Appena iniziata la nostra avventura con Neva, il nuovo videogioco di Nomada Studio, tre parole ci sono comparse chiare in mente: The Last Guardian. I punti di contatto con l'ultima opera di Fumito Ueda non sono solamente stilistici e concettuali, ma anche narrativi. Neva è infatti una storia di amicizia e di genitorialità tra una creatura ibrida, a metà tra un cervo e un lupo, e un essere umano.
Nel corso delle circa cinque ore necessarie a completare Neva, questa influenza rimane sempre presente, in primo piano, perfino più marcata rispetto agli altri due modelli dichiarati da Nomada: La Principessa Mononoke e La Storia Infinita.
La trama ci trasporta in un mondo essenziale e spietato, dove la natura sembra congiurare per metterci i bastoni tra le ruote, ma allo stesso tempo ci affascina con la sua estetica ispirata ai capolavori di Claude Monet. Merito, ancora una volta, del grandioso Conrad Roset, che ci aveva già bucato il petto con il bellissimo GRIS.
Alba e Neva
Il mondo in cui è ambientato Neva è tanto ammaliante quanto pericoloso. Un'oscura corruzione lo sta divorando, avanzando impietosa, consumando e minacciando l'ecosistema. L'origine di questo male è incerta, a tratti sembra scaturire dalla natura stessa, come una calamità incontrollabile.
Nell'incipit della storia, un uccellino cade dal cielo e muore; fiori neri gli spuntano dal becco e lo trasformano in un insieme di rovi. È così che Alba e i suoi due lupi, la piccola Neva e sua madre, si rendono conto che presto dovranno combattere per difendere la loro casa. Ma l'oscurità è troppo potente e, dopo aver messo fuori gioco Alba, riesce ad avere la meglio sulla grande lupa. Quando Alba si riprende, per l'animale è ormai troppo tardi; le resta solo Neva, poco più che cucciola, e un desiderio impellente: trovare un nuovo posto in cui vivere, e magari debellare la corruzione.
Bastano pochi secondi di gioco per capire che il rapporto tra Alba e Neva è il cuore della produzione. Non solo perché esiste un tasto deputato unicamente a richiamare l'animale (e che, come vi abbiamo raccontato nella nostra anteprima, conta circa 300 intonazioni diverse), ma anche per tutta una serie di gesti affettuosi che possiamo riservarle: accarezzarla, grattarle il muso, coccolarla. Chiunque abbia un animale domestico riconoscerà subito il modo irrequieto che hanno i cuccioli di cercare il contatto visivo, il desiderio di tenere il passo con noi, e il buffo vezzo di distrarsi per ogni movimento che incontrano: farfalle, fiori, foglie, il loro riflesso su una pozza d'acqua.
Neva è proprio così e l'inizio dell'avventura sembra più un tutorial per lei piuttosto che per il videogiocatore, ormai abbastanza abituato alle meccaniche di esplorazione dei platform 2D. È la lupa che deve imparare a muoversi, a saltare, a collaborare con Alba. Nei primi momenti, per esempio, c'è un lungo salto tra due piattaforme e, quando ci si volta per aspettare che Neva ci segua, lei prende la rincorsa, va corta e cade. Ci si sente in colpa per non averci pensato, ma lei è subito pronta per un altro tentativo e ci guarda come per dire: ci riprovo?
In questi dettagli si trova il cuore che batteva nel petto di The Last Guardian, un rapporto quasi simbiotico con l'altro, che ti stringe lo stomaco nei momenti in cui Neva è in pericolo e bisogna salvarla dalla corruzione, o cercare di correggerne gli errori.
È il tema della genitorialità, uno degli elementi centrali che Nomada ha voluto esplorare, allontanandosi dalla solitudine di GRIS per introdurre due elementi molto importanti che dettano un ritmo diverso: un compagno, Neva, e un avversario, la corruzione. Quest'ultimo aspetto aggiunge anche un sistema di combattimento, che va a integrare la parte platforming.
Un viaggio lungo quattro stagioni
L'avventura si sviluppa lungo il corso di quattro stagioni, durante le quali seguiamo tanto la crescita di Neva quanto la ricerca di un posto in cui vivere da parte di Alba. Con il progredire dei capitoli, Neva evolve gradualmente, assumendo un ruolo sempre più attivo: inizialmente si limita a bloccare gli avversari a terra, consentendo ad Alba di finirli, ma in seguito diventa parte integrante delle meccaniche esplorative.
Il nuovo titolo di Nomada Studio è un videogioco che presenta continuamente nuove idee, proponendo dinamiche fresche a ogni capitolo, così da rendere sempre interessante la progressione. In uno dei livelli, per esempio, le abilità di Neva sono fondamentali, perché permettono di utilizzare la lupa come una vera e propria arma a distanza, direzionandone i balzi. L'assalto è sicuramente utile in fase di combattimento, ma è nell'esplorazione che dà accesso ad aree altrimenti irraggiungibili balzando su leve, pulsanti e oggetti. In un'altra sezione, il bagliore che la lupa emette ci permette di farci strada nell'oscurità assoluta, ed è fondamentale tenerla sempre accanto a noi, oppure inviarla dove abbiamo bisogno di illuminare il percorso. Il supporto di Neva si integra spesso in puzzle ambientali che richiedono abilità nel salto e nell'utilizzo del dash aereo. A tutto ciò si aggiungono meccaniche come teletrasporti, piattaforme mobili e sfide a tempo. Sebbene non ci siano elementi particolarmente innovativi, il ritmo di gioco resta sempre coinvolgente e incalzante, merito del costante alternarsi di soluzioni esplorative e dei puzzle.
Ogni stagione culmina in uno scontro con un boss. Anche in questo caso le meccaniche della battaglia sono molto semplici: il sistema di combattimento non ha combo articolate o nuove azioni da sbloccare, ma Nomada fa di tutto per rendere la situazione interessante proponendo inseguimenti al cardiopalma e scontri che si sviluppano in diverse fasi, con pattern d'attacco che evolvono.
L'ultimo colpo riservato al nemico viene solitamente inferto scalando il suo corpo e conficcando la spada nella fronte, ulteriore citazione a Ueda e al suo Shadow of the Colossus. Per quanto riguarda le creature, è affascinante notare come, pur pescando costantemente dallo stesso immaginario (di nuovo, un omaggio ai No-Face dello Studio Ghibli), riescono sempre ad avere una loro personalità ben distinta.
Profumo di primavera
Non c'è dubbio: il punto di forza di Neva rimane il suo incredibile valore artistico. Conrad Roset, affiancato da un team di incredibili animatori, ci regala una continua esplosione di colori e degli sfondi così belli che abbiamo consumato il tasto per gli screenshot, mentre la colonna sonora è firmata dai Berlinist, già responsabili delle musiche di GRIS. L'unione di queste arti è semplicemente unica. Proprio come il suo predecessore, Neva si distingue per la sua indiscutibile bellezza.
In effetti, Neva è, prima di tutto, un'esperienza sensoriale che cattura la vista e l'udito con paesaggi sospesi, prima immersi in una natura silenziosa, sfumata, color pastello, poi animati da musiche quiete e incalzanti nei momenti più intensi. Cavalcare sul riflesso azzurro di un grande specchio d'acqua, mentre il cielo si incupisce e la corruzione comincia a prendere possesso dell'ambiente è straordinario, così come muoversi nell'oscurità, con la figura di Alba che si staglia su uno sfondo rosso da fine del mondo. Questo è possibile solo grazie al profondo coinvolgimento di Roset in ogni contesto del gioco. È lui l'anima creativa del titolo, ed è attraverso la sua arte che Neva e GRIS si esprimono al massimo del loro dolente e malinconico potenziale.
Raccogliere l'eredità di un titolo universalmente apprezzato come GRIS è difficile e per niente scontato. In un certo senso Neva ne rappresenta l'evoluzione: un videogioco che racconta una storia tematicamente distante, ma capace di toccare corde simili. Sicuramente molto più vicino a un classico videogioco d'avventura, il viaggio di Alba può essere portato a termine senza troppe difficoltà, per via di un livello di sfida decisamente permissivo, che non mette mai il videogiocatore davanti a situazioni impegnative. Che questo sia un pregio o un difetto dipende dalle aspettative personali, e da cosa si cerca da un titolo del genere che fa dell'intensità, piuttosto che della sfida o della durata, il suo punto di forza.
Da segnalare che è presente persino una modalità storia, che permette di godersi l'avventura senza il rischio di morire, trasformando il tutto in un'esperienza quasi cinematografica.
Conclusioni
Cavalcare attraverso i paesaggi di Neva è un balsamo per il cuore. Il suo mondo dai toni pastello, decadente e malinconico, le esplosioni di colore e poi l'oscurità da affrontare a colpi di spada -proprio come la Principessa Mononoke-, offrono un'esperienza audiovisiva che ha pochi rivali. Attraverso il legame tra Alba e Neva, il nuovo videogioco di Nomada Studio ci racconta una storia di amicizia e genitorialità che si rifà anche ai poetici universi di Fumito Ueda. Un'esperienza breve, e forse ancora troppo semplice, ma che lascia il segno grazie al suo sconfinato valore artistico.
PRO
- L'incredibile arte di Conrad Roset
- Colonna sonora a cura dei Berlinist ancora una volta magnifica
- Tante idee di gameplay che sfruttano la crescita di Neva
CONTRO
- Un po' più breve di quanto avessimo immaginato
- Può non essere adatto a chi cerca una sfida