Una volta scelta la propria indole animale fra le quattro iniziali (maiale, capra, gallo e coniglio), si entrerà nel primo degli oltre venti battlefield disponibili nella modalità story, l’unica vincolata al single player assieme al challenge. In arene dal discreto tasso d’interazione dovremo dar battaglia agli avversari nelle sei differenti tipologie di gioco, che andranno, giusto per citerne alcuni, dal dover raccogliere il maggior numero di oggetti nel tempo prestabilito, al dover rompere i denti ai rivali. Tutto ciò facendo uso, proprio come nell’indimenticabile Power Stone per Dreamcast, di un gran numero di item dalle molteplici funzionalità. Ovviamente anche gli oggetti usati saranno in linea con la vena ilare del gioco; proponendo, oltre l’incudine e la zappa tipici di una certa filosofia derivata dai cartoni Looney Tunes, anche item di una bizzaria unica, quali i fagioli e il letame. Di questi ultimi è meglio se gli effetti, per quanto ovvi, li scopriate da soli. Anche gli stage presenteranno elementi d’interazione alquanto inusuali, come la mucca “cannoniera” che, in poche frazioni di secondo, sarà in grado di scaraventare da un polo all’altro dello schermo il malcapitato che ne usufruirà. Anche in questo caso conviene che apprendiate voi stessi le, inusuali, modalità d’uso. Di Super Farm, a parte la spiccata volontà di far sorridere con oggi mezzo, rimane poco altro. La piattezza intrinseca di questo anomalo beat’em up farà sentire ben presto la voce della monotonia, poichè, per quanto gli sviluppatori abbiano cercato con più soluzioni di variare il più possibile il gameplay, sostanzialmente le cose da fare rimangono sempre quelle due o tre. Leggendo il gioco Asobo Studio in questa chiave a ben poco serve la modalità multiplayer, vittima anch’essa di una prematura morte dell’enfasi. Anche qui si registrano svariate modalità, che spazieranno dal cooperative al versus ma che, come anticipato, cadranno in poche sessioni in una sorta di catalessi.
Il fabbisogno tecnico di un gioco del genere si può tranquillamente racchiudere in due fattori: stile grafico e framerate. Se dal primo troviamo tutto il necessario, con l’esatta riproposizione poligonale del cartoon syle fatto di colori pastello e modelli poligonali buffi sia per design che per animazioni; dal secondo abbiamo più di una delusione, nonostante che in single player il titolo Asobo Studio riesca a barcamenarsi in una qualche maniera. Infatti i maggiori e frequenti cali di frame si hanno quando lo schermo si divide in split con, oltretutto, un vistoso declino di dettagliazione. Rispetta invece le esigenze il comparto audio, sobrio al punto giusto nelle sue musiche scanzonate e senza troppe pretese, ed i suoi effetti sonori a tratti irresistibili se pur in presenza numerica minima.
Commento finale
In definitiva Super Farm riesce nei suoi scopi ma solo per un breve lasso di tempo. Le prime battute di gioco divertono, coadiuvate da FMV esilaranti ed un gameplay semplice e sbarazzino. Purtroppo il passare dei minuti rende questo titolo monotono, a cui poca resistenza riesce ad opporre una modalità multiplayer troppo allineata con il main game. In definitiva il titolo Asobo Studio è consigliabile perlopiù ad un’utenza giovane, o comunque dall’esperienza ludica limitata. Ideale per un noleggio invece per i veterani.
- Pro:
- FMV estremamente divertenti.
- Sonoro piacevole.
- Contro:
- Monotono e piatto.
- Framerate ballerino.
- Modalità principale troppo corta.
La donna: il più grande mistero che il nostro amato Mondo conosca. Ancor più grande dell’Antico Egitto o degli X-Files che tanto ci hanno fatto pensare durante i lunghi anni di permanenza nel piccolo e grande schermo. In tanti provarono, hanno provato e provano tuttora incessantemente a risolvere questo enigma di portata immane, chi con equazioni algerbriche, chi con fini intelletualismi. Tuttavia l’unica certezza comune nelle elucubrazioni di tutti i maschietti è riassumibile in un'unica, pragmatica frase: “Valle a capire stè donne”. Eppure l’uomo, così ineluttabilmente diverso, non può esistere senza la donna, riconoscendo in essa l'unica vera forma complementare. Luoghi comuni, certo, che hanno portato però ad ispirare qualsiasi essere di sesso maschile dotato di una minima vena creativa. Fra questi anche i misconosciuti sviluppatori di Asobo Studio, che per l’occasione della loro prima produzione, Super Farm, si sono ispirati all’oggetto principe dei desideri della maggior parte della popolazione mondiale: Pamela Andersson. L’esigenza di copione ha trasformato, tuttavia, le forme della prosperosa Pam in quelle di un bizzarro uccellino, con tanto di costumino rosso in perfetto Baywatch style. Infatti, la demenziale storia che fa da contorno al gioco inizia con l’arrivo di questa bomba sexy in una fattoria abitata da quattro, manco a dirlo, allupatissimi soggetti. Stereotipati all’inverosimile e piuttosto demenziali, i quattro animali della fattoria si contenderanno il cuore della "femmina caliente" massacrandosi a vicenda con ogni sorta di mezzo. Da qui nascono divertenti cut scene FMV che faranno da intermezzo ad ogni livello, mostrando vicende a dir poco grottesche e, allo stetto tempo, spassose.