Quando Terraria si presentò per la prima sul mercato, erano i primi anni di una decade ormai agli sgoccioli. Il mercato videoludico cosiddetto indie aveva trovato le sue galline dalle uova d'oro. Tutti pensavano che, come accaduto con le radio indipendenti degli anni '70, anche questo filone produttivo si sarebbe trasformato in qualcosa di sacrale, quasi venerabile. La realtà si è poi dimostrata diversa e probabilmente più vicina a quella cinematografica. Lì dove tanti sviluppatori indipendenti sono riusciti a trovare il successo (spesso perché comunque spinti dagli stessi grandi colossi verso i quali facevano la voce grossa), la maggior parte si è persa nel dimenticatoio, dopo aver sfruttato la propria occasione. Ciò non toglie che da questo movimento ne siano scaturiti dei veri e proprio fenomeni industriali, primo fra tutto quel Minecraft che ha reso miliardario il suo creatore e che si è tramutato nel gioco più venduto di sempre. Poco tempo dopo il suo arrivo sul mercato, Re-Logic lancia Terraria, una versione particolarmente rimaneggiata di quella idea di libertà creativa, eliminando una dimensione e provando a bissarne il successo. Non parliamo certamente di un titolo in grado di vendere quello stesso numero di copie, ma ciò non toglie che anche Terraria sia diventato di diritto un manifesto della scena indie. Arriva ora su Nintendo Switch, con colpevole ritardo, ma pronto a lasciarsi modellare, come solo lui sa fare.
Questione di preferenze
Negli anni si è quasi creata una faida tra i sostenitori di Minecraft e quelli di Terraria. Ciò che fa sorridere è che, nonostante alcune forti somiglianze, i due titoli viaggiano su binari assolutamente paralleli, senza mai sfiorarsi. Il titolo bidimensionale, tra le altre cose, risulta estremamente meno massivo ed intuitivo del campione d'incassi di Notch. Comprendere appieno Terraria è un compito complicato e farraginoso, che si districa tra poche e risicate documentazioni e decine di ore passate a minare alla ricerca di materiali utili. Gli aggiornamenti arrivati nel corso dei mesi e degli anni hanno aggiunto un quantità di contenuti esorbitante, portando la longevità, già potenzialmente infinita, a vette probabilmente sconosciute ai titoli a due dimensioni. Le fondamenta non si smuovono da ciò che concerne questo genere: siamo chiamati a scavare, trovare materiali per craftare strumenti, armi e strutture sempre migliori, così da ripararci dalle intemperie e allo stesso tempo poter reclamare il nostro posto nell'olimpo dei creativi della rete. Si fa presto a comprendere come la natura bidimensionale, unita alla poca "cordialità" concessa dal titolo al giocatore, ne facciano un prodotto meno giocato, ma ciò comporta anche una community ancor più affiatata ed esperta. La diffusione su qualsiasi tipologia di piattaforma frammenta chiaramente la fruizione, ma è importante ricordare come Terraria possa essere tranquillamente goduto tutto in solitaria, senza alcuna necessità di socializzare con altri giocatori in giro per il mondo. Ad aggiungere un grado di sfida interessante al gioco ci pensano poi una serie di nemici e boss che risultano profondamente connaturati alla struttura dell'avanzamento. A differenza di Minecraft, dove la scelta di abilitare e disabilitare i nemici cambia relativamente la percezione, Terraria regala agli scontri un'utilità maggiore, soprattutto in termini di risorse ricavate. È inoltre possibile attivare una modalità hardcore che aumenta drasticamente la difficoltà, ma che sconsigliamo a tutti coloro i quali non abbiano dimestichezza con il gioco.
Il porting su Nintendo Switch
Inutile perdersi in migliaia di caratteri su un titolo di cui ormai sono a conoscenza anche i muri. Terraria è un gioco che ogni amante della creatività videoludica dovrebbe necessariamente giocare. E alla luce di una versione Switch che non ci ha regalato alcun tipo di problematica (in fondo parliamo anche di un gioco di una semplicità disarmante), appare difficile non consigliarlo a tutti coloro i quali dispongano di un'ibrida di Nintendo. Visivamente lontano dall'ammaliante, ma in grado di regalare piacevoli momenti a 16bit, il gioco non ha risentito di alcun problema dal punto di vista del frame rate, seppur non richieda chissà quali particolari specifiche. La mappatura dei comandi, derivata da quella già applicata alle versioni console, è un giusto compromesso tra la libertà della versione PC e quella relegata alla poca manovrabilità di un pad. Il sonoro non è certo la punta di diamante di una produzione che si prodiga in tutt'altro, come già ripetuto più e più volte. Gli effetti si limitano ad accompagnare i fendenti e la costruzione, così come le sezioni a colpi di piccone. Terraria non vanta certo una varietà straordinaria degli ambienti, essendo anche legato ad una generazione procedurale della mappa. Questo non risulta comunque un problema, considerata la sua stessa natura che richiede al giocatore stesso di creare un mondo splendido e rigoglioso.
Conclusioni
Terraria si presente su Nintendo Switch in forma smagliante. Stiamo in fondo parlando di un titolo senza tempo, che chi ha già apprezzato in passato, potrebbe decidere di ricominciare riuscendo a variare totalmente la precedente esperienza. Dubitiamo ci sia bisogno di dire altro su un gioco che, a prescindere dai propri gusti, resterà negli annali del medium, con buona pace dei detrattori o di chi non ne ha capito le potenzialità, forse ancora maggiori dello stesso osannato Minecraft.
PRO
- Terraria non invecchia mai
- Grande libertà creativa
- Una miriade di contenuti
- I comandi sono discretamente mappati
CONTRO
- Sono pur sempre passati otto anni, e questo non per tutti è un bene
- La differenza di versione con il PC rende il cross platform ancora oggi inapplicabile