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Metal Slug 3 - Recensione

Un classico SNK promette di riportare lo spirito delle sale giochi dentro Xbox 360: Metal Slug 3 è arrivato su Live Arcade!

RECENSIONE di Giorgio Melani   —   16/01/2008
Metal Slug 3
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Commento

Metal Slug 3 è un interessante pezzo di storia dei videogiochi caratterizzato peraltro da una realizzazione tecnico-artistica di grande livello, una vera e propria opera di artigianato informatico. Oltre a questo, è ancora un gioco decisamente divertente, arricchito com’è da una comoda modalità multiplayer online, capace davvero di portare lo spirito da sala giochi in casa. Ciò che lo rende così consigliato ai nostalgici, ovvero la sua assoluta fedeltà alla tradizione degli arcade, lo allontana però dalla maggior parte del pubblico, che potrebbe ritenere 10 euro una spesa eccessiva per un gioco di tale brevità, relativamente semplificato dalla possibilità di inserire vite e “continue” a piacimento e oltretutto privo di aggiunte rispetto all’originale. Se tuttavia non avete ancora avuto modo di portarvi a casa Metal Slug in uno dei numerosi adattamenti per console, questa potrebbe essere un’ottima occasione.

Pro:

  • Divertente e adrenalinico
  • Possibilità di gioco in multiplayer online
  • Grafica ancora impressionante
Contro:
  • Esperienza breve rispetto al prezzo
  • Nessuna nuova aggiunta rispetto all’originale
  • Alcuni cali di fluidità

Metal Slug 3 è disponibile come download su Xbox Live Arcade.

Xbox 360 - Obiettivi

Non è facile raccogliere la totalità dei punti disseminati in Metal Slug 3. Secondo lo standard dei giochi Live Arcade, anche questo titolo contiene 200 Gamerpoints sbloccabili in 12 obiettivi. Tuttavia, non basterà semplicemente proseguire di livello in livello per accumularli: i punti sono infatti legati alle performance del giocatore (punti racimolati e vite spese), e sarà dunque necessario affinare la propria tecnica al massimo per cercare di collezionarli tutti.

Una folle guerra

Il gioco è nettamente suddiviso in livelli, ognuno dei quali, come la serie ci ha abituato, caratterizzato da ambientazioni, nemici e situazioni decisamente differenti. Ci troviamo ad interpretare uno dei 4 eroi a disposizione (Marco Rossi, Tarma Roving, Eri Kasamoto e Fiolina Germi), e con loro attraversare il globo nel tentativo di sventare la minaccia rappresentata dal ritorno del temibile generale Morden, che per l’occasione pare essersi alleato con delle forze aliene, dando origine ad una serie di nefandezze tratte a piene mani dalla tradizione di fantascienza e horror di serie B, con tanto di creature tentacolari e risvegli di zombie pronti a invadere la terra. Chiaramente, cercare di seguire un filo logico nella trama del gioco è impresa ardua, ma non è certo un punto cardine di Metal Slug. Piuttosto, il caos che caratterizza la scansione degli eventi lascia spazio ad una grande varietà di situazioni: il terzo capitolo della serie è stato infatti il primo sia ad introdurre le biforcazioni all’interno dei livelli, che consentono di attraversare gli schemi in maniera differente ed esplorare zone a prima vista inaccessibili, che a fare largo impiego delle caratteristiche metamorfosi che trasformano i personaggi in vari modi (zombie, ciccione e altre amene creature) con conseguenze funzionali oltre che estetiche. Sempre presenti, ovviamente, i mezzi sparsi per i livelli (carri armati, sottomarini e navette varie), vera e propria cifra stilistica della serie. Misteriosamente assenti, invece, le modalità aggiuntive inserite nella riedizione per Xbox (“Fat Island” e “Storming the Mother Ship”) che avrebbero potuto aggiungere qualcosa in più in termini di longevità.

