Nostalgia, nostalgia canaglia
Ultimo episodio di una saga nata sul Sega Mega CD, Project Sylpheed arriva per portare una ventata di aria fresca nella ludoteca di Xbox 360. La produzione di Game Arts, distribuita da Square Enix, si presenta come un simulatore bellico di stampo squisitamente nipponico, che gioca continuamente con la nostalgia verso le celebri saghe robotiche giapponesi, Macross in primis, e tutta l'irresistibile iconografia che le rappresenta: iperbolismi visivi, fantasiose armi offensive, una spiccata vena narrativa scandita dalle numerose cutscene. Il giocatore si trova nei panni di Katana, alla guida del Delta Saber, scortato dall'astronave gigante Acropolis (vi ricorda qualcosa?), lungo 16 missioni di difficoltà crescente. Katana non è da solo in questo viaggio, ma è supportato da una squadra scelta (TCAF) di cui fa parte anche Ellen. I piloti alleati, a cui è possibile impartire ordini in tempo reale, aggiornano il giocatore sugli obbiettivi da perseguire, la situazione del combattimento, e molto altro ancora, attraverso un efficente sistema di log integrato nell'interfaccia grafica. Ogni missione è divisa in due distinte parti, e ognuna presenta un compito diverso, dalla semplice distruzione dei caccia nemici, allo scortamento di cargo alleati, se non la stessa Acropolis, fino ad arrivare alle adrenaliniche missioni di salvataggio. Preso il controllo del Delta Saber potremo muoverci in totale libertà nello spazio, mentre un efficentissimo hud ci segnalerà gli obbiettivi e la relativa distanza, siano essi nemici che alleati. L'Acropolis rimane sempre a disposizione per il rifornimento delle armi, manovra eseguibile facilmente avvicinandosi alla nave e premendo il tasto back. Questa è una delle operazioni più importanti da imparare, poiché i nemici variano in quantità e natura, e l'armamentario si rivela presto insufficente per affrontarli. I controlli del (nome mezzo) rappresentano un riuscito ibrido tra l'immediatezza arcade e la complessità di un simulatore, sebbene siano piuttosto semplici da imparare, essi impegnano praticamente tutti i tasti del pad. Un poco originale sistema di scudi, ripristinabile col tempo, protegge il caccia dai pericoli esterni, ma una serie particolarmente grave di danni ne provoca la rottura, a scapito dell'energia principale del mezzo. Terminatà questa seguirà l'inevitabile game over. Come per le armi, anche gli scudi potranno essere riparati istantaneamente rientrando nell'Acropolis.
La potenza è nulla senza controllo
I propulsori per lo spostamento sono gestibili interamente con gli analogici dorsali, premendo il trigger destro si avanza come in un gioco di corse, mentre una doppia pressione attiva il turbo. In questo modo è possibile spostarsi a grandissima velocità, ma l'operazione graverà sugli scudi del caccia, imponendo un utilizzo oculato. Una doppia pressione del trigger sinistro fermerà del tutto i motori, una manovra molto importante quando si ha bisogno di un certo spazio d'azione per l'attacco, senza il terrore di schiantarsi contro qualche incrociatore nemico. Il tasto x è adebito alla selezione dell'arma, la nostra navetta può caricarne solo tre tipi per volta, vale a dire una mitragliatrice semplice sulla parte frontale, un cannone laser in quella inferiore, e missili a ricerca sulla posteriore. La più impostante del lotto è rappresentata dai missili a ricerca di calore, stupendamente pirotecnici come nei migliori anime giapponesi, talmente efficenti da indurre il giocatore ad usare solo quelli. Esistono anche dei colpi speciali, invero abbastanza pretestuosi. L'armamentario viene gestito dopo il completamento della missione, con la possibilità di potenziare gli oggetti con i crediti accumulati durante il gioco (l'assegnazione è valutata in base al ranking raggiunto), si tratta di una sezione piuttosto importante che ha incidenza soprattutto per le parti più adrenaliniche che descriveremo in seguito.
Sembra Robotech!
