C'è decisamente qualcosa che non va con The Book of Boba Fett. Dopo un primo episodio al di sotto delle aspettative, la nuova serie in onda su Disney+ si era ripresa con un Capitolo 2 che sembrava inquadrarla in un'ottica migliore. Questa settimana, però, siamo tornati ai problemi della puntata pilota, con un episodio che non riesce a mettere bene a fuoco le intenzioni di Jon Favreau, che ha firmato la sceneggiatura e l'ha consegnata nuovamente a Robert Rodriguez.
Quello di Boba Fett è un caso curioso. I pochi minuti dedicatigli in Episodio V e Episodio VI gli hanno garantito una popolarità stratosferica, ma ci sono voluti molti anni prima che si concretizzasse in qualcosa di più definito di una comparsa temporanea nelle serie animate. Eppure, The Book of Boba Fett fino ad ora non è riuscita a convincerci che di una serie sull'omonimo cacciatore di taglie ci fosse davvero bisogno, e nella nostra recensione del Capitolo 3 si capisce ulteriormente perché.
Boba Fett è un mattacchione
Sembra che ci dovremo tenere i flashback ancora a lungo, se non per tutta la serie, ma a questo punto è chiaro che non c'è una logica precisa nella loro distribuzione. The Book of Boba Fett non funziona come Lost, per intenderci, dove quasi ogni episodio è per metà un flashback o un flashforward.
La scorsa settimana, per esempio, il flashback incentrato sulla tribù Tusken si era preso praticamente tre quarti dell'episodio - che infatti durava più di cinquanta minuti - ma questa volta, complice una durata più esigua di circa mezz'oretta, il flashback di turno dura soltanto qualche minuto e serve sostanzialmente a... sbarazzarsi dei Tusken summenzionati. Addio, pacifici Sabbipodi che addestraste Boba Fett nell'arte del bastone Gaffi: è stato breve ma intenso.
Il flashback in questione spezza il Capitolo 3 essenzialmente in due parti. Nella prima, Boba recluta una squadra di centauri cyborg con una piacevole chiacchierata e poi se ne torna nella sua adorata vasca di bacta. Nella seconda, invece, c'è molta più azione, tra Boba che le prende come al solito, e questa volta nientepopodimeno che da Krrsantan in persona, e i suoi cyborg che rincorrono il maggiordomo del sindaco per le strade di Mos Espa. Abbiamo anche un secondo - e ultimo? - incontro coi gemelli Hutt e un bel cliffhanger sul finale con l'arrivo dei Pyke.
Sulla carta, il Capitolo 3 avrebbe tutto quello che serve a una storia di Star Wars ambientata nel sottobosco criminale di Tatooine, ma il risultato lascia parecchio a desiderare. Sul fronte dell'azione, la svogliata regia di Rodriguez manca di mordente. E per il resto, Temuera Morrison continua a essere l'anello debole della catena.
C'era questa immagine di Boba Fett, cacciatore di taglie tutto d'un pezzo, che la penna di Jon Favreau continua a demolire episodio dopo episodio. È evidente che Favreau stia cercando di definirlo meglio, di conferirgli una dimensione più umana: noi ce lo siamo sempre immaginato severo e stoico - che poi, chissà perché, visto che è il clone di Jango Fett, il quale lo aveva voluto per sé come un figlio da crescere - e invece è un pacioccone che ti coccola il cucciolo di Rancor e dà un lavoro ai cyberbulli spiantati. E questo va anche bene; l'idea che Boba Fett sia un pezzo di pane tutto sommato non ci dispiace. Il problema non è neanche che questo Boba sia un ex cacciatore di taglie, ma che voglia fare il signore del crimine solo a sguardi torvi.