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Spara e fuggi

Si torna alle origini del videogioco, con questo titolo: nessuna complessa combinazione di tasti da ricordare, elaborazioni strategiche da compiere o enigmi da risolvere. Metal Slug fa dell’anacronistico legame alla struttura tipica dello shootem’up la sua bandiera, un vero e proprio archetipo del divertimento elettronico che si appella agli istinti primordiali del videogiocatore: sparare e fuggire. Lungi dall’essere però una banale riproposizione di situazioni e ambienti triti e abusati da decenni di esperienze videoludiche, la forza di Metal Slug sta anche nella sua capacità di scherzare con i clichè del genere, portando il giocatore a vivere una parodia continua e ricca di citazioni. Da una parte il gioco seduce e mette allegria con i suoi personaggi bizzarri, i nemici assurdi, le proporzioni sballate e l’umorismo demenziale che lo condisce in toto, dall’altra la zelo di SNK nei confronti della tradizione dello sparatutto lo rende un gioco che non concede il minimo errore al giocatore: abituati a meccaniche complesse e ai mille parametri da tenere d’occhio nei giochi “moderni”, ci si stupisce nel notare come un salto sbagliato di un millimetro, o un piccolo ritardo su una schivata possa buttare alle ortiche un’intera partita, costringendoci a prendere Metal Slug come una sfida decisamente seria. D’altra parte la sua struttura legata all’origine da macchina spilla-monetine comporta, oltre all’azione adrenalinica causata dalla presenza incombente del game over, anche una brevità a cui forse non siamo più abituati, peggiorata inoltre dalla presenza di crediti e numero di vite a discrezione del giocatore, che di certo non rendono il gioco eterno.

Metal Slug 3 - Recensione
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Il Live Arcade è davvero un servizio versatile ed eclettico. Proprio quando si poteva iniziare a pensare che Microsoft lo stesse sfruttando unicamente per lanciare prodotti adatti al mercato “casual”, dal basso costo e dall’alto ritorno (ma dalla scarsa consistenza, spesso, dal punto di vista videoludico), ecco che la piattaforma online tira fuori al momento giusto anche giochi con la G maiuscola. Pochi giorni fa Xbox 360 è riuscita a riaccendere addirittura la magia di Sensibile Soccer grazie al Live Arcade, mentre più recentemente l’uscita di questo classico di SNK, terzo capitolo della celebre serie Metal Slug, sembra voler rimettere le cose sotto la giusta prospettiva. D’altra parte, il nome del servizio riporta a chiare lettere l’idea originaria che ha spinto Microsoft ad introdurlo all’interno della piattaforma Live: ricreare una ricca ludoteca di giochi arcade, facilmente fruibili e giocabili in compagnia grazie al supporto online, sfruttando la vasta community per mettere su una sorta di sala giochi diffusa, accessibile con la pressione di un semplice tasto. SNK Playmore avrebbe tonnellate di titoli adatti allo scopo, con tutte le famose proprietà intellettuali così strettamente legate al mondo dell’arcade (ben più che a quello delle console) ed è strano che finora si sia limitata tanto nelle sue uscite su Live, che fino all'uscita di questo titolo consistevano nel solo Fatal Fury. Metal Slug 3 porta su Xbox 360 la testimonianza di un’altra serie storica per il publisher orientale, che ancora una volta, magicamente, trasforma la console domestica di Microsoft in un cabinato da bar.

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Requiem per le due dimensioni

Da vero e proprio alfiere della rappresentazione in due dimensioni, SNK ha inserito in Metal Slug 3 una delle cosmesi più stupefacenti viste in un arcade. Nel periodo di massima crescita della grafica in 3D, in un momento in cui era ormai chiaro che le due dimensioni sarebbero destinate a rimanere un lascito del passato, gli sviluppatori non si sono voluti risparmiare in colori, sprite e fondali, confezionando un prodotto caratterizzato da un’opulenza che lascia stupefatti. L’attenzione riposta in ogni minimo particolare dà l’impressione di trovarsi all’interno di un cartone animato interattivo, con ogni schermata che rappresenta un quadro dai cromatismi accesi e dalla vivacità prorompente. Permangono a tratti alcuni difetti che caratterizzavano anche l’originale (qui in misura minore), come gli occasionali cali nel framerate durante le situazioni più concitate, particolarmente presenti nella modalità multiplayer online, sebbene non tali da inficiare eccessivamente la giocabilità. L’aggiunta dell’alta definizione, poi, non ha giovato particolarmente al gioco, che si presenta dotato semplicemente di filtri piuttosto pesanti atti a smussare i contorni “pixellati” degli sprite. Da notare anche la censura attuata in questa edizione: il sangue originariamente presente in maniera copiosa è stato sostituito da un anonimo fluido chiaro, sebbene sia possibile far tornare l’elemento “gore” settando la lingua della console su “Giapponese”, volendo. In ogni caso è innegabile che Metal Slug 3 sia una sorta di bandiera per la scuola grafica dei videogiochi in 2D: quella sorta di steam-punk caratteristico della serie raggiunge qui risultati inediti, con armi e mezzi bizzarri e alcuni dei boss più stravaganti nella storia dei videogiochi.