Modified Air Combat Heroes
Ponendosi come un ibrido tra Wipeout e Burnout, M.A.C.H. altro non è che il primo racing game “aereo” per PSP, console spesso criticata per l’abbondanza di porting da PS2 della sua libreria ludica e che stavolta può contare su un titolo originale perlomeno nelle premesse. M.A.C.H. presenta addirittura una storia che giustifica il susseguirsi degli eventi su schermo, a dire il vero sfociando non intenzionalmente nel ridicolo. L’anno è il 2049 le autorità militari di tutto il mondo hanno definitivamente adottato velivoli interamente gestiti da computer, lasciando per strada migliaia di piloti che si ritrovano così con le mani in mano: per passare il tempo e raggranellare qualche soldo, questi si uniscono in una lega che sfrutta i “vecchi” aerei a scopi corsistici, il tutto rigorosamente per sport. Và da sé che il punto di forza di M.A.C.H. non sta certamente nella credibilità e solidità del setting, ma va individuato invece in una realizzazione grafica decisamente buona, capace di sfruttare a dovere l’hardware di PSP. Gli scenari sono estremamente diversi tra loro (si va da canyon a strutture petrolifere passando attraverso foreste e montagne innevate) e risultano molto dettagliati, mentre i vari velivoli godono di una modellazione poligonale complessa e ricercata, oltre che di un look avveniristico al punto giusto. La ricchezza cosmetica dell’opera Kuju si accompagna fortunatamente anche ad un frame rate solido come una roccia, capace peraltro di conferire al gioco una convincente sensazione di velocità. L’unico appunto che si può fare al comparto visivo di M.A.C.H. riguarda i menu -veramente spartani- mentre passando a quello audio vanno bacchettate le musiche poco incisive e gli effetti non sufficientemente “potenti”. Sul fronte ludico, invece, il prodotto Sierra appare inizialmente piuttosto ricco, offendo all’utente tre diverse modalità single player (Arcade, Campaign e Challenge), due tipologie di gioco (Race e Dogfight), supporto per il multiplayer ad-hoc fino ad 8 partecipanti e undici diversi jet da sbloccare man mano che si prosegue, oltretutto personalizzabili dal punto di vista estetico e delle performance. Il rovescio della medaglia è però rappresentato dai soli cinque scenari messi a disposizione, diluiti nel corso dell’esperienza ludica in compagnia di banali variazioni e delle immancabili -e totalmente insipide- versioni speculari: insomma, considerando anche le colpe di un track design non indimenticabile, risulta evidente come M.A.C.H. tenda a diventare giocoforza ripetitivo dopo ben poco tempo.
Speed of sound
Come abbiamo accennato, sono principalmente due le attività che l’utente si trova ad affrontare in M.A.C.H., ovvero le gare e le sessioni di dogfight. Le prime si svolgono all’interno di tracciati sui quali sfrecciare servendosi dell’efficace sistema di controllo del gioco, preciso e completo quanto basta. Comandare il proprio jet è un’operazione semplice ed immediata: sono presenti accelerazione, turbo (segnalato da un apposito indicatore che si riempie quando si vola a bassa quota), freno e rollata, quest’ultima indispensabile per evitare i missili lanciati dagli avversari. E si, perché in M.A.C.H. non conta solo la velocità, ma anche la capacità di sfruttare a dovere le armi raccolte lungo il percorso. Come in un qualsiasi Wipeout o prima ancora in Super Mario Kart, sparse qua e là vi sono delle icone che consentono l’utilizzo di un peculiare strumento o abilità a proprio vantaggio: si rimane sempre sui classici del genere, come missili, mine, invisibilità, boost eccetera, ma la loro presenza contribuisce comunque a rendere le gare più intense, nonostante il brutto vizio della CPU di fare fuoco sull’utente appena prima del traguardo. Gli scenari di dogfight si risolvono invece in battaglie tutti-contro-tutti all’interno di arene abbastanza estese, con il solo scopo di totalizzare il maggior numero di uccisioni possibile nel tempo limite: un’operazione tutt’altro che ardua, complice una IA dei nemici non propriamente aggressiva e l’efficacia fin troppo elevata dei missili reperibili durante l’azione, capaci di raggiungere il proprio obiettivo sempre e comunque. Completano il quadro le sfide proposte dalla modalità Challenge, che ad ogni modo non rivoluzionano più di tanto la routine di M.A.C.H.: si tratta il più delle volte di prove di abilità quali il raccogliere il maggior numero possibile di monete sul percorso, abbattere un certo quantitativo di aerei nemici, completare un giro entro un tempo limite e così via. Come già detto in precedenza, M.A.C.H. difetta prevalentemente di una evidente ripetitività, figlia dello scarso numero di tracciati e di una struttura ludica del tutto convenzionale (si vincono gare, si sbloccano velivoli, si ottiene denaro, lo si spende per migliorare il proprio mezzo e ricomincia il giro): questo non significa che il prodotto Sierra sia un brutto titolo, ma soltanto che difficilmente può rivelarsi in grado di tenere il giocatore incollato allo schermo molto a lungo. Divertente e sostanzialmente ben realizzato, M.A.C.H. è purtroppo un gioco che esaurisce tutto il suo potenziale nel giro di poco, pochissimo tempo.
Commento
M.A.C.H. è un onesto racing game, originale per certi aspetti e drammaticamente convenzionale per altri, che ha comunque l’unico grande difetto di mettere un po’ troppo poca carne al fuoco: divertente, sebbene non trascendentale, il prodotto Sierra è eccessivamente scarno in termini di scenari e di offerta ludica, finendo per diventare ripetitivo ben prima della sua naturale conclusione. Insomma, apprezzabile come arcade in sé è per sé, M.A.C.H. perde inesorabilmente il confronto con prodotti analoghi dotati di ben maggiore sostanza.
Pro
- Buona veste grafica
- Sistema di controllo preciso e reattivo
- Apprezzabile equilibrio tra gare e dogfight
- Solo cinque tracciati
- Struttura ludica un po’ troppo limitata
- Sonoro piuttosto insipido
Quello dei racing game è un genere piuttosto versatile, specialmente per quel che riguarda i propri protagonisti: sin dagli albori del videogioco, infatti, sostanzialmente ogni mezzo di locomozione -convenzionale o meno- è stato sfruttato a scopi corsistici. Ma tra automobili, motociclette, bici, skate, astronavi e quant’altro, i cari vecchi jet hanno sempre trovato poco spazio, venendo relegati quasi sempre al mero dogfight. Ci pensa Sierra con questo M.A.C.H. a mettere in luce le potenzialità di un ipotetico campionato mondiale di aerei da combattimento...