Da quant'è che aspettavamo l'uscita di Resident Evil Re:Verse? L'esperienza multiplayer competitiva che Capcom ha promesso ai possessori di Village sarebbe dovuta arrivare in concomitanza con l'ultimo capitolo della serie, ma per un motivo o per l'altro il lancio è stato rinviato: non un buon segno per un progetto del genere, che avrebbe potuto approfittare dell'ottimo esordio del gioco per costruirsi una solida base d'utenza.
C'è voluto praticamente un anno e mezzo perché finalmente questo spin-off competitivo fosse pronto, messo a disposizione sui negozi digitali approfittando dell'uscita della Gold Edition e della Winters' Expansion. Ebbene, è valsa la pena di attendere? La risposta sintetica è un secco no, ma siamo pronti a spiegarvi tutto nella recensione di Resident Evil Re:Verse.
Struttura: tutto qui?
In genere quando un gioco viene rinviato è perché gli sviluppatori ritengono non sia ancora pronto per il lancio, tanto in termini tecnici quanto sul fronte dei contenuti. Si guadagna dunque un po' di tempo al fine di introdurre qualcos'altro nel pacchetto, arricchendolo per arrivare all'appuntamento con il pubblico nella forma migliore possibile. Proprio quello che non è successo con Resident Evil Re:Verse, che si presenta con un'unica modalità e due mappe.
Accessibile tramite matchmaking o nell'ambito di stanze private con password, il deathmatch classico dello spin-off Capcom è aperto alla partecipazione di sei giocatori, che si trovano a battagliare all'interno di due possibili scenari: il Raccoon City Police Department e Villa Baker. Purtroppo in entrambi i casi si tratta di location estremamente semplificate nel design rispetto alle originali, prive di sviluppo verticale e francamente un po' abbozzate.
Sei i personaggi disponibili: Chris Redfield, Jill Valentine, Leon S. Kennedy, Claire Redfield, Ada Wong e Hunk. Ognuno di essi è dotato di un equipaggiamento differente e di abilità speciali che li distinguono sul campo di battaglia, con alcuni combattenti che risultano fin da subito più efficaci di altri (vedi ad esempio Chris), evidenziando un qualche problema di bilanciamento.
Ci sono poi le Creature, in cui ci trasformeremo quando veniamo atterrati e che cambiano in base al numero di capsule virali raccolte fino a quel momento: dal patetico Micromorfo obeso all'Hunter y e a Jack Baker, arrivando infine a Nemesis e al Super Tyrant: veri e propri mostri inarrestabili, con cui potremo infliggere parecchi danni prima del successivo respawn.
Gameplay: pochi acuti, tanta approssimazione
L'unica modalità disponibile in Resident Evil Re:Verse, come detto, è un tutti-contro-tutti per sei giocatori in cui vince chi totalizza il maggior numero di punti da eliminazioni. Potremo scegliere il nostro personaggio umano ed eventualmente dotarlo di potenziamenti sbloccabili tramite la valuta che si ottiene al termine di ogni partita, quindi lanciarci nell'azione e provare a far fuori gli altri utenti secondo meccaniche piuttosto tradizionali, anche se il fuoco è inibito fintanto che non si attivi la mira.
La variazione sul tema, invero interessante, riguarda la trasformazione degli Umani in Creature quando si viene atterrati: dopo aver assunto la forma di un mutante, potremo continuare a girare per la mappa e attaccare gli altri giocatori nel tentativo di racimolare qualche altro punto prima dell'atterramento definitivo che porta al respawn. Ad aggiungere un minimo di spessore a queste meccaniche troveremo munizioni extra, piantine per il ripristino della salute e armi speciali monouso.
Purtroppo in termini di gunplay abbiamo trovato Re:Verse davvero inconsistente e approssimativo, incapace di rendere bene gli impatti e dunque inevitabilmente scivoloso tanto negli scontri a fuoco (anche per via di hitbox non proprio perfette) quanto negli attacchi corpo a corpo. Il sistema di controllo, peraltro, presenta di default un'eccessiva sensibilità degli stick che rende arduo prendere bene la mira e che bisogna regolare.
Attorno a questo impianto così semplicistico troviamo un'inaspettata cornice di microtransazioni e un altrettanto inaspettato Premium Pass per l'ottenimento di ricompense extra, per lo più di stampo cosmetico anche se, come detto, non mancano alcuni potenziamenti per i personaggi che possono fare la differenza nel corso della partita.
Realizzazione tecnica: datato e poco ispirato
Resident Evil Re:Verse utilizza i modelli poligonali dei vari personaggi della saga Capcom, sebbene in una versione per molti versi semplificata e priva di un'effettistica in grado di aggiungere spessore al comparto visivo. Complici animazioni francamente bruttine, il risultato finale appare datato e poco ispirato, al di là del fatto che il gioco è effettivamente disponibile solo nelle versioni old-gen e va fatto girare in retrocompatibilità su PS5 e Xbox Series X|S.
Gli scenari non migliorano in alcun modo la sensazione generale di trovarsi di fronte a una produzione modesta e ben poco ambiziosa, e il sonoro si limita a essere funzionale, accompagnando l'azione con effetti discreti e qualche grido nel momento in cui si riesce a mettere a segno una finisher. Durante i nostri test ci siamo infine imbattuti più di una volta in un crollo dell'host con tanto di chiusura anticipata del match a causa dell'online di tipo peer-to-peer.
Conclusioni
Resident Evil Re:Verse arriva in nettissimo ritardo e in condizioni difficilmente giustificabili, considerando la lunga attesa. Lo spin-off avrebbe avuto senso con un lancio contestuale a Village, ma dopo un anno e mezzo e con così pochi contenuti ci chiediamo davvero quale sia stato il senso di insistere sul progetto, anche considerando i feedback tutt'altro che positivi raccolti ai tempi della beta. Ci sono alcune buone idee e quando la partita gira bene ci si diverte, è vero, ma l'esperienza esaurisce molto rapidamente il proprio appeal e con queste premesse immaginiamo sarà complicato rilanciarla in futuro.
PRO
- Qualche buona idea lato gameplay
- Si controllano alcuni mostri per la prima volta
CONTRO
- Pochissimi contenuti
- Meccaniche approssimative
- Tecnicamente scialbo e datato