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Second Sight

Pazzia e paranormale vanno a braccetto?

RECENSIONE di La Redazione   —   12/10/2004
Second Sight
Second Sight
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Paziente John Vattic

L’inizio studiato dall’oramai rinomata softco inglese è dei più sconcertanti. Si parte con una soggettiva confusa, a tratti caotica. Intravediamo qualche losco figuro immortalato nella sagoma di un poliziotto, poi un dottore, presumibilmente votato a curarci. Curarci da cosa? Ben presto capiremo che, per quanto malconci, non saremo dentro quell’istituto non molto dissimile ad un ospedale per ricevere cure, bensì per subire esperimenti di chissà quale sorta. Ci sveglieremo così incatenati ad un letto, poi qualcosa di stupefacente: un potere, scaturito dal nostro corpo, talmente potente da infrangere i collegamenti metallici che impediscono i nostri movimenti. In questa maniera i Free Radicals hanno pensato di esordire con un gioco dalla trama articolata, resa ancor più tale dai continui flashback che in continuazione metteranno nuovi dettagli in un contesto notevolmente contorto e distorto. Ottima l’idea dei coder di dividere il gioco, ed il conseguente apprendimento delle sue basi, in due tronchi.

Ben presto capiremo che, per quanto malconci, non saremo dentro quell’istituto non molto dissimile ad un ospedale per ricevere cure, bensì per subire esperimenti di chissà quale sorta.

Paziente John Vattic

All’inizio, infatti, nonostante una traduzione testuale in italiano decisamente errata, saremo nel presente, ricolmi di cicatrici e bende, ed alla continua scoperta di nuovi poteri paranormali. Successivamente sposteremo le pagine del calendario indietro di sei mesi, coinvolti in un’operazione militare con il consueto preambolo formato di ogni addestramento necessario. Quindi troveremo il presente in cui impratichirci con i nostri poteri psichici, quali la telecinesi, la proiezione mentale del proprio corpo e la possibilità di rigenerare la salute; poi, facendo un passo indietro nel tempo, impareremo a maneggiare una buona varietà d’armi, così come l’apprendere le varie componenti stealth. Strutturato a missioni, Second Sight riesce nell’intento di dividere, almeno inizialmente, i due tipi d’approccio al gioco, per poi sapientemente miscelarli fino a donare al giocatore la completa padronanza del proprio alter ego, in pratica senza che se ne accorga.

Second Sight
Second Sight

Ti prendo, ti strizzo, ti metto in tasca e, magari, ti ritiro fuori quando e se ne avrò voglia. Il tutto senza nemmeno toccarti.

I vari livelli di gioco spazieranno perlopiù in missioni in cui evadere da un edificio zeppo di guardie, altre in cui sarà richiesto un sapiente infiltramento in determinati stabilimenti, oppure alcune in cui avanzare fra un riparo e l’altro abbattendo nemici su nemici. Nel contesto generale del gioco un gran lavoro lo fa il sistema di controlli, che grazie ad alcune idee ben implementate riesce sempre ad essere opportuno alla circostanza, quindi efficace. Peccato per la mancata ottimizzazione del tasto adibito a peculiari azioni, quali appendersi a grate o l’accedere ad un terminale, che sarà eseguibile solo in un punto preciso del background, e, di conseguenza, tortuoso nell’esecuzione. Consigliabile sarebbe stato ampliare la zona d’interazione per migliorarne l’accesso. Per il resto, i Free Radicals hanno fatto proprio un bel lavoro in questi termini, con tante soluzioni poste a addolcire anche i più intricati dei passaggi. Avremo un lock on col quale agganciare oggetti e persone, che in fase di mira punterà dritto al petto del nemico per poi lasciare al giocatore l’onere di focalizzare sul punto prefissato.

In quanto a level design la softco britannica sembra aver vagliato a fondo ogni possibilità data dai poteri del protagonista...

Ti prendo, ti strizzo, ti metto in tasca e, magari, ti ritiro fuori quando e se ne avrò voglia. Il tutto senza nemmeno toccarti.

