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Puzzle Quest: Challenge of the Warlords - Recensione

Un mix irresistibile tra un Rpg e Bejeweled ha dato vita a un prodotto che entra di diritto tra i migliori giochi disponibili per DS e PSP. Scoprite Puzzle Quest assieme a noi!

RECENSIONE di La Redazione   —   16/05/2007
Puzzle Quest: Challenge of the Warlords
Puzzle Quest: Challenge of the Warlords
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Puzzle Quest: Challenge of the Warlords - Recensione
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C'era una volta in Etheria

I presupposti da cui prende piede Puzzle Quest sono di matrice RPG puramente classica, la modalità principale del gioco è quella che segue il filone degli eventi narrati: il regno di Bartonia, regno natale del protagonista è alle prese con un'insolita ed inspiegabile invasione di non-morti, l'eroe lascerà il suo regno per percorrere le lande di Etheria alla ricerca del ceppo di questa piaga, circondandosi di amici e combattendo estenuanti battaglie. Il primo passo per entrare a far parte dell'avventura è quello di scegliere il proprio nome, aspetto esteriore e -soprattutto- la classe con cui si vuole giocare. Il giocatore ha a disposizione la possibilità di intraprendere la carriera di druido, cavaliere, guerriero e mago, tenendo ben presente che ogni classe -come in tutti gli rpg da che mondo è mondo- ha particolari caratteristiche che si manifestano sia sotto il profilo dell'equip che delle capacità in combattimento. Il mondo di Etheria è rappresentato con visuale dall'alto, leggermente schiacciata verso il basso per favorire una maggior visibilità della mappa e soprattutto una semi-tridimensionalità delle città miniaturizzate. Gli spostamenti tra una tappa e l'altra all'interno di questo mondo, sono indicati da una linea continua che indica al giocatore in quale direzione è possibile muoversi e collega -mano a mano che si progredisce nel gioco- tutte le locazioni visitate tramite una fitta rete di percorsi dove è possibile predere parte a combattimenti casuali, sempre segnalati dalla presenza dei nemici lungo il cammino. Le città "giocano" un ruolo assolutamente centrale nel corso del gioco: sono infatti questi gli unici punti in cui si può interagire con una serie di opzioni utili a cercare nuove quest da affrontare, comprare oggetti da usare come equip, visitare le taverne alla ricerca di particolari voci di corridorio e migliorare le proprie abilità. L'avventura si snoda lungo una quest principale (indicata con un colore differente rispetto alle altre), e da una moltitudine di sub-quest utili ad aumentare le caratteristiche del proprio personaggio, acquisire oggetti particolari o cercare nuovi alleati. Mano a mano che si progredisce nel gioco le possibilità offerte da Puzzle Quest crescono esponenzialmente: il giocatore si può limitare semplicemente a seguire la quest principale ed arrivare così al termine del gioco, ma il vero potenziale del titolo si mostra nel momento in cui si cominciano ad utilizzare tutte le feature extra che lo arricchiscono. Interagendo con Bartonia, la città a cui fa capo il protagonista, è possibile ampliare e migliorare le risorse della città spendendo i propri soldi per la creazione di stalle, forge, templi, torri e molto altro. Ognuno di questi elementi espande di fatto l'esperienza di gioco: tramite le stalle si sblocca la possibilità di catturare una cavalcatura (e di aumentarla di livello successivamente), con le torri la possibilità di combattere e cingere d'assedio un'altra città (sconfiggendola la si aggiunge al proprio regno, "obbligando" i suoi cittadini a versare delle tasse), e tramite il tempio apprendere nuove magie ed abilità. Uno degli elementi probabilmente però più stravolti rispetto ai canoni dei giochi di ruolo risulta essere quello legato al proprio party: nel corso dell'avventura è infatti possibile "reclutare" nuovi compagni di viaggio ma questi non potranno essere mai utilizzati direttamente, limitandosi a fornire in background speciali abilità e boost di caratteristiche in grado di facilitare gli scontri.

