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Stronghold 2: la recensione

Il “simulatore di assedi” è tornato tra noi, con una nuova grafica ed un gameplay che non faranno rimpiangere i fasti del suo predecessore. Andiamo a scoprire insieme cosa ci hanno preparato i Firefly Studios.

RECENSIONE di Rosario Salatiello   —   02/05/2005
Stronghold 2
Stronghold 2
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Doppio click

La nostra analisi di Sh2 partirà letteralmente dall’inizio del gioco: il caricamento iniziale. Normalmente trascurato nel 99% degli articoli in quanto non rilevante, devo ahimé avvisarvi che quello di questo gioco è uno tra i più lunghi ai quali abbia mai avuto modo di assistere anche su PC discretamente potenti, perdendo abbastanza la pazienza nell’attesa. La cosa migliore da fare in questi casi è sicuramente andare ad espletare i propri bisogni fisiologici in modo da prepararsi alla sessione di gioco che ci attende. Riguardo al caricamento va anche però apprezzato l’aggiornamento automatico del gioco, il quale ogni volta che verrà avviato si collegherà al sito dei Firefly Studios in cerca di eventuali aggiornamenti, scaricandoli ed installandoli in maniera completamente automatica (cliccare ripetutamente sul tasto “avanti” non è poi così faticoso no?) risparmiandoci l’estenuante ricerca a cui ogni videogiocatore è stato almeno una volta sottoposto in vita sua tra mirror liberi e broken link.
Una volta completati aggiornamento e caricamento, ci troviamo davanti alla presentazione del gioco, realizzata in maniera un po’ meno spettacolare e più “profonda” rispetto ai ciò a cui siamo abituati a vedere con titoli vicini al genere di Sh2. Una volta arrivati al menu di gioco, siamo chiamati a scegliere tra il gioco in modalità singola oppure multigiocatore: nonostante sia possibile giocare su mappe custom create per l’occasione, sia via Internet e GameSpy sia tramite LAN (modalità aggiunta nella patch 1.1), il gioco si focalizza chiaramente sull’offline, offrendo al videogiocatore una gamma di modalità sicuramente soddisfacente che contribuirà ad intrattenerlo per diverso tempo. La prima novità offerta dal gioco è infatti la possibilità di scegliere tra due “filosofie” di gioco: la via della pace e la via della guerra. Come i titoli sicuramente vi avranno suggerito in quanto poco liberi all’interpretazione, la prima modalità si concentra maggiormente sulla crescita economico-sociale del proprio castello, ponendo in secondo piano i conflitti armati, che invece nella seconda la fanno da padrone.
Volendo fare i gentleman, scegliendo quindi la via della pace, come prima abbiamo possibilità possiamo intraprendere una campagna con obbiettivi quali l’ottenimento di una certa somma di denaro e/o merci, la costruzione di una determinata struttura e più in generale volti allo sviluppo economico. E’ anche possibile scegliere di giocare pacificamente su alcune mappe fornite di default oppure caricare scenari creati secondi i nostri gusti. Se invece è la dura vita nel Medioevo fatta di principesse da salvare, impavidi cavalieri e draghi cattivi che vi interessa, la scelta ricadrà sicuramente sulla via della guerra: più simile alla modalità di gioco del primo Sh, questa permette di scegliere tra una campagna volta alla conquista del trono sul regno in lotta, una modalità schermaglia non diversa da quante già viste altre volte, così come la possibilità di caricare anche in questo caso mappe custom. Last but not least, abbiamo anche la possibilità di rivivere ben dieci assedi storici compiuti contro castelli realmente esistiti.

Stronghold 2: la recensione
Stronghold 2: la recensione
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Mano alle armi

Come già anticipato in fase di anteprima (che potete leggere qui se interessati), coloro che già hanno avuto modo di giocare ad uno dei due Stronghold precedenti a questo, non avrà molte difficoltà ad ambientarsi nel nuovo sistema di gioco. Anche i novizi della serie comunque non troveranno particolari difficoltà grazie al tutorial, in cui vengono spiegate le azioni e le costruzioni principali, ed all’aiuto in gioco disponibile in qualsiasi momento. La prima cosa da fare è piazzare il granaio ed il magazzino, dove conservare i generi di prima necessità come il cibo e le materie prime, dopodichè bisogna provvedere al nutrimento dei propri sudditi, pena il loro allontanamento dal nostro castello: per fare ciò abbiamo la possibilità di coltivare frutta, verdure e cacciare selvaggina. Quanto più saremo in grado di fornire loro cibo, maggiore sarà il loro grado di soddisfazione nei nostri confronti, richiamando così anche altri popolani dalle province vicine quando ne avremo bisogno. Una volta raggiunto il numero massimo di abitanti del nostro castello sarà necessario costruire ulteriori capanne dove fare alloggiare i nuovi arrivati, a seconda delle necessità, permettendo così nuovi arruolamenti nel nostro esercito oppure la creazione di nuove unità di lavoro. Una delle cose che distingue Sh2 dalla concorrenza è la mancanza di tempo necessario per la costruzione delle strutture: in pratica in qualsiasi momento possiamo scegliere una costruzione e piazzarla immediatamente, senza dover attendere che questa venga costruita dai nostri operai.