Potremo nasconderci dietro un riparo, per poi uscire allo scoperto e fare fuoco, senza però perdere la posizione, a cui si rientrerà una volta mollato il tasto adibito a tal funzione. In quanto a level design la softco britannica sembra aver vagliato a fondo ogni possibilità data dai poteri del protagonista, proponendo una gran varietà di situazioni in cui dar sfogo alle proprie fantasie paranormali. Grazie alla telecinesi riusciremo ad interagire con meccanismi altrimenti irraggiungibili, come telecamere da disattivare o pulsanti da premere ubicati in posti inaccessibili, ma avremo anche la facoltà di sdoppiare la nostra presenza fisica al fine d’innescare marchingegni da piantonare con il nostro IO principale. Peccato che questa abbondanza d’idee venga in parte vanificata dall’eccessiva dispersività di alcuni livelli, lasciati incomprensibilmente senza la possibilità di visionare una mappa se pur fin troppo labirintici. E le brutte notizie non finiscono qui. La IA nemica risulta spesso e volentieri inadeguata alle circostanze, con un manipolo di manichini pressoché orbi relegati a script troppo prevedibili. Anche dal lato tecnico le cose non eccellono, mostrando alcune lacune sia in termini di engine grafico che di polycount. Soprattutto certe ambientazioni denotano texture ripetitive e dal basso dettaglio, che in parte oscurano i modelli poligonali ben costruiti ed animati. Frame rate ballerino nelle situazioni più convulse. Ottimi effetti di luce e buona la fisica, se pur a tratti eccessivamente ‘leggera’. Sonoro nella norma, con temi sempre inerenti all’azione ma mai trainanti ed un doppiaggio curato, anche se solo in lingua inglese. Ora la nota più dolente: la traduzione testuale in italiano. Se per gli svariati errori di battitura si potrebbe anche chiudere un occhio, per i grossolani abbagli di traduzione proprio no, in quanto alcuni di loro stravolgono totalmente la comprensione della trama e del suo avvicendamento degli eventi. Quindi occhio ragazzi… Ultime note riservate alle differenze fra le versioni Ps2 e Xbox pressoché identiche, se non fosse che la prima gira a 50Hz mentre la seconda a 60.

Second Sight
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Commento

In Second Sight si nota la sapiente mano di chi di videogiochi ci campa da anni. Un titolo, questo Free Radicals, che stupisce per il concepimento di una trama mai banale, alla quale si aggiunge un gameplay a più tratti prezioso ed illuminato. Peccato veramente per la pessima traduzione, un comparto tecnico nella norma e una poco sviluppata IA, altrimenti sarebbero altri i toni usati in questa sede. Bicchiere mezzo pieno? Sicuramente si, anche se un filo d’amaro in bocca rimane. In definitiva questo titolo si rivolge soprattutto agli amanti del genere, a chi apprezza le storie ben narrate o, più semplicemente, chi ha sempre trovato nel paranormale una forma di fascino.

    Pro:
  • Trama coinvolgente.
  • Buon sistema di controlli.
  • Tanti spunti ben implementati.
    Contro:
  • A tratti dispersivo.
  • IA appena accennata.
  • Traduzione pessima e fuorviante.

Itinerari mentali. Il grande John Lennon li chiamava Mind Games in una delle sue canzoni da solista più rinomate, e, per quanto non alludesse nello specifico ai viaggi che il cervello di una singola persona è in grado di fare, riusciva a disegnare alla perfezione una guerra cerebrale fra due individui. Da un po’ di tempo a questa parte l’industry ha posato il suo possente occhio su quelli che sono i poteri extra sensoriali, e finalmente giochi apparentemente incongrui al tal proposito si ritrovano bellamente zeppi di questi elementi interessanti. La nuova produzione Free Radicals è una di queste: un agglomerato di spunti vecchi e nuovi che, messi insieme, hanno ambizioni decisamente appetitose. Second Sight si prefigge dunque di portare carne fresca nel genere degli action/stealth, ponendo particolari attenzioni nello sviluppo di una trama complessa ed un’azione di gioco varia.