi di tempo molto spazio alla parte "magica", ci aspettavamo che il secondo capitolo fosse decisamente più concentrato su questo aspetto. Sbagliando.

Un mistero che non convince

Sinceramente è molto difficile capire cosa abbia tentato di fare Don't Nod con Lost Records: Bloom & Rage. A volte pare quasi che l'intera avventura si sia dimenticata di quella premessa squisitamente magica, altre volte sembra invece voler raccontare una vicenda di stregoneria, con le ragazze che danzano in strani sabba pop sulle note di brani ambient. Altre volte l'impressione è che voglia soltanto soffermarsi sul ricordo, dolce e amaro, di un'estate indimenticabile, inevitabilmente corrosa da una tragedia. Il problema è che la scrittura non è mai abbastanza affilata, anzi, a volte i dialoghi ci hanno dato l'impressione di essere lì soltanto nel tentativo di far scegliere a chi impugna il pad a quale delle altre tre ragazze fare il filo. Il deprecabile risultato è di staccarci da una narrazione che a volte non abbiamo più sentito come sincera, specialmente in alcune parentesi nelle quali le protagoniste prendono in autonomia delle scelte su cui non possiamo intervenire, e che vanno un bel po' più al di là delle bravate adolescenziali.

È possibile sviluppare un legame sentimentale con una delle tre amiche di Swann
È possibile sviluppare un legame sentimentale con una delle tre amiche di Swann

Nulla della storia ci è parso particolarmente degno di nota: non il rapporto tra questi personaggi che non si staccano mai dallo stereotipo, non quella provincia dove gli adulti quasi non esistono, non le motivazioni delle protagoniste, a volte esasperate dal ruolo che ricoprono.

Le vendite di Lost Records: Bloom & Rage hanno soddisfatto le aspettative? Le vendite di Lost Records: Bloom & Rage hanno soddisfatto le aspettative?

Emblematico è il personaggio di Corey, il bullo che dovrebbe essere il nemico del videogioco, che non vediamo praticamente mai fare nulla di veramente spaventoso o di realmente malvagio. Se, come nelle intenzioni dichiarate, si voleva prendere spunto da IT dove il personaggio di Henry Bowers è così temibile da arrivare perfino a ferire e minacciare di morte i protagonisti della storia, allora bisognava andare fino in fondo e creare un antagonista che fosse realmente spregiudicato, non un bulletto del quartiere.

Alcune delle parentesi narrative, assumono tinte vicine al racconto da congrega stregonesca, pur senza diventare mai disturbanti
Alcune delle parentesi narrative, assumono tinte vicine al racconto da congrega stregonesca, pur senza diventare mai disturbanti

Infine, una nota di delusione anche per questi anni '90 fatti di gingilli, di oggettistica come Tamagotchi, Walkman, libri e film cult, che ci ha restituito solo una patina, una superficie che non cattura veramente l'essenza di quegli anni. Quanto meglio si sarebbero potuti raccontare, per esempio, attraverso la musica? Aspetto che, tra l'altro, ricopre un ruolo importante per le Bloom & Rage. Quasi tutti i momenti musicali che sottolineano il maturarsi del rapporto tra le ragazze, o perfino le - poche - parentesi inquietanti del racconto, hanno vibrazioni e sonorità molto più vicine all'indie contemporaneo.

Ricordo (sbiadito) di un'estate

Un'altra scelta discutibile riguarda la videocamera che Swann porta sempre con sé: nella prima parte è uno strumento fondamentale, che viene contestualizzato con la volontà della ragazza di realizzare un piccolo documentario (e poi un video musicale) su Velvet Cove. Nel secondo episodio, Lost Records si dimentica quasi del tutto di questo elemento di gioco. La videocamera c'è, viene utilizzata in alcuni segmenti, ma assume un ruolo decisamente di secondo piano, fino a scomparire del tutto. Non ci lamentiamo molto di questo cambio di direzione, perché non ci era piaciuto il modo in cui Lost Records utilizzava le riprese come meccanismo attraverso cui "collezionare" clip video. Ci è però sembrato strano che questa dinamica così centrale, tanto nella narrazione che nel gameplay, venisse messa da parte.

A seconda delle scelte che prenderemo durante la nostra partita, il finale dell'avventura cambierà parecchio di tono
A seconda delle scelte che prenderemo durante la nostra partita, il finale dell'avventura cambierà parecchio di tono

Il Tape 2 - che è anche più breve come durata rispetto al primo episodio - non brilla nemmeno per quanto riguarda le sessioni più puramente esplorative, che nella prima parte ci permettevano di indagare la periferia di Velvet Cove e i suoi boschi, portando anche alla scoperta del rifugio che le ragazze usano come nascondiglio. Si passa il tempo in scenari chiusi, a cercare oggetti dietro richiesta degli altri personaggi, oppure a risolvere pochi puzzle non particolarmente divertenti. Inoltre il videogioco è ancora tecnicamente sporco, proprio come la prima parte: texture che si caricano in ritardo, e animazioni non proprio allo stato dell'arte. Il primo capitolo era già poco rifinito da questo punto di vista, e i mesi che sono passati non sembrano avergli giovato.

È un enorme peccato, perché comunque Lost Records ha degli elementi di interesse, che passano anche attraverso un certo citazionismo arguto che di certo non gli manca, e un immaginario che poteva essere stimolante. Le scelte che si prendono durante l'avventura, specialmente quelle che costruiscono o smontano il rapporto con le altre, hanno conseguenze importanti sul finale. Inoltre presenta alcuni dei volti più espressivi e caratteristici che ci sia capitato di vedere in produzioni di questo tipo, capaci di esprimere meravigliosamente una serie di emozioni che vanno dalla tristezza, alla gioia, alla rabbia, con degli occhi vivi che in molte occasioni ci hanno incantati. Peccato che tutto ciò che comunicano quegli occhi non sia quasi mai intrigante, inquietante o incisivo.

Conclusioni

Versione testata PlayStation 5
Digital Delivery Steam, PlayStation Store, Xbox Store
Prezzo 39,99 €
Multiplayer.it
6.0
Lettori (45)
7.3
Il tuo voto

Giunto alla sua conclusione, Lost Records: Bloom & Rage è stato un'occasione sprecata. Un incipit così avvincente affonda le radici in un mistero che, durante le ore necessarie a portare a termine l'avventura nella sua totalità, non diventa mai intrigante, non riesce a sorprendere e, anzi, perde mordente man mano che la storia avanza. La volontà del videogioco è un'altra: raccontare il rapporto tra le ragazze, un dramma che è tristemente umano e una doppia linea temporale, dove presente e passato finiscono per non parlarsi mai davvero. Sarebbe potuta essere una grande storia di formazione e di amicizia, se fosse stata scritta in modo più sincero.

PRO

  • Ha alcuni dei volti più belli ed espressivi che ci sia capitato di vedere
  • La premessa è intrigante e si rifà ai classici del genere

CONTRO

  • Purtroppo non riesce mai a diventare incisivo
  • Alcune meccaniche vengono abbandonate nella seconda parte
  • Il racconto è poco coinvolgente