Il ritorno di SW Racer
Personaggi e storia
Racer Revenge incomincia alcuni anni dopo lo svolgimento del primo storico racing da tutti ammirato in Episode I (se non lo avete visto cosa leggete a fare questa recensione?).
Anakin è cresciuto e rieccheggia il personaggio che vedremo presto nelle sale in “Attacco dei Droidi”.
Torna sulle scene anche Sebulba, desideroso di vendetta per lo smacco subito e ritiratosi per qualche tempo dalle scene.
Una dozzina di altri personaggi rappresentano le svariate razze aliene che potrete selezionare per cimentarvi in gare a tempo o nell’impegnativo Campionato Intergalattico.
Partecipare alle gare permette di accumulare crediti grazie al piazzamento sul podio o per mezzo dell’eliminazione degli avversari. I crediti vi saranno necessari per migliorare il vostro pod e sperare di procede nelle categorie (tre in tutto).
Non si tratta di un’impostazione molto originale ma funziona bene ed è impreziosita dalla possibilità di restituire dei componenti per avere più soldi con cui potenziare una differente caratteristica (manovrabilià, accelerazione, scudi, etc.) che potrebbe essere più funzionale di altre per il successivo tracciato. Di fatto in questo modo potete riconfigurare completamente il pod prima di ogni gara, diciamo in blando stile F1.
Avanzando nelle categorie accederete ad alcuni piloti lockati ad inizio gioco.
Per quanto il manuale ponga l’accento sul carattere e le rivalità dei personaggi disponibili, non si riesce davvero a notare differenze di comportamento fra di loro durante la gara, non fosse altro per il fatto che state andando troppo veloci e dovete restare troppo attenti agli ostacoli per distinguere un avversario dall’altro.
Nell’insieme l’ambiente di Guerre Stellari è ricostruito con una certa efficacia, ma in diversi pianeti rimane la sensazione di una carenza di ispirazione nel design...
Il ritorno di SW Racer
La grafica
SWRR è uno spettacolo a fasi alterne: in qualche momento entusiasmante, in altri deludente.
Alcune ambientazioni sono realizzate con cura e ispirazione, soprattutto quando si tratta di soleggiate distese desertiche, ma risultano invece troppo cupe e monotone le strutture industriali e le città sottomarine.
Come dire, l’intenzione è buona ma manca l’occhio dell’artista.
Anche quando il gioco cerca di impressionare con effetti speciali il bersaglio è mancato di un soffio. Un esempio per tutti è la pioggia del tracciato nella foresta, che si distribuisce sul televisore. Il risultato è realistico, ma chi ha giocato a MotoGP 2 non può fare a meno di ricordare come lo stesso affetto sia già stato prodotto con molta maggior efficacia dai programmatori Namco.
La sensazione di profondità è buona, ma non ci farete troppo caso perchè lo schermo è spesso invaso di ostacoli da evitare e la frenesia vi accompagnerà sempre.
Molto disturbante il design dei bordi delle piste: nonostante ci siano spesso ambienti aperti dove muoversi o fare addirittura degli u-turn, nelle strettoie vi accorgerete che il solo sfiorare il limite del tracciato equivale ad uno scontro con un muro invisibile, con immediato rallentamento e perdita di tempo. In questo caso Wipeout sicuramente è molto più elegante.
Il ritorno di SW Racer
L’animazione
SWRR gira a 30 fps. Si è detto nell’anteprima che questa sarebbe stata una scelta precisa dei programmatori.
Il risultato a mio avviso è efficace, perchè il compromesso tecnico ha permesso di evitare l’uso di buona parte degli espedienti che di solito servono a nascondere le imprecisioni dell’orizzonte: niente fogging fuori luogo e bad clipping ridotto al minimo (in effetti mi è capitato di notarlo, ma non più di un paio di volte dopo molte sessioni di gioco).
I pod ed i personaggi vengono evidenziati dalle diverse inquadrature, ma a parte un efficace effetto di luce/energia che collega i rotori e l’animazione dei flag non c’è moltissimo da notare.
In conclusione un buon lavoro, che potrebbe essere arricchito.
Il sonoro
Non appena parte il ritornello di Star Wars sui titoli scorrevoli a scomparsa, so che avrete un sussulto di entusiasmo!