Tra gli aspetti più intriganti del gioco troviamo sicuramente le varie catene economiche, attraverso le quali otteniamo una simulazione molto realistica di quella che effettivamente era la vita nel Medioevo

Stronghold 2: la recensione
Stronghold 2: la recensione
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Mano alle armi

Tra gli aspetti più intriganti del gioco troviamo sicuramente le varie catene economiche, attraverso le quali otteniamo una simulazione molto realistica di quella che effettivamente era la vita nel Medioevo (e non solo): per arruolare nuovi membri nell’esercito è ad esempio necessario costruire prima le loro armi, così come per ottenere del tessuto da rivendere ad altre province dobbiamo prima allevare pecore per ottenere la lana per poi farla lavorare dalla sarta. Attraverso l’introduzione del crimine le strutture già presenti nel vecchio gioco, come i pali per l’impiccagione, avranno un nuovo senso oltre a quello di mantenere efficienti i lavoratori (a spese della popolarità): ricordare ad eventuali malintenzionati che il crimine non paga, evitando così che vengano saccheggiate o distrutte le infrastrutture sfociando poi in un abbandono del castello da parte dei suoi abitanti. Altra cosa a cui fare attenzione sono gli incendi alle costruzioni: essendo queste costituite in maniera prevalente da legno, sarà necessario posizionare alcuni addetti ai pozzi che provvederanno a domare qualsiasi principio d’incendio. L’intelligenza artificiale dei nemici si attesta su livelli abbastanza alti, dato che cercheranno spesso di individuare falle nel nostro sistema difensivo, mettendolo a dura prova e trovando molto di frequente il modo per farci passare un brutto quarto d’ora. Le battaglie, anche le più grandi, risultano facilmente controllabili e spettacolari, in particolar modo le fasi d’assedio, dove il gioco dà il meglio di sé. Un discorso a parte lo merita sicuramente il nuovo sistema di onore implementato dagli sviluppatori: ottenendo punti avremo la possibilità di acquistare territori vicini e costruire edifici particolari. Un modo per essere promossi dal punto di vista dell’onore è quello di fornire ai popolani cibi di tipo diverso: se ad esempio siamo in grado di garantire mele e carne otteniamo un punto onore, così come se ne possono ottenere diversi organizzando feste e balli di corte.

3D...finalmente!

Come abbiamo avuto già modo di ripetere abbondantemente, il vero difetto di Sh era la mancanza di un vero e proprio motore 3D, la quale si faceva sentire nonostante la visuale isometrica 2D fosse abbastanza malleabile. Adesso giocare a Sh2 è un piacere per gli occhi, dato che a parte qualche piccolo bug (ne sono stati corretti alcuni con la versione 1.1, mentre altri lo saranno in futuro) il dettaglio è infatti curato nei minimi particolari: possiamo infatti vedere il granaio riempirsi dei diversi generi alimentari, le coltivazioni di mele e vegetali crescere e maturare man mano per poi essere raccolte dai vari contadini e chi più ne ha più ne metta, con un livello di zoom estremamente accurato. Ovviamente, essendo al cospetto di un motore 3D, la telecamera è completamente ruotabile, con la possibilità di effettuare una vista “architettonica”, puntata cioè dall’alto sui nostri edifici. Per quanto riguarda il sonoro possiamo dichiararci soddisfatti da effetti e musiche, anche se dobbiamo dire non si tratta di nulla di trascendentale.

se spesso si dice che i sequel non sono degni dei propri predecessori, Stronghold 2 va a costituire la cosiddetta eccezione che conferma la regola

Stronghold 2: la recensione
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Stronghold 2: la recensione

Dopo la parentesi di Space Colony, i Firefly Studios tornano alla serie che li ha resi celebri sfornando un prodotto di altissimo livello: se spesso si dice che i sequel non sono degni dei propri predecessori, Stronghold 2 va a costituire la cosiddetta eccezione che conferma la regola. Le modifiche apportate alla grafica, indispensabili sia per un nuovo rilancio nel 2005 sia per un’esperienza di gioco più profonda ed appagante, unite alle nuove aggiunte nel gameplay, rendono il mosaico della serie Stronghold quanto gli appassionati di questo genere possono desiderare da un videogioco, garantendo grazie alle svariate modalità di gioco anche un discreto livello di longevità. Lunga vita al Re!

    Pro:
  • Implementato motore 3D
  • Nuove modalità di gioco
  • Gameplay rinnovato mantenendo la vecchia solidità
    Contro:
  • Caricamento iniziale interminabile
  • Alcuni bug minori
  • Parte della guida un po' troppo laconica

Chi non muore si rivede

I lettori di lunga data di questa testata dotati anche di buona memoria, avranno sicuramente notato la citazione nel cappello introduttivo alla recensione di Stronghold, apparsa nell’ormai lontano 2001 su queste pagine. Allora come oggi, il prodotto dei Firefly Studios era atteso con notevole interesse da addetti ai lavori e non, a causa delle promesse di innovazione fatte dal team di sviluppo, le quali vennero mantenute affidandosi allo stesso tempo ad alcune caratteristiche del sistema di gioco solide e collaudate. Il difetto maggiore del gioco fu sicuramente la grafica in 2D, la quale anche quattro anni fa ormai stava diventando obsoleta (o forse dovremmo dire che già lo era diventata a tutti gli effetti). Venendo a tempi più recenti i Firefly, consci del detto “errare è umano, perseverare è diabolico”, promisero un nuovo Stronghold 2, con le ottime caratteristiche di suo padre unite ad alcune migliorie che ne avrebbero fatto un gioco da non perdere assolutamente.