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Tony Hawk's Project 8 - Recensione

Il Falco sbarca finalmente su PS3. Nuova grafica e nuovi tricks. Bisserà il successo delle precedenti edizioni?

RECENSIONE di Antonio Fucito e Giorgio Melani   —   23/03/2007
Tony Hawk's Project 8
Tony Hawk's Project 8
News

Tony Hawk è un’istituzione nel mondo dei videogiochi, sinonimo di skateboard su console da 8 anni a questa parte. La serie, già conosciutissima dalle nostre parti, è praticamente mitologica oltre oceano, dove gli episodi dell’Uomo-Falco sono praticamente paragonabili, in termini di proselitismo, a FIFA o Pro Evolution Soccer in Italia.
Il successo di Neversoft è stato costruito quasi interamente dai primi due episodi, considerati tutt’oggi i migliori, che hanno raggiunto un enorme successo di critica e pubblico, piazzandosi in diverse testate giornalistiche del settore nella top ten dei migliori videogiochi in assoluto. Il brand è andato poi diluendosi negli episodi successivi, come spesso accade, non riuscendo a mantenere l’alto livello qualitativo e perdendosi in soluzioni di gioco e ambientazioni altalenanti.
Con l’ultima divagazione, American Wasteland, la saga è sembrata indirizzarsi verso la risalita della china, sensazione confermata da quest’ultimo Project 8, che indubbiamente riassesta la rotta su una strada più convincente.

Tony Hawk's Project 8 - Recensione
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Project 8

La storia è estremamente semplice, come si confà ad un gioco di skateboard d’altra parte. Impersonate infatti il ragazzo di turno con la passione per la tavola su ruote, a cui capita un’occasione da non perdere: c’è infatti nientemeno che Tony Hawk in persona in città, e sta cercando una squadra composta dagli 8 migliori skater della zona per creare una sua crew personale. Il Project 8, appunto.
Tutto il gioco è basato sul cercare di scalare la classifica dei migliori 200 skater fino ad entrare a far parte dei primi 8, e la strada è ovviamente molto lunga, visto che il nostro eroe sarà costretto a partire dall’ultimo posto. Dall’inizio ogni gara a cui parteciperemo, ogni missione intrapresa e ogni singolo trick effettuato con successo farà aumentare il punteggio, cosa che consentirà, gradualmente, la lunga scalata fino al successo. Oltre al mitico Birdman, sono diversi i professionisti inseriti: fra loro alcuni elementi della (relativamente) vecchia guardia come Bob Burnquist o Rodney Mullen, ma diverse sono le nuove introduzioni, con skaters più giovani e particolarmente talentuosi come Ryan Sheckler, Nyjah Huston e Paul Rodriguez, tutti riprodotti fedelmente (beh’, diciamo con alti e bassi) e inseriti nella mischia.

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It’s a skate-world

Una grossa novità introdotta da Neversoft in questo nuovo capitolo, è l’ampia zona di gioco messa a disposizione: una città intera è stata modellata per poter essere percorsa liberamente in lungo e in largo con lo skateboard, senza caricamenti intermedi né troppi muri invisibili, a parte quelli che delimitano le aree da sbloccare proseguendo nel gioco. Al termine del caricamento iniziale ci troveremo di fronte alla scelta del personaggio da una rosa di modelli prestabiliti, modificabile poi attraverso il tipico editor: i modelli selezionabili, purtroppo, non sono granchè e l’editor è uno dei più poveri visti negli ultimi titoli usciti, peccato. A questo punto, siamo pronti a lanciarci nella grande città uscendo direttamente da casa, seminando panico e distruzione inizialmente solo nel vicinato, ma aprendo presto la via a tutto il resto dei quartieri raggiungibili.
La città è vasta e molto variegata, piena di passanti e skater, e il fatto di poterla girare liberamente in dona la piacevole sensazione di trovarsi di fronte ad una sorta di free-roaming su tavola, piuttosto che chiusi all’interno di piccoli schemi separati da caricamenti millenari. Gli scenari vanno dal parco giochi, alla scuola, al centro della città: ambientazioni già viste in altre salse, ma mai così omogenee e strettamente collegate l’una all’altra.
Le zone in alcuni casi vanno sbloccate tramite il raggiungimento di qualche obiettivo particolare, come completare determinate “missioni”, fino all’apertura completa di tutte le aree a disposizione.

