Giochi di guerra
L’idea di partenza del prodotto è promettente quanto il suo sviluppo: trasportare il feeling di Grand Theft Auto in un contesto bellico, elevando a potenza l’interazione con l’ambiente. L’oneroso compito è stato affidato al team Pandemic (già responsabile di Battlefield 1942), che ha ambientato la vicenda nell’ostile territorio nordcoreano. Qui troviamo diverse fazioni militari impegnate in un sanguinoso conflitto, ed è a questo punto che subentrano i protagonisti, con la consueta entrata plateale, pronti a cambiare il corso degli eventi…
un vero action militare con tutte le derivazioni del caso. Una di queste è l’interazione con l’ambiente, che sbalordisce grazie all’utilizzo del motore Havok, offrendo una visione ludica da next generation.
Giochi di guerra
O forse no. Fedele allo spirito di GTA, il gioco presenta una visione alternativa dei canoni del genere, non mettendoci nei panni dell’eroe disincantato, ma di tre mercenari pronti a tutto per la sonante pecunia. Ecco quindi che la battaglia circostante non rappresenterà più l’obbiettivo, ma solo un fastidioso intralcio. Non c’è nulla da dire, il presupposto è intrigante, in quanto lo scopo del giocatore sarà risolvere i vari obbiettivi politici incaricati dalla fazione del caso, e che saranno naturalmente remunerati. Ricompensa necessaria per l’acquisto di nuove e letali armi. La fazione è irrilevante, così come l’esito del conflitto, l’importante è guadagnare il più possibile!
GTA parte per il fronte
L’impostazione atipica pone tutta una serie di possibilità di gioco, come quella di risolvere le missioni in totale libertà, lo svincolamento dalle truppe alleate, l’utilizzo di qualsiasi mezzo bellico. Una volta scelto uno dei tre protagonisti (due uomini e una donna) con relative armi, si viene buttati rapidamente nella mischia, imparando sul campo stesso i comandi, suggeriti da un ben camuffato tutorial. Stupisce subito la libertà pressoché totale, veicolata solo dalle indicazioni necessarie alla missione, per il resto si è liberi di gestirsi al meglio, e l’importante è non farlo a piedi. Non ci vuole molto per capire l’importanza in Mercenari delle vetture, altro prevedibile riferimento alla saga di GTA. E’ possibile guidare di tutto, dalle jeep ai cingolati, fino agli elicotteri, tutti forniti di fisica diversa quanto appagante. Ma risulta altrettanto ovvio che questo non è GTA, ma un vero action militare con tutte le derivazioni del caso. Una di queste è l’interazione con l’ambiente, che sbalordisce grazie all’utilizzo del motore Havok, offrendo una visione ludica da next generation.
Distruzione totale!
Supponiamo che il giocatore entri in possesso di un cannone, primo impulso è di sparare a qualsiasi cosa si trovi nei paraggi, magari il palazzo che si staglia su di una collina poco distante… Nulla di apparentemente nuovo, almeno finché non assistiamo sbigottiti al crollo del suddetto palazzo, evidenziato da animazioni di un realismo agghiacciante. Ebbene, in Mercenari tale pratica distruttiva è applicabile alla maggior parte dell’ambiente circostante, offrendo nuove stupefacenti vie d’interazione, e quindi, divertimento!
Pallottole coreane
Il comparto tecnico è adeguato alle ambizioni del titolo, offrendo paesaggi dettagliati, dal campo visivo molto esteso, ma che peccano leggermente in definizione a causa della natura multipiattaforma del progetto (Mercenari è stato sviluppato sia per Xbox che Playstation 2). Il framerate è piuttosto incostante, ma la fluidità di gioco è garantita nella maggior parte delle situazioni. La modellazione poligonale dei personaggi non fa certo gridare al miracolo, ma risulta più che dignitosa, anche se maggior cura è riposta sui 3 protagonisti. Peculiare la colonna sonora, un aspetto del titolo che ci ha stupito molto. Le musiche orchestrali condite da cori apocalittici sono molto ispirate e di stampo fortemente cinematografico, e nella loro ripetizione assumono una natura da colonna sonora concettuale, un’idea che favorisce moltissimo l’atmosfera di gioco.
E’ possibile guidare di tutto, dalle jeep ai cingolati, fino agli elicotteri, tutti forniti di fisica diversa quanto appagante.
Pallottole coreane
Tra i difetti riscontrati un level design che forse potrebbe osare di più, la mancanza totale di spessore nei protagonisti, così come l’assenza di un vero e proprio plot narrativo, e l’IA dei nemici non sempre soddisfacente. Sottolineiamo infine la mancata implementazione della modalità online, Mercenari è un prodotto nato per il single player, ma sarebbe stata auspicabile qualche opzione aggiuntiva per il multiplayer, almeno alla luce delle tendenze del mercato odierno. La versione da noi testata è in inglese, ma quella ufficialmente distribuita sarà localizzata nella nostra lingua.
Commento
Mercenari è un prodotto che ci ha stupito considerevolmente. Pandemic ha ereditato l’insegnamento di GTA e degli sparatutto, proiettandoli in un contesto bellico di grande suggestione, con l’elevata interazione degli scenari come proverbiale ciliegina sulla torta. Ne risulta un gioco molto divertente e duraturo (molte le missioni disponibili), particolarmente indicato per chi ama immergersi nel tumultuoso universo delle battaglie militaresche, ma da un’ottica diversa. Buona la realizzazione tecnica, carismatiche le musiche, pecca in qualche incertezza nell’IA dei nemici ed un level design un po’ troppo semplificato. Ma si tratta di un inizio più che promettente per un auspicabile sequel. Di sicuro le credenziali ci sono tutte.
- Pro:
- Suggestivo e divertente
- Elevata interazione coi fondali
- Molto duraturo
- Contro:
- IA non sempre convincente
- Level design solo discreto
- Qualche texture sottotono
Se il buongiorno si vede dal mattino, si prospetta un brillante 2005 per il mercato videoludico occidentale. Specialmente per Lucasarts, che, lo anticipiamo subito, ha lanciato uno dei titoli più interessanti di questi primi mesi dell’anno, il suo nome è Mercenari.