Puzzle Quest: Challenge of the Warlords - Recensione
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Un intero paragrafo è passato è ancora non si è fatta parola dell'elemento che richiama Bejeweled, questo perchè gli Infinite Interactive sono riusciti nell'intento di fondere e tenere separati allo stesso tempo gli elementi gdr e quelli da puzzle game. Come il paragrafo precedente ha abbozzato, l'ambientazione e le meccaniche accessorie al gioco sono basate a pieno titolo su quella che è una struttura da gioco di ruolo classico, con le quattro classi di eroi, un regno da salvare e tutto il resto. Ciò che rende fuori dall'ordinario Puzzle Quest è il fatto che le battaglie non si combattono a suon di spade e magie: il combattimento è uno scontro di cervelli e strategia in cui la fanno da padrona delle piccole sfere colorate che se accoppiate in maniera corretta spariscono per far posto ad altre. Le regole che stanno alla base di giochi come Bejeweled (o Zoo Keeper, in caso il primo non dica nulla) sono praticamente conosciute universalmente: lo scopo è quello di eliminare gli elementi in gioco unendoli (a gruppi minimi di 3) per colore, dove nel caso di eliminazioni da 4 elementi viene dato al giocatore un turno extra e per eliminazioni da 5 si viene ricompensati anche con un particolare oggetto "universale" accoppiabile ad un qualsiasi elemento in gioco. Vince ovviamente lo scontro chi per primo vuota completamente la barra d'energia dell'avversario. Tornando a Puzzle Quest, l'avversario viene sfidato su di uno speciale tabellone (comune ad entrambe le parti) riempito di sfere colorate (rosso, blu, giallo e verde) che se distrutte va a riempire la barra del Mana del giocatore, che a questo punto può utilizzare una serie di magie offensive e difensive, o semplicemente alterazioni di status utili a mettere in difficoltà il nemico; il vero fulcro della sfida è però rappresentato dai teschi inseriti tra le sfere, questi elementi infatti sono gli unici a poter dare la possibilità al giocatore di colpire direttamente l'avversario, andando a "svuotare" la sua barra di energia. Concludono la conta degli oggetti sul tabellone anche una particolare stella viola che se accoppiata e distrutta aumenta l'esperienza del protagonista (alla stregua di un qualsiasi rpg, si aumenta di livello raggiungendo un certo quantitativo di esperienza vinta sul campo) ed infine le monete, che allo stesso modo dell'esperienza servono ad aumentare il bottino in denaro.

Puzzle Quest: Challenge of the Warlords - Recensione
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Il mondo rpg che si fonde con quello dei puzzle game si riflette in tutta una serie di parametri di vitale importanza nel corso della battaglia

Il mondo rpg che si fonde con quello dei puzzle game si riflette in tutta una serie di parametri di vitale importanza nel corso della battaglia: la classe del protagonista gli assicura particolari mosse da utilizzare a fronte della raccolta di un certo numero di sfere di mana, gli equip modificano direttamente le abilità del giocatore nel corso dello scontro (indossando ad esempio alcuni particolari oggetti è possibile aumentare le possibilità di ottenere turni extra anche dopo semplici eliminazioni), la cattura di certi mostri -possibile solo dopo aver costruito una prigione a Bartonia- danno al giocatore nuove mosse per mettere in crisi il suo avversario. Così come i combattimenti sono basati sull'accoppiare gemme e teschi, anche tutte le altre situazioni di gioco che implicano un certo livello di "abilità", sono basate su queste regole opportunamente modificate in base al compito assegnato. Per farla breve, nel momento in cui si deciderà di catturare una cavalcatura, per farlo basterà prendere parte ad uno speciale stage di combattimento in cui l'unico compito è quello di far sparire dallo schermo tutti gli elementi in esso inserito (la difficoltà sta nel fatto che c'è un unico e solo modo per svuotare lo schermo, una specie di rompicapo). Per forgiare nuovi oggetti, oltre alla presenza nel proprio inventario dei materiali adatti, il giocatore giocherà all'interno di un particolare stage con l'obiettivo di distruggere un determinato numero di sfere utili alla creazione dell'item richiesto.

