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My Time At Portia, la recensione

La fusione quasi perfetta tra Animal Crossing, Minecraft ed Harvest Moon. Questo, in sintesi, è My Time At Portia e quella che segue è la nostra recensione.

RECENSIONE di Simone Pettine   —   16/04/2019
My Time At Portia
My Time At Portia
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È stato necessario un anno intero in early access affinché fosse pronto, ma finalmente possiamo confermarlo: My Time At Portia ce l'ha fatta. Si tratta, lo ricordiamo per gli ultimi arrivati, di un valido ibrido tra Animal Crossing, Harvest Moon e Fantasy Life: uno di quei giochi in cui apparentemente non bisogna fare altro che godersi la vita desiderata, mentre (senza accorgersene) si sta lavorando duramente per costruirla mattone dopo mattone. Gli sviluppatori appartengono al team praticamente sconosciuto dei Pathea Games, ma l'editore alle loro spalle è il ben più noto Team17: lo stesso Team17 che negli ultimi anni ha creduto nel successo di tanti indie sconosciuti, che sono così riusciti ad imporsi all'attenzione di un buon numero di appassionati dei rispettivi generi (gli stessi fan che adesso li adorano). Abbiamo il sentore che il destino di My Time At Portia sarà più o meno simile, felice e rigoglioso, soprattutto considerando che al momento la concorrenza sulle console di attuale generazione - fatta eccezione per Stardew Valley - non è ai suoi livelli. Cerchiamo di capire con questa recensione chi dovrebbe dare una possibilità a My Time At Portia, e per quali motivi.

Trama: avventura, botteghe, misteri

Dopo appena un paio di minuti di gioco, My Time At Portia richiama subito alla mente Animal Crossing, forse uno dei più importanti esponenti di un genere che potremmo definire "simulatore di vita disimpegnata". Eppure si impone da subito la prima delle due differenze di fondo tra le produzioni, e cioè la trama di gioco (la seconda sarà la componente RPG). Laddove Animal Crossing non ha mai davvero avuto una trama, una narrazione portante o uno scopo, My Time At Portia invece li ha, e lo fa presente sin dall'incipit narrativo. Il protagonista arriva sull'isola di Portia per ereditare la bottega paterna, dato che la sua figura genitoriale ad un certo punto ha deciso di sparire per andarsene a zonzo per il mondo. Il sindaco lo accoglie di buon grado, lo accompagna alla sua nuova casa (una catapecchia che andrà debitamente restaurata) e gli consegna le poche cose (ma preziose) che il padre ha lasciato indietro prima di partire, cioè gli strumenti per il crafting.

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Da qui in poi seguirà un lento ma dettagliato tutorial che pian piano metterà il giocatore nella condizione di conoscere tutto (ma proprio tutto) quello che deve sapere per ottenere il massimo dal titolo di Pathea Games, con una chiarezza espositiva lodevole. La trama di My Time At Portia, comunque, non finirà abbandonata di lì a poco; il giocatore avrà sì la possibilità di determinare come meglio crede la sua vita nella nuova città, di fare le scelte che preferisce, sposarsi o rimanere single, intessere relazioni sociali o diventare l'antipatico della zona, ma sempre all'interno di una delicata cornice narrativa. Tra i principali protagonisti, a parte gli oltre 50 personaggi non giocanti con cui è possibile chiacchierare e interagire in vario modo, ci sono i rappresentanti della scienza e della chiesa locale. Ben presto il giocatore apprende che quello di My Time At Portia è un delicato mondo post-apocalittico: ci sono state alcune guerre legate a determinati artefatti dall'enorme potere che lo hanno devastato. La chiesa crede pertanto che solo alcuni di questi strumenti vadano utilizzati: quelli in grado di rendere migliore la vita degli abitanti; di per sé la scienza è invece mossa da sano interesse verso qualsiasi strumento proveniente dal passato.

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Mancano comunque posizioni estreme da ambo le parti: il gioco resta perfettamente fruibile da una vastissima fascia di utenti, dai più giovani e giovanissimi agli adulti più attempati. L'approccio immediato a My Time At Portia resta fondamentalmente casual e il titolo si configura come un corposo indie adatto a tutti e a tutte le età. Portare a termine la narrazione principale richiederà parecchie ore, che potranno aumentare o diminuire leggermente a seconda dell'approccio del giocatore; in generale però, occorrerà davvero diverso tempo per esplorare Portia e le regioni confinanti in ogni anfratto, dato che ovunque si nascondono vari segreti e misteri. Non si sa mai dietro quale angolo, ad esempio, potreste trovare un dungeon che prima non avevate notato.

Trofei PlayStation 4

Come se tutti i contenuti di base non bastassero, My Time At Portia ha dalla sua su PlayStation 4 anche un elevato numero di preziosi trofei, tra i quali anche l'ambito Trofeo di Platino. Sbloccarlo non sarà particolarmente complesso, ma ci vorrà davvero molto tempo: a parte completare la trama di gioco principale, infatti, dovrete dedicarvi ad un numero molto elevato di missioni secondarie e soddisfare condizioni tutte particolari. Leggere la lista dei trofei al completo (priva di spoiler) è un buon inizio.