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Un lavoro impegnativo

Tutto il gioco è basato sull’accumulo di punti necessari ad aumentare le stat personali (suddivise nelle varie abilità fondamentali dello skateboard) e scalare la classifica dei migliori skater sulla piazza: i modi per raggiungere tali obiettivi sono innumerevoli.
Essenzialmente, ogni trick eseguito, vagando liberamente per l’area di gioco, consente di guadagnare punti, ma ci sono metodi più redditizi, costituiti dalle “missioni” e dalle “sfide”. Le missioni vengono spesso innescate dall’incontro con alcuni personaggi che popolano la città, e che vi chiederanno di fare le cose più disparate: c’è la fotografa che vi costringerà ad eseguire particolari trick in determinati punti, il ragazzo che si offrirà di girare il vostro demo, che dovrete inseguire eseguendo le mosse che vi indicherà via via, oppure alcuni personaggi che innescheranno le tipiche fasi definite “Classic Mode”, lascito degli episodi precedenti. In questi casi, ci troveremo con un limite di tempo entro il quale eseguire vari compiti, come buttare giù cartelli, spiccare salti particolari, raccogliere le lettere che compongono la parola “skate” o “combo”, e altro. Cose che ricordiamo fin dai primi capitoli di Tony Hawk.
Ci sono poi le sfide con i Pro e le competizioni: le prime si innescano quando all’interno delle varie zone ci imbattiamo negli skater professionisti facenti parte del cast scelto da Activision, che vi sfideranno in alcune tecniche delle quali sono specialisti. Le competizioni sono invece gare, che si tengono in alcuni punti precisi della mappa. Queste sono suddivise in due parti distinte, nella prima si dovrà raggiungere il punteggio minimo per entrare a far parte della competizione, che costituirà la seconda parte.
Ogni evento citato può essere concluso con tre diversi risultati, ognuno caratterizzato da un punteggio minimo da ottenere per essere raggiunto: “AM”, “Pro” e “Super”, il risultato più alto significherà ovviamente una maggiore quantità di posizioni scalate nella classifica globale.

Tony Hawk's Project 8 - Recensione
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Nail the trick

La modalità Nail the Trick è probabilmente l’aggiunta più interessante nella struttura di gioco di Tony Hawk. Immaginate la scena: vi dirigete a grande velocità verso un dirupo, o un salto particolarmente alto, appena vi trovate in aria premete uno qualsiasi degli analogici e scatta la magia.

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Nail the trick

La telecamera effettua uno zoom sullo skater e sulla tavola, il tempo rallenta in un magnifico slow-motion che focalizza tutta l’attenzione sul trick, e i due analogici vi permetteranno di controllare liberamente le gambe del personaggio. Attraverso movimenti leggeri degli stick si effettuano brevi tocchi sulla tavola, atti a farla roteare e movere in diverse direzioni.

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Nail the trick

Con la giusta leggerezza e un buon tempismo, è possibile innescare devastanti combo fino agli ultimi centimetri di volo, prima dell’atterraggio. Esaltante.

Cosa c'è di nuovo

Al di là della grafica, la prima novità che risalta in questo capitolo è la vastità dell’area di gioco e la libertà d’azione consentita all’interno di questa, ma la cosa si porta dietro anche una nota negativa: il design non sempre convincente delle ambientazioni. L’intera città è fin troppo piena di rampe, muretti, spine, ringhiere sopraelevate e half pipe, senza contare la possibilità di grindare praticamente su ogni superficie. Per fare un esempio, una delle prime missioni vi richiederà di attaccare dei manifesti eseguendo dei wallride su diverse pareti: la difficoltà maggiore sta nel fatto di riuscire ad effettuare l’holly nel segmento esatto per prendere quota e raggiungere il muro, perché se si preme troppo presto il tasto Y si finirà il più delle volte ad eseguire un grind sull’orlo del marciapiede. Gli elementi dello scenario interagibili e su cui effettuare trick sono davvero troppi e troppo ravvicinati, rendendo l’esecuzione delle mosse e delle combo troppo artificiosa ed esagerata.
Di converso, vi ritroverete ogni tanto a cercare rifugio nel capannone dedicato all’addestramento: qui una schiera di skater professionisti vi istruiranno sulle varie tecniche in cui sono specializzati (Paul Rodriguez sul “Rail”, Mike Vallely sul “Wall”, a Tony Hawk è ovviamente dedicato il ”Vert Air”), da eseguire passo per passo. La relatività semplicità dell’area è come una boccata d’aria fresca rispetto all’intricata matassa di lines di cui è composta la città al di fuori.
Le nuove aggiunte probabilmente più impressionanti sono il Focus Mode e la modalità Nail the Trick, nelle quali il gioco da grande sfoggio di effetti, in maniera piuttosto impressionante. Il Focus Mode può essere innescato riempiendo la barra “Special”, attraverso l’esecuzione e la corretta conclusione di trick e combo. Una volta riempita, con la pressione di uno degli analogici si effettuerà uno zoom sullo skater e il tempo rallenterà in uno spettacolare slow-motion, che metterà in risalto i tricks effettuati nell’arco di tempo successivo.
Nail the Trick è invece una nuova modalità, che viene spiegata altrove più nel dettaglio, che consente la creazione in tempo reale dei tricks, basandosi sull’uso degli analogici e dello slow-motion, una delle caratteristiche più piacevoli e appaganti di questo Project 8.
Tra le novità, colpisce la povertà dell’editor del personaggio, che consente veramente poche variazioni su modelli base già scarsi e non bellissimi, e la quasi totale assenza di un editor per creare ex-novo aree personalizzate. Ci sono alcuni punti della mappa dove è consentito spostare gli elementi dello scenario a piacimento, ma siamo lontani da un vero e proprio editor “create a park”, cosa strana visti i presupposti next gen di questo capitolo.