Una colonna sonora però non è sufficiente a rendere memorabile un videogioco, o meglio non una colonna sonora già conosciuta come in questo caso.
Vediamo allora cosa hanno proposto i ragazzi di Lucas, distinguendo fra effetti sonori e musiche di accompagnamento.
Inanzitutto il suono dei pod: leggermente differenziati, ricalcano gli effetti del film e sono molto piacevoli e realistici (almeno credo dal momento che non ho mai visto un pod dal vivo).
I vari piloti accompagneranno i loro sorpassi con una serie di gutturazioni incomprensibili nel loro linguaggio natale, di solito divertenti e comunque utili ad aumentare la confusione. In caso di incidente invece sentirete degli “umanissimi” urli strazianti!
La gara è accompagnata dal commento italiano dello speaker bitesta che abbiamo visto nel film. Non si tratta di interventi particolarmente ricchi ne calzanti, ma siamo abituati anche a peggio (vedi Pro Evolution).
La giocabilità e il sistema di controllo
Un volta a cavallo del vostro pod, ci sono due modi di pilotarlo: quello tradizionale vi fa usare lo stick sinistro per direzionare ed i tasti per accelerare o frenare.
In questo caso non è possibile eseguire frenate brusche di un unico rotore per affrontare al limite le curve a gomito, come invece accade in Wipeout Fusion.
Chi ha giocato al capolavoro di Psygnosys/Studio Liverpool sarà subito frustrato da questa manchevolezza.
Il secondo metodo di guida, che definiremmo “pro”, è molto interessante, implicando l’uso di entrambi gli stick per guidare separatamente i due rotori.
Le possibilità sono moltiplicate e il controllo ne risulta molto arricchito. Il problema è che questo sistema è molto complicato da padroneggiare e sono sicuro che presto rinuncerete a provarci, perchè il rapporto sforzo profuso/vantaggio acquisito è molto carente.
L’esperienza durante le gare è appagante se cercate una corsa selvaggia senza troppa strategia. All’inizio risulta divertente, ma mai esaltante fino in fondo.
Nell’insieme il coinvolgimento del giocatore dipende molto dalla sua passione per la saga di Lucas: entrare in una scenda di SW è il sogno di molti, ma una volta provato è cosa fatta, e ripetere l’esperienza una seconda volta non avrà lo stesso gusto.
Longevità
SWRR non è un gioco difficile. Giunti alla fine della prima categoria incomincerete a lottare contro gli avversari con cattiveria, ma presto ne avrete ragione grazie all’improvement del vostro mezzo volante.
Non ci sono veramente molti stimoli a rigiocare i circuiti per ottenere medaglie migliori dove vi manchi ancora l’oro, nè posso dire di trovare appassionante l’idea di battere il record di distruzione di turno...
Insomma il gioco a single player si esaurirà presto, diciamo in tre/quattro sessioni domenicali, e poi se vorrete rispolverare questo titolo dovrete coinvolgere un amico in split screen.
In quel caso la sfida migliora, potendo contare anche sull’eliminazione “virtuale” dell’avversario.
La mia convinzione è che comunque dovete essere entrambi dei grandi patiti di Lucas, altrimenti dirotterete le vostre energie su GT3 o Wipeout Fusion.
Conclusione: perchè Wipeout è meglio?
Pur non vantando velocità di punta nettamente superiori, Wipeout restituisce una migliore sensazione di gara grazie a tracciati più vari ed ispirati, una scenografia di contorno molto più credibile e soprattutto la presenza delle armi.
Non mi sento di bocciare definitivamente la creazione di Lucas, ma di certo gli appassionati di racing futuristici devono ancora aspettare perchè il trono cada... ed aspettano ormai da sei anni!
Sito ufficiale Lucas https://www.lucasarts.com/products/racerrevenge/
Il ritorno di SW Racer
Infilatevi il casco, connettete il sistema di raffreddamento, accendete gli iniettori... state per affrontare la più veloce e distruttiva corsa della vostra vita!
Siete seduti su un inerte e vulnerabile pod, pronti a scaricare la potenza di mille megatoni dei due grandi rotori che sono li davanti a voi, quasi a ostruire la visuale, e che vi trascineranno via a folle velocità!
Ma ne sarà valsa la pena?