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Obscure

I francesi Hydravision si buttano nell'affollato (per non dire saturato) panorama dei survival horrors con un prodotto che si prefigge di rinnovare il genere. Stavolta non sarete da soli nel buio...

RECENSIONE di Dario Rossi   —   14/09/2004
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In due è meglio

Non troppo stranamente emerge un ulteriore elemento: ognuno dei personaggi possiede un preciso talento, starà al giocatore sfruttarlo a suo vantaggio e, se per il semplice fuoco di copertura ognuno dei ragazzi risulta adeguato, è nell’esecuzione di un determinato comando che si riscontrano differenze significative. Con l’utilizzo di un apposito tasto, ogni componente del party si prodigherà in una particolare azione, con risultati variabili a seconda delle varie situazioni. Giusto per fare un esempio, Josh è in grado di comunicare al giocatore se sono presenti oggetti in una stanza, Shannon è dotata di un grande spirito analitico ed offre sempre consigli per la risoluzione degli enigmi, Ashley è molto brava nei combattimenti, e così via. A gioco inoltrato il gruppo si comporrà di ben cinque elementi, aumentando ulteriormente il potere decisionale del giocatore. Poiché è possibile procedere solo in due, i restanti attenderanno sempre nel cortile della scuola, a prescindere dall’avanzamento dell’avventura e qualche evento chiave, e sarà possibile riunire tutti nella succitata piazza con un apposito comando.

ognuno dei personaggi possiede un preciso talento, starà al giocatore sfruttarlo a suo vantaggio

In due è meglio

Risulta ovvio che questa formula tenda a favorire un approccio strategico ad un sistema di progresso fortemente lineare, in perfetta linea col genere, che impone l’esplorazione sequenziale delle varie aree al seguito del ritrovamento di specifici oggetti e quest chiave. Dove però Obscure pecca clamorosamente è nella caratterizzazione dei personaggi stessi, grezza ed approssimativa, che li rende assai più antipatici dei mostri che vogliono attentare alle loro vite. Se Resident Evil proponeva militari abituati al combattimento, e Silent Hill soggetti normali in balia a lucide allucinazioni, il manipolo di ragazzetti armati fino ai denti di Obscure risulta poco credibile. Ed è un peccato perché la collocazione sociale inedita dei personaggi meritava senz’altro un’attenzione maggiore in fase di sceneggiatura. La sensazione di avere a che fare con dei pupazzi senz’anima grava all’atmosfera, così come la resa visiva dei mostri, non troppo ispirati e spesso troppo simili a quanto già visto in altre produzioni. Gli abomini informi hanno già raggiunto lo stato di grazia in Silent Hill 2, gli umanoidi mostruosi sembrano copie carbone del Tyrant capcomiano, mentre gli zombie non spaventano davvero più nessuno, anche con le loro entrate imprevedibili, qualsiasi cosa accada (compresi i suoni molesti) è stata già ampliamente vissuta per risultare ancora efficace. Inoltre l’impossibilità dei nemici di abbandonare la propria area lascia ulteriore amaro in bocca, soprattutto dopo quanto visto in Siren, dal momento che è possibile sfuggire alla loro minaccia semplicemente cambiando stanza. Buona invece l’idea di circondare i mostri con un alone tenebroso, che segnala la loro presenza, angoscia il giocatore e trova anche una giustificazione credibile nella sceneggiatura, senz’altro una delle migliori trovate del gioco. Altrettanto buona l’idea di scacciare i nemici con la torcia (oggetto imprescindibile ormai) o rompendo finestre per favorire l’illuminazione, soluzione non esclusivamente scenografica, in quanto la luce svolge un ruolo cruciale nel gioco.

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Il liceo degli orrori

Dove Oscure poteva davvero spiccare il volo era nella possibilità d’essere giocato in multiplayer, ma tale modalità risulta appena abbozzata: sebbene sia possibile scambiarsi oggetti, impartire ordini o curarsi a vicenda, l’azione combinata è ridotta ai minimi termini, mentre è del tutto assente quella in locazioni differenti (quando tutto era già stato ben implementato in Resident Evil Zero), essendo impossibile controllare singolarmente i personaggi una volta separati. Colpa, dobbiamo ammetterlo, anche di un level design poco brillante e cronicamente ancorato ai canoni del genere. Gli enigmi sono pochi e mai complicati, ma la loro limitazione trova un senso logico negli ambiti consueti di un liceo. I controlli sono gestiti in tempo reale con due finestre laterali con icone a scorrimento, una per gli oggetti e l’altra per le armi, in maniera analoga a quanto visto in Metal Gear Solid. La loro gestione risulta leggermente confusionaria nei combattimenti più impegnativi, l’elevata vulnerabilità dei personaggi ai colpi nemici richiede una tempestività a tratti frustrante. Problema ben più evidente è nella durata esigua dell’avventura, stimata sulle sei ore, veramente poche se pensiamo che è necessario un certo backtracking delle locazioni per la ricerca di determinati indizi ed oggetti. Come già appurato in altri prodotti analoghi, i vari bonus aggiuntivi stimolano relativamente la rigiocabilità, per questo motivo consigliamo caldamente di non scegliere il livello di difficoltà più basso (in tutto sono tre).

non rimarremo mai da soli, potendo contare sempre sul supporto morale e fisico del collega, che potrà essere utilizzato sia dalla cpu che da un secondo giocatore