Puzzle Quest: Challenge of the Warlords - Recensione
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Se l'esperienza della quest principale non fosse abbastanza, per i giocatori c'è la possibilità di prendere parte alle "Instant Action Battle", battaglie esterne alla storia principale che altro pretesto non hanno se non quello di una sfida veloce a suon di eliminazione di sfere. Allo stesso modo funziona il multiplayer, che permette a due giocatori in possesso del titolo di sfidarsi sul tabellone di gioco, utilizzando il proprio personaggio creato per lo story mode, con tanto di equip e tutto il resto. Graficamente senza infamia e senza lode, Puzzle Quest basa la sua forza sull'incredibile vastità del mondo proposto, sul grande numero di quest in grado di rendere decisamente longeva l'esperienza di gioco e soprattutto su di un gameplay bizzarro, innovativo e sicuramente alla lunga additivo. Il comparto sonoro è probabilmente l'elemento in assoluto più sottotono del titolo, non tanto per la qualità dei brani prosposti -decisamente orecchiabili, molto "epici" ed adatti al format- quanto per la loro effettiva quantità e ripetitività. In chiusura l'unica vera nota negativa del gioco rappresentata dall'assenza di una qualsivoglia lingua differente dall'inglese: una barriera che -soprattutto per via della profonda struttura degli rpg- si dimostra spesso invalicabile per molti utenti non troppo avvezzi all'utilizzo di una lingua straniera.

Puzzle Quest basa la sua forza sull'incredibile vastità del mondo proposto, sul grande numero di quest in grado di rendere decisamente longeva l'esperienza di gioco e soprattutto su di un gameplay bizzarro, innovativo e sicuramente alla lunga additivo

Puzzle Quest: Challenge of the Warlords - Recensione

DS Vs. PSP

Nintendo DS e Sony PSP sono le piattaforme che ospitano Puzzle Quest, e per differenti che siano sotto il profilo hardware e di impostazione di gioco non si discostano più di tanto l'una dall'altra. PSP garantisce una migliore resa grafica e -soprendentemente- una migliore impostazione delle finestre di controllo sia nelle fasi di esplorazione del mondo di Etheria che in quelle di combattimento. Il DS pur avendo dalla sua la praticità del doppio schermo non riesce ad trovare una sua quadratura delle finestre di controllo per cui trovare le informazioni spesso è decisamente più lungo e macchinoso; il pennino del DS si attesta come elemento decisamente più accessibile rispetto all'analogico di PSP ma inspiegabilmente meno preciso. Per tutto il resto i giochi sono da considerarsi assolutamente identici: stesse opzioni, stesse quest, stessa modalità multiplayer (necessari in entrambi i casi due persone con due copie del gioco). La scelta della piattaforma rimane una questione di disponibilità di hardware, nel caso le possediate entrambe la versione PSP ha una mezza marcia in più.

Puzzle Quest: Challenge of the Warlords - Recensione
Puzzle Quest: Challenge of the Warlords - Recensione

C'è poco da dire: Puzzle Quest: Challenge of the Warlords è una splendida sorpresa. Infinite Interactive è riuscita nell'impresa impresa di fondere due generi comunemente considerati come su binari paralleli e lo fa nel miglior modo possibile: con intelligenza, con un prodotto curato in tutti gli aspetti, fedele agli stilemi di entrambe le tipologie e soprattutto longevo e divertente. Se mai Puzzle Quest avrà un seguito andranno limati alcuni punti deboli (vedi il comparto sonoro e la non eccelsa caratterizzazione grafica) ma quello che di più importante serve ad un videogioco -il gameplay- c'è. Assolutamente.

    Pro:
  • Gameplay originale.
  • Longevo ed additivo.
  • Incredibilmente profondo.
    Contro:
  • Graficamente e musicalmente non eccelso.
  • Assente una modalità multiplayer in condivisione.
  • Il gioco è solo in Inglese.

Se esistesse il kit del piccolo sviluppatore di videogiochi, al pari di quello che si occupa di chimica, due elementi sarebbero indicati persino sul libretto di istruzioni come da "non-mescolare-nemmeno-sotto-tortura": i puzzle game basati su gemme et simila ed i giochi di ruolo. Ragionandoci anche solo per un momento sarebbe probabilmente come rifilmare il film "Via col vento" utilizzando Bruce Willis, mettendoci due esplosioni termonucleari, un esercito di elfi ed almeno dieci minuti di girato su di una partita di palla avvelenata. Ed è qui che cade in errore la mente umana, perchè uno sviluppatore -Infinite Interactive- ha avuto il coraggio di varcare la soglia considerata "impossibile" realizzando un gioco che mescola con una fusione pressochè perfetta di quelle che sono le basi dei più comuni gdr con quello che è uno dei giochi in assoluto più apprezzati dal mondo del web (e non sono), Bejeweled. Il segreto della loro ricetta? Una volta cominciata l'avventura, è proprio difficile smettere...