Cyborg e Wookiee
The Book of Boba Fett continua a essere una serie strapiena di dettagli e minuscole curiosità che i super fan di Star Wars staranno registrando sulle innumerevoli wikia sparse per il web. Ogni inquadratura di Mos Espa restituisce una caterva di particolari, specie aliene rappresentate dalla computer grafica o da comparse in costume, e i dialoghi nascondono indizi sulla potenziale direzione della storia. Scommettiamo che il passato di Tatooine, un pianeta che abbiamo scoperto essere stato pieno d'acqua, tornerà a galla? Scusate il gioco di parole.
Ma a parte questo, la nuova serie TV su Disney+ continua a perdere fuoco. Forse non è una coincidenza che su tre episodi, i due peggiori siano stati diretti entrambi da Robert Rodriguez. Lasciando da parte la guest star d'eccezione, il suo amico Danny Trejo, che per tutto il tempo abbiamo avuto il timore che Boba Fett le prendesse pure da Machete. E non è detto che non succeda, badate bene.
La sceneggiatura di Jon Favreau ha colpa fino a un certo punto. Una messinscena migliore avrebbe probabilmente cambiato in maniera radicale i toni delle criticità in questo episodio. Dal nostro punto di vista, sono fondamentalmente tre. Prima di tutto, la gang dei cyborg, che sembra uscita da un'altra serie TV. No, sul serio: c'è forse il Multiverso pure in Star Wars? I cyborg provengono da una dimensione parallela in stile cartoon dove si trasformano nei Power Rangers? L'abbigliamento dandy e i faccini puliti cosa c'entrano con le povere, sporche, malfamate strade di Mos Espa? E le speederbike colorate e scintillanti? È una messinscena terribile.
L'altra criticità coinvolge sempre la banda, e riguarda il fiacco inseguimento a fine episodio, che si prende diversi minuti in cui Boba Fett e Fennec Shand scompaiono del tutto. La banda dei cyborg ruba la scena, ma la regia è moscia e anche quando tenta le riprese più spettacolari, la discutibile computer grafica non regge il gioco. Considerando che in fuga c'è l'inetto maggiordomo del sindaco, l'inseguimento manca di mordente e spessore.
E lo stesso vale per l'altra scena d'azione veramente importante dell'episodio. Lo abbiamo già detto che Krrsantan le suona di santa ragione a Papà Fett, ma lo scontro non riesce a imporre il Wookiee come la minaccia che in realtà è. Chi ha conosciuto il personaggio nei fumetti Marvel sa benissimo quanto sia feroce, ma Boba Fett si rivela talmente una schiappa senza la sua armatura e le sue armi che l'intervento dei cyborg in suo aiuto finisce col rimettere in prospettiva pure la forza di Krrsantan. E così, un personaggio pieno di potenzialità come lui, diventa un'occasione sprecata.
Nonostante ciò, il finale dell'episodio sembrerebbe lasciare aperta una porta al Wookiee che potrebbe o non potrebbe entrare nella banda criminale del nuovo daimyo di Tatooine. Il cliffhanger in chiusura sembra suggerire che la storia di The Book of Boba Fett stia cominciando soltanto ora. Se è vero, abbiamo ancora quattro episodi per ricrederci, ma questo vuol dire che la settimana prossima sarà il proverbiale giro di boa.
Conclusioni
Multiplayer.it
5.5
Quando sembrava che The Book of Boba Fett avesse trovato la quadratura del cerchio cambiando regista, Rodriguez torna al timone di un altro episodio scadente sotto diversi punti di vista. E così, per il momento, la nuova serie su Disney+ continua a essere una miniera d'informazioni su una piccola parte dell'universo di Star Wars, ma fatica a trovare un senso nel suo sciatto protagonista e nei giochi di potere che avrebbero potuto e dovuto essere il cuore pulsante della storia. Mancano ancora quattro episodi alla fine: speriamo bene.
PRO
- I dialoghi continuano ad arricchire la "lore" di Star Wars
- La colonna sonora è sempre al top
CONTRO
- Boba Fett continua a prenderle da tutti come una schiappa
- Le scene d'azione mancano di mordente
- I cyborg sono veramente terribili