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La Tavola Sotto le Dita

Come ogni capitolo della serie Tony Hawk, anche questo si basa essenzialmente sulla padronanza del sistema di controllo, sulla coordinazione e sul giusto tempismo con cui impartire i comandi allo skater, ovviamente in relazione alla posizione di quest’ultimo rispetto agli elementi dello scenario. Il controller consente l’esecuzione di un grandissimo numero di tricks e combo, una volta lottato un po’ per addomesticarlo. Rispetto alla versione per X360, quella per PS3 è caratterizzata dall'implementazione delle possibilità offerte dai sensori del Sixaxis. Si possono effettuare tricks, grindings e rotazioni semplicemente ruotando il pad e cercando l'equilibrio perfetto.
Bisogna comunque aggiungere che è nettamente preferibile, il classico stick analogico rispetto all'innovativo sistema di controllo. C'è troppa imprecisione nel controllare lo skater contorcendosi freneticamente per azzeccare l'angolo giusto di rotazione. Anche se è dannatamente divertente! Resta il fatto che il gioco ci mostra tutte le potenzialità del Sixasis, assolutamente da limare ma comunque interessanti.
Un'altra peculiarità, purtroppo negativa, della versione PS3 di Project 8 è la totale mancanza di supporto al gioco online. Un vero peccato visto che su X360 è una feauture decisamente interessante e ben realizzata.

Grafica e Sonoro

Project 8 è dunque la prima iterazione della serie a raggiungere le piattaforme di nuova generazione con un motore grafico puramente next gen, e i cambiamenti sono notevoli. In particolare, le animazioni basate sul motion capture sono molto realistiche e piacevoli, e i modelli poligonali più dettagliati rendono il movimento molto più credibile, pur nell’ovvia esagerazione del gioco. Il vasto scenario colpisce probabilmente più per la sua ampiezza che per la qualità grafica, che al di là di texture dettagliate, bump mapping e rari effetti non impressiona più di tanto, afflitto spesso anche da cali di frame rate che tendono a far perdere la concentrazione, oltre ad essere intrinsecamente fastidiosi. In generale, il comparto grafico non fa gridare al miracolo, ma esegue bene la sua funzione, soprattutto nella qualità delle animazioni e in modo particolare durante il Focus Mode e il Nail the Trick.
Purtroppo la versione PS3 cede il fianco a problematiche di frame rate rispetto a quella per X360, decisamente più stabile, altrimenti del tutto simile alla sua controparte Microsoft.
L’audio comprende la prevedibile pletora di canzoni su licenza, caratteristica da sempre strettamente collegata alla serie: i generi si aggirano sul Punk, il Rock e qualcosa di Hip Hop, con brani quasi sempre azzeccati anche se si rimpiangono un po’ (ma è un parere soggettivo) le vecchie tracklist ricche di pezzi Punk e Hardcore Melodico, un tempo considerati generi strettamente correlati all’ambiente skate. Per il resto, l’audio si attesta nella norma, concentrandosi per la maggior parte sul rumore della tavola che scivola sulle varie superfici e che impatta sugli ostacoli, con pochi effetti ambientali, al di là delle occasionali voci dei passanti nelle vicinanze.

Tony Hawk's Project 8 - Recensione
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Commento

Tony Hawk’s Project 8 non è sicuramente il titolo seminale che fu Pro Skater 2, ma si tratta in ogni caso di un gioco estremamente divertente. Chiaramente, la cultura skate dalle nostre parti non è paragonabile a quella americana, dunque il pubblico è necessariamente più ristretto in Italia, dove non tutti apprezzeranno la struttura del gioco, basata essenzialmente sulla pressione di tasti e stick con il giusto tempismo e coordinazione. L’idea di un’area di gioco unitaria e vasta da percorrere liberamente è piacevole, pur con tutti i pro e i contro del caso. Se siete in cerca di un gioco di skateboard, potete procedere sicuri all’acquisto di questo titolo che rappresenta comunque un bel passo avanti rispetto agli ultimi capitoli della serie. Se invece non siete pratici del genere, vi aspetta un po’ di lavoro nel cercare di padroneggiare al meglio il sistema di controllo, ma se passate indenni le prime sessioni un po’ frustranti scoprirete che questo titolo sa regalare soddisfazione e divertimento in quantità.

    Pro:
  • Un’intera città da esplorare in skateboard
  