CD Projekt Red ha uno stile tutto suo di elevare il concetto di spin-off. La recensione per Nintendo Switch di Thronebreaker: The Witcher Tales è un altro passo in avanti, per l'utenza e il mercato, di quell'ottica di espansione polacca in territori kyotensi iniziata con The Witcher 3. Un grande balzo in avanti se si prende in esame quanto il team di Varsavia stia tingendo di portabilità il franchise, spingendolo verso un'utenza che magari nemmeno sapeva di potersene innamorare. Ecco, da questa prospettiva forse è più semplice e giusto dire che Thronebreaker è il prequel ideale, da giocare prima del terzo episodio: aspetto, gameplay, corpo e impatto sono su un piano molto differente e più adatto ai neofiti, perfetto quindi per chi è digiuno di Witcher e desidera entrare con delicatezza in un universo che sì, sa che è enorme, ma solo per sentito dire. Chi legge potrebbe non conoscere l'ambientazione, oppure potrebbe aver spolpato The Witcher 3 e il suo Gwent, o magari ha Switch e ama i giochi di carte. Gli elementi di Thronebreaker sono sapientemente mescolati per prendere per mano chiunque, anche il più lontano per gusti, grazie a una componente artistica e narrativa sopraffina, esperta e intelligente, elementi esaltati ulteriormente su Switch.
A spasso con Meve
Senza spendere troppo tempo a parlare di storia e personaggi, The Witcher Tales ha come protagonista la regina Meve, personaggio estremamente carismatico e profondo, ideale come testimonial di questa opera di allargamento della fanbase e perfetta per raccontare la sua storia poco più di un mese dopo l'uscita della serie televisiva su Netflix. Come da copione, la narrativa di CD Projekt Red è asciutta ma affascinante, capace - grazie a un ottimo doppiaggio e localizzazione dei testi in italiano - di trasmettere appieno l'anima da graphic novel. Si viene quindi catturati sin da subito dagli eventi e trasportati attraverso un susseguirsi di situazioni fittizie ma realistiche, con altrettanto reali evoluzioni e conseguenze, spesso lasciate da decidere al giocatore. Tra i crocevia si sviluppa una mappa disegnata con grande cura, al cui interno personaggi non giocanti attendono di dirci qualcosa e risorse prontamente mostrate da un cursore sono lì per essere raccolte.
Il sistema alla base è semplice: quest segnate da punti di interesse e scelte fatte durante l'esplorazione accrescono o diminuiscono le risorse (oro, legno e reclute), rendendoci l'avanzamento più o meno veloce ma al contempo definendo chi è Meve, con tutto un corredo di personaggi che si uniscono e vanno via. La caratteristica madre di Thronebreaker è che tutto questo è sotto forma di carte: battaglie, personaggi, oggetti hanno una loro dimensione animata dentro la carta, regalando al giocatore un senso di cura e dettaglio veramente fuori dal comune. Viaggiare per le terre diventa subito occasione di scoperta, raccontata da comprimari e soldati che si muovono ognuno nel proprio rettangolo di carta e che in pochi fotogrammi trasmettono chi sono e cosa rappresentano. È una tecnica estremamente riuscita che permette, anche durante le battaglie, di dare un perso e una dimensione alle carte, non più solo opzioni da schierare ma entità percepibili, dinamiche, coerenti. Ci vengono in mente alcuni tra i primi scontri, uno contro delle bestie e uno contro dei massi che rotolano: in entrambi i casi, la sensazione di movimento e di lotta delle due parti è cristallina, le carte sembrano solo una trasposizione bidimensionale di combattimenti palpabili.
Witcher al parco
Thronebreaker è un titolo perfetto per Switch: la peculiarità della piattaforma Nintendo crea il sodalizio ideale per la narrazione e la struttura di The Witcher Tales, non più finalmente relegato alla staticità di un monitor ma libero di premiare pienamente le sue caratteristiche da graphic novel con elementi da gioco di carte, spesso rapido. Il cel-shading di CD Projekt Red valorizza lo schermo di Switch, lasciando alla sua dimensione l'espressività di un mondo ricco, dettagliato ed emblema della passione del team di sviluppo per questo franchise.
Ci saranno dei rari casi, sia in docked che undocked, in cui il framerate inciampa un pochino, ma siamo sicuri verranno sistemati. Per il resto, giocare a Gwent su Switch è un'operazione naturale, fluida e decisamente ritagliata per la portatile Nintendo, capace di dare un respiro invidiabile agli sprite, ai colori e al gameplay molto secco e veloce proprio del Gwent. Ci è sembrato che il miglior modo sia ancora una volta quello completamente portatile, coadiuvato dalla straordinaria funziona di start-stop e dall'efficacia di una struttura hardware che sembra sposarsi con le graphic novel. Per gli amanti della parte ruolistica, Meve avrà bisogno del vostro aiuto per migliorare il proprio esercito e le proprie strutture tramite la spesa delle risorse trovate durante il viaggio anche se, come riportato nella prima recensione di Thronebreaker, permangono i dubbi sull'effettivo peso della differenziazione del mazzo da parte del giocatore, poiché il fulcro sarà spesso - proprio in virtù della sua velocità - privilegiare carte capaci di colpire in modo diretto e letale. Al netto di questo elemento, magari soggettivo, The Witcher Tales riesce a intrattenere con immediata semplicità, perfezionando quel percorso di aggancio dell'utenza Switch da parte di CD Projekt Red.
Conclusioni
CD Projekt Red mette a segno un bel colpo, forse scontato per i più ma assolutamente non banale: regalare a Switch un port con competenza di quello che forse più rappresenta l'apripista ideale al mondo videoludico di The Witcher. Thronebreaker: The Witcher Tales torna a calcare la scena ma la sua anima, ora pienamente portatile, ne esce rinvigorita. La capacità di apprezzarne i tratti è indipendente dall'essere fan o meno del franchise: grazie al mix tra strategia, raccolta, avanzamento ruolistico e narrazione, il titolo risulta ora ancora più adatto a tutta quella platea di potenziali adulatori dell'universo di Sapkowski che magari non lo avrebbero mai comprato per giocarlo sulla scrivania o in salotto. Molto più del port di The Witcher 3, The Witcher Tales affonda le proprie unghie su Switch poiché non scende a compromessi e non viene stordito dai confronti con le controparti: non abbiamo paura di dire che questa è la sua versione definitiva.
PRO
- Profondità di narrativa e comprimari
- Artisticamente molto ricercato
- Gwent portatile
CONTRO
- Qualche sbavatura di framerate