We are a football tribe
Partendo dalla licenza FIFpro, già ad appannaggio del terzo capitolo, Konami ha acquisito i diritti per nomi, squadre e meglie di campionati come quello Italiano, Spagnolo ed Olandese, rendendo inoltre il numero delle competizioni quasi raddoppiato, anche in virtù di un maggior numero di squadre presenti, che vedono come nuove introduzioni anche club come Livorno e Palermo. Le nazioni più blasonate hanno inoltre il proprio campionato personalizzato, con tanto di logo ed impostazione grafica differente, aggiungendo quindi un ulteriore tassello alla completezza "scenografica" del gioco, unico aspetto che era probabilmente passibile di critica animata. Non mancherà nemmeno la possibilità di fare acquisti al PES Shop, grazie ai punti acquisiti vincendo una competizione o semplicemente disputando qualche partita: nuovi palloni, giocatori e squadre segrete, livello di difficoltà più alto e maggiore velocità sono solo alcuni delle caratteristiche che potremo "sbloccare" giocando in solo o con più persone. Il vero fulcro del gioco ad ogni modo è rappresentato dalla master league, che in questa edizione raggiunge vette di assoluta eccellenza. Per cominciare, ad inizio stagione si potrà scegliere la canonica squadra composta dai vari dilettanti oppure di partire direttamente con la squadra composta dai veri giocatori. Una volta completato questo passaggio ci troveremo dinnanzi ad una serie davvero elevata e completa di menu, che andranno dalla gestione dei trasferimenti (ora possibili solo in determinati periodi dell'anno) fino ad arrivare all'allenamento per i propri giocatori, che si renderà necessario qualora si trovino in precarie condizioni fisiche. In relazione a questo ultimo aspetto, bisogna segnalare che ogni giocatore disporrà di un fattore di crescita, che lo porterà a migliorare le proprie abilità, fino al momento del suo ritiro dall'attività agonistica. A fare da contorno ci saranno anche alcune chicce come la scelta del migliore in campo e la presenza virtuale di un organismo internazionale, la Wefa, che a fine stagione stilerà varie classifiche e statistiche sui giocatori ed i team che hanno preso parte alla Master League.
Visivamente disquisendo
La politica dei piccoli, ma decisi, passi adottata da Konami per PES4 si intravede pienamente anche nella realizzazione tecnica. In particolare i giocatori vantano una definizione davvero elevata, non solo per le loro sembianze, sempre più vicine alle controparti reali, ma anche e soprattutto per le movenze, davvero convincenti. Questa pecurialità è dovuta soprattutto all'aumento del numero di animazioni che compongono tutti gli aspetti della partita, dal movimento della palla fino ad arrivare ai tiri, e che aggiungono ancora un punto al realismo sul campo da gioco. La presenza del selettore 50/60 Hz permette di fruire il titolo su tutte le televisioni e con una fludità e risposta ai comandi identica alla versione Giapponese. La versione a 60hz soffre però di alcuni problemi di sincronia e di alcuni rallentamenti in situazioni affollate, che però si verificano in stretta relazione con la visuale e il campo da gioco scelti. Per fare un esempio, utilizzando la visuale lontana nel campo Amsterdam Arena, i rallentamenti sono stati più unici che rari anche dopo diverse partite. La stessa cosa non si è potuta dire utilizzando invece la visuale ampia sul Camp Nou di Barcellona. La telecronaca è affidata questa volta al famoso duo Civoli-Sandreani, che pur non esibendosi in strafalcioni simili a quelli dei loro predecessorii, non riescono ancora ad accompagnare la partita in maniera convincente. Sarà per i suoi toni coloriti o perchè non si capisce nulla di quello che dice, ma John Kabira rimane ancora una volta ineguagliato. Chiudiamo la rassegna tecnica con la segnalazione della presenza di cori e striscioni personalizzati per una buona parte delle squadre presenti.