Graficamente Project Sylpheed è un titolo piacevole, colorato e dalle forme rigorosamente squadrate, come si addice ad un vero anime degli anni ottanta, luci ed esplosioni saturano i sensi del giocatore, una ragguardevole quantità di poligoni disegna giganteschi cargo spaziali, asteroidi e fantasiose costruzioni sci-fi. Ma l'effetto, appunto, satura in fretta, causa una certa monotonia intrinseca allo scenario (spazio o comunque zone molto aperte), e non ci vuole molto a capire che non si tratta di un motore propriamente nextgen. Un framerate non certo indifferente alle scene più caotiche e certe texture discutibili fanno il resto. Sotto questo aspetto quindi, non si va molto oltre la sufficienza, soprattutto in alta definizione, Xbox 360 è capace di ben altre prestazioni, ma la forte coerenza artistica che caratterizza il gioco riesce a supplire in parte alle carenze. Di buona fattura le cutscene, ben girate, lunghe e arricchite da una storia interessante, non siamo certi ai livelli di un Final Fantasy, ma la produzione Square Enix ha portato indiscussi vantaggi in questo settore, come poter disporre di un suo storico musicista, Kenichiro Fukui (Einhander), per la colonna sonora. Ben altri problemi sono percepibili nella giocabilità, piuttosto metodica e poco diversificata. Al giocatore è richiesto di attaccare i nemici evidenziati dall'interfaccia, nemici che nella maggior parte dei casi rimangono lontani e anonimi pixel, considerando la scarsa efficacia della mitragliatrice, si finisce per utilizzare i famigerati missili a ricerca. Decisamente migliori gli attacchi alle grosse corazzate, momenti sempre caratterizzati da forte spettacolarità, ma restano. Anche se con l'avanzare dei livelli vengono introdotti nuovi e più pericolosi squadroni di caccia, il metodo per eliminarli rimane sempre lo stesso. Questi frangenti di ripetitività vengono spezzati improvvisamente dalle missioni a tempo, che aiutano ad aumentare il ritmo ma si rivelano a volte frustranti, spesso per la mancanza di info date al giocatore (occorre seguire attentamente i log dei piloti, che appaiono fulminei nell'iterfaccia). La difficoltà subisce un'impennata piuttosto inaspettata dopo il lavoro routinale di distruzione, e si rivela decisivo l'armamentario scelto e potenziato nell'hangar nel debriefing. Dulcis in fundo non aiuta l'impossibilità di salvare durante una missione, usualmente divisa in due parti e che deve essere portata a termine per intero per poter arrivare all'agognato salvataggio. Del tutto assenti le opzioni online, dal multiplayer alle classifiche, dato che Project Sylpheed è un titolo rigorosamente single player ed una modalità co operativa in rete sarebbe stata un'enorme ciliegina sulla torta. Il gioco è parlato in inglese, con sottotitoli in italiano, disattivati però di default nelle opzioni.
Obiettivi 360
Project Sylpheed presenta 24 obiettivi, la metà di quelli che troviamo nei titoli recenti, ma i punti ottenibili sono sempre 1000. Quelli più facili si sbloccano semplicemente avanzando nella campagna, anche a livello easy. Sicuramente, però, questo non è un titolo dedicato ai cacciatori di punti veloci, siete avvertiti!
Commento
Project Sylpheed è un titolo piuttosto inusuale nella ludoteca 360, che sicuramente troverà un certo riscontro tra gli appassionati delle serie robotiche giapponesi, ma che metterà a dura prova la pazienza di tutti gli altri. La giocabilità, specie nelle prime missioni si dimostra poco ispirata, eccessivamente metodica e lenta, non abituando il giocatore alle improvvise e sproporzionate accelerazioni, che tuttavia rappresentano solo l'eccezione. Inoltrandosi nel gioco la situazione migliora, a partitre dalla realizzazione tecnica, gradevole ma inferiore agli standard di questo hardware. Il problema, in fondo, è che non c'è nulla di terribilmente sbagliato in Sylpheed, ma neanche di terribilmente buono e forse, considerando il capostipite, era lecito aspettarsi qualcosa di più. Un prodotto tipicamente estivo, da fagocitare in fretta nell'attesa dei veri pezzi grossi, che però consigliamo a tutti gli appassionati dei giochi "vecchia scuola", impegnativi e longevi.
Pro
- Atmosfera anime azzeccata
- Presentazione in puro stile Square
- Impegnativo e lungo
- Tecnicamente solo accettabile
- Alla lunga può annoiare
- Missioni a tempo molto frustranti
I pensieri di Katana Faraway scorrono veloci nella sua testa, mentre si appresta ad inseguire il caccia nemico nella catena di asteroidi. Solo lui ed il suo fido mezzo di combattimento, il Delta Saber, persi nello spazio profondo. Rimembra con piacere gli spensierati giorni dell'accademia, dove sognava di diventare un pilota allenandosi con i suoi due migliori amici, Margas e Ellen. Ma da allora è passata troppa acqua sotto i ponti, una guerra sanguinaria l'ha trascinato fin laggiù, nel mezzo del niente, a veder morire i suoi compagni in una spirale di esplosioni, raggi accecanti, e rottami dispersi senza un domani. Una guerra crudele e assurda, che l'ha portato proprio a confrontarsi con Margas, passato alle linee nemiche dopo la distruzione del pianeta natale Acheron. Katana non può più pensare all'amicizia, il passato, i sogni e gli ideali, tutto quello che gli resta è combattere per salvare la sua vita e quella dei compagni.