Gameplay: crafting e componente RPG

My Time At Portia attinge i suoi elementi da giochi immediatamente riconoscibili ed intuibili: Harvest Moon, il già citato Animal Crossing, Stardew Valley, Dragon Quest Builders e Minecraft. Se l'obiettivo principale è quello di godersi una sana vita in campagna, rilassandosi ed esplorando il circondario secondo i propri tempi, una direzione più dinamica arriva invece dalle componenti legate al crafting, all'esplorazione e ai combattimenti. In My Time At Portia c'è sempre qualcosa da fare, principalmente costruire, costruire e costruire, con quello che appare come uno dei sistemi di crafting più corposo, dettagliato e preciso degli ultimi anni. Degno di nota il fatto che il giocatore non venga lasciato a sé stesso dopo i primi minuti di gioco: ci sono dei menù tanto dettagliati quanto facilmente leggibili, e tutto è rigorosamente tradotto in lingua italiana.

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Le possibilità di costruzione di My Time At Portia vengono gestite su vari livelli di complessità: si parte dalle semplici asce, mazze e picconi facilmente assemblabili con un po' di pietra e legname per arrivare a ponti, veicoli, case e molto altro ancora. Per costruire gli strumenti più complessi basterà prestare attenzione alle indicazioni del menù dei progetti lasciato al protagonista dal padre scomparso: indica chiaramente quanti e quali materiali occorrono, e anche le modalità da seguire. L'isola e le zone circostanti abbondano di queste materie prime, a patto di sapere dove cercarle: ed è qui che subentra la componente esplorativa del gioco. Ma volendo potrete scegliere sempre altre strade, in base al vostro stile: per esempio potreste valutare l'acquisto degli oggetti direttamente dal mercato cittadino. Ad integrare la componente legata al crafting, senza dubbio la migliore e più curata del titolo, c'è quella più prettamente RPG, basata sull'esplorazione di dungeon e sul combattimento. Non si tratta mai di sfide realmente impegnative, e del resto sono decisamente questi gli aspetti che faranno storcere il naso ai fan di Animal Crossing, che non si sognerebbero mai di indossare un paio di guantoni o di assemblare una mazza per combattere dei mostri nelle caverne, con tanto di veri e propri scontri con i boss.

My Time At Portia03

Ovviamente l'esplorazione e il combattimento forniscono bonus imprescindibili per agevolare la propria avventura: monete, materiali rari, e soprattutto punti esperienza (ma questi ultimi vengono ottenuti in tantissimi modi, anche in quantità differenti). Il protagonista può così salire di livello, sbloccando nuove abilità articolate in settori quali crafting, combattimento e "social" (rapporti con gli altri abitanti). Per descrivere il funzionamento della città di Portia, tutti i personaggi presenti, le loro professioni e le possibilità di interazione con gli stessi occorrerebbe un articolo a parte: provate ad immaginare una versione potenziata di Fantasy Life o di Harvest Moon, per avere un'idea. A Portia c'è davvero un'avventura, una missione, un compito che vi attende dietro ogni angolo, e sono tutti differenti: potrete scegliere di combattere le creature dei dungeon, di curare la vostra proprietà e personalizzare tutto il personalizzabile, di dedicarvi alla storia, ai rapporti con il circondario, oppure di godervi semplicemente una vita solitaria prendendovi il vostro tempo. Dopotutto il gioco non si chiama "La mia vita a Portia"?

Conclusioni

Versione testata PlayStation 4
Digital Delivery Steam, PlayStation Store, Xbox Store, Nintendo eShop
Prezzo 29,99 €
Multiplayer.it
8.0
Lettori (8)
8.6
Il tuo voto

My Time At Portia è uno di quei titoli in grado di rapire il giocatore dopo pochi minuti, senza riconsegnarlo mai più alla vita reale. Si tratta di un mix perfettamente equilibrato tra generi differenti, ma tutti in grado di rendere il giocatore il vero protagonista delle proprie azioni, che potrà svolgere rispettando i suoi tempi e le sue inclinazioni personali. In My Time At Portia si gestisce una proprietà di famiglia, costruendo quello che più si desidera. È possibile intrecciare rapporti con gli altri personaggi; esplorare un mondo di gioco vasto e vivo; combattere mostri; godersi la narrazione; non fare nulla e fissare l'alba e il tramonto dal molo dell'isola. Dall'intreccio di tutti questi elementi di gioco deriva la bontà dell'opera: se il gioco continuerà a ricevere supporto, non dubitiamo che si imporrà all'attenzione degli amanti del genere. Provatelo.

PRO

  • Vasto, colorato e dettagliato
  • Tantissime possibilità di gioco differenti
  • Il crafting è eccellente

CONTRO

  • Alcune meccaniche funzionano molto meglio di altre
  • Tecnicamente ha bisogno di qualche rifinitura
  • Colonna sonora dimenticabile