La simulazione
Il piatto caldo offerto da Pro Evolution Soccer 4 è però da sempre il gameplay, dove sono tante le differenze e migliorie rispetto alla sua terza incranazione. Il già citato aumento del numero di animazioni influisce in maniera positiva sul realismo della partita, sempre più vicina al titolo di calcio ideale. In questo è complice anche una migliore IA dei calciatori gestiti dalla cpu, che avranno un diverso comportamento a seconda dell'andamento della partita e, nel caso della propria squadra, si proporranno con maggiore efficiacia, previo l'utilizzo di una tattica adeguata. La risposta ai comandi, al pari della controparte Giapponese, è praticamente perfetta. Mai come in PES4 si avrà infatti la sensazione di avere un controllo totale sui giocatori, e non ci saranno scuse che tengano nelle partite tra avversari umani. A beneficiarne quindi sono varietà e divertimento, che sanciscono l'ulteriore passo evolutivo del gioco. Parlando in termini di introduzioni, segnaliamo (finalmente) l'aggiunta dell'arbitro in campo, che non sarà mero orpello grafico ma avrà una sua specifica personalità, che ne determinerà il comportamento ad esempio dinnanzi ad un fallo passibile di rigore. Come non citare poi le punizioni a due, che aggiungono nuove soluzioni sui calci piazzati, e gli infortuni momentanei dei giocatori, che trasportati a bordocampo in barella, rientreranno prontamente dopo qualche minuto (virtuale) di gioco. Qualche piccola nota dolente, però, c'è: Konami si ostina a proporre una versione Europea sempre più improntata verso un modello arcade. Se in Winning Eleven 8 infatti sono stati raggiunti un'armonia ed un aspetto simulativo mai visti prima, in PES 4, per qualche inspiegabile motivo, l'azione di gioco è stata velocizzata, così come alcune animazioni, che non beneficiano di tale aumento. Tutto questo va ad influire sulla succitata armonia di gioco, sopra la quale la maggior parte delle persone potrà pure chiudere un occhio, ma non i puristi della serie, che hanno, in casa, un'alternativa più equilibrata.
Senza ombra di dubbio, Pro Evolution Soccer 4 rappresenta la miglior trasposizione calcistica mai creata per il mercato europeo, che paga dazio solo rispetto alla sua controparte nipponica (Winning Eleven 8), in virtù di un maggior equilibrio nelle dinamiche di gioco per quest'ultima. Il realismo, la risposta ai comandi e la varietà sono i fuori all'occhiello di questo quarto capitolo, supportati da un "contorno" sempre più corposo e in grado di soddisfare anche i videogiocatori più esigenti. Anche quest'anno quindi Konami guarda tutti dall'alto, mentre gli altri inseguono con molto affanno...
- Pro:
- Risposta ai comandi vicina alla perfezione
- Tante opzioni e modalità di gioco
- Gameplay vario e realistico
- Contro:
- Dinamica di gioco forse troppo veloce
- Assenza della modalità online, che invece sarà presente su Xbox
La videorecensione
Se non siete sazi delle parole proferite in questa recensione, sappiate che a breve pubblicheremo anche la videorecensione di Pro Evolution 4. Rimanete sintonizzati, non ve ne pentirete!
L'Italia, si sa, è un paese di calciofili, basta nominare infatti la magica parolina per destare l'attenzione dei più in qualsiasi ambito. Lasciando perdere improbabili reality show sull'argomento calcistico, il periodo autunnale è divenuto un appuntamento fisso e sacro con la serie di Pro Evolution soccer, trasposizione europea di quel Winning Eleven tanto adorato dalle platee videoludiche. Con questo quarto capitolo Konami, sviluppatore del gioco, continua per la strada imbastita con i precedenti capitoli, apportanto cambiamenti e migliorie tese ad evolvere la sua simulazione, soprattutto in alcune delle componenti che stanno più a cuore agli appassionati del genere: il realismo ed il gameplay.