Il liceo degli orrori

Grafica e sonoro giocano sicuramente a favore di Obscure, che si dimostra un prodotto esteticamente molto curato. Il motore grafico sviluppato dagli Hydravision risulta di ottima caratura, fluido e inattaccabile, ed offre locazioni tridimensionali particolareggiate e ricche di oggetti animati, invero più scenografici che effettivi nell’economia ludica, anche se la possibilità di spaccare vetrate per aprire porte o prendere oggetti agevola molto l’interazione. La direzione artistica è gestita da mani esperte, e l’utilizzo vivace dei colori e la rotondità delle forme, da tipico fumetto francese, viene ben equilibrato dall’abbondante presenza di gore e situazioni adeguatamente tese. Il counting poligonale dei personaggi non è all’altezza delle ultime produzioni, ma si dimostra comunque dignitoso, con texture di buona qualità. L’effetto più efficace è il sopraccitato alone dinamico dei mostri, che ammorba pavimenti e pareti, rendendo un efficace senso oppressivo. Le inquadrature non sono gestibili dal giocatore e vengono decise volta per volta dalla cpu, spesso e volentieri con l’ausilio di una regia estrema e allucinata stile Silent Hill. Questa impostazione genera i noti problemi visivi in fase di combattimento, dove non è possibile capire esattamente la posizione dei nemici al di fuori dell’area di gioco inquadrata. Ottimo il lavoro svolto sui testi, il gioco è totalmente localizzato (senza errori grossolani) in italiano, voci comprese, e può contare su di un doppiaggio di qualità. La possibilità di fruire un’avventura simile completamente in italiano farà la gioia di molti utenti, peccato che lo script enfatizzi maggiormente i retroscena del liceo, piuttosto che i personaggi. Essenziale l’accompagnamento musicale, rappresentato da rade parti orchestrali di buona fattura, ed angoscianti nenie che farebbero invidia a Dario Argento, il cui utilizzo nel gioco è però davvero eccessivo.

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Obscure è un prodotto imperfetto, ma degno di interesse, che inaugura il teen survival horror offrendo un inedito spunto iniziale, ma che si risolve troppo presto in una pedissequa imitazione dei capisaldi del genere. Troppe le situazioni già viste nei suoi predecessori, troppi gli espedienti che hanno ormai assuefatto l'utenza, perdendo la loro efficacia. La caratteristica saliente del prodotto, rappresentata dal metodo cooperativo tra personaggi, equilibra solo in parte la situazione, essendo stata sperimentata con maggiore efficacia nella saga Capcom. A vantaggio della fatica Hydravision risulta apprezzabile la possibilità di affrontare in due l’avventura , avvalendosi di un party diversificato, ma questa implementazione risulta appena accennata, lasciando tutte le possibili evoluzioni ad un’eventuale seguito. A conti fatti il giocatore finirà per esplorare il liceo con i personaggi più congeniali al proprio stile di gioco, o quelli necessari per i punti chiave, limitandosi per il resto a sfruttare il semplice fuoco di copertura. Deludente anche la mancanza di azioni combinate tra più elementi, testimonianza di un game design non troppo elaborato, e la durata complessiva, davvero molto esigua. Per contro sono presenti buone idee degne di futuri sviluppi, come la gestione della luce. Inappuntabile la realizzazione tecnica, di ottimo livello. In definitiva un titolo che ci sentiamo di consigliare agli amanti del genere, ma che osa troppo poco per lasciare un segno più profondo.

    Pro:
  • Buona realizzazione tecnica
  • Totalmente localizzato in italiano
  • Ben cinque personaggi
    Contro:
  • Troppe situazioni già viste
  • Cooperazione tra personaggi migliorabile
  • Piuttosto breve

Voglio tornare studente

Uno dei punti focali di un survival horror è rappresentato dallo script e lo scenario, lo sanno bene Capcom, Konami e Sony che con i loro prodotti hanno presentato situazioni e personaggi diversi tra loro, ma ugualmente terrificanti. Per Obscure, ultimo pretendente al podio del genere, gli Hydravision hanno optato per un’ambientazione abusata al limite nelle produzioni cinematografiche, ma stranamente non in quelle videoludiche: gli eventi si svolgono infatti all’interno di un liceo statunitense, il Leafmore High School. Questo spunto avvicina il gioco ai teen-horror con ambientazione scolastica, molto celebri negli anni ottanta, e ripresi con successo con la serie Scream (e relative parodie), ma anche con quella televisiva ispirata alla cacciatrice di vampiri Buffy. L’introduzione si apre allegramente sulle note dei Sum 41, presentando i cinque protagonisti con il tipico stile da videoclip. Dopo una serie di conversazioni prendiamo subito il controllo di Kenny, l’aitante sportivo tutto muscoli, che pagherà salatamene la sua curiosità. Bastano pochi minuti per scoprire che ci troviamo davanti ad un semplice e lineare prologo, sulla falsariga di quanto già visto nel primo Silent Hill, ma per chi lo vive come prima esperienza ludica è un espediente che ha sempre il suo effetto. L’ avventura inizia il giorno dopo, quando Shannon, sorella di Kenny, si mette d’accordo con due amici per rimanere nella scuola dopo l’orario di chiusura e cercare il fratello misteriosamente scomparso. Nascosto in un’aula, e del tutto all’oscuro sulle aberranti presenze nascoste nel liceo, il trio comincia la sua ricerca, e così il gioco vero e proprio. Da questo punto scopriamo una delle caratteristiche salienti di Obscure, la sua indole cooperativa che spinge il giocatore ad inoltrarsi nell’avventura coadiuvato da un compagno. Ciò significa che non rimarremo mai da soli, potendo contare sempre sul supporto morale e fisico del collega, che potrà essere utilizzato sia dalla cpu che da un secondo giocatore. Nonostante venga presentata come rivoluzionaria, questa aggiunta deve necessaria riconoscenza a quanto già visto in Resident Evil Zero e, più recentemente, il capitolo online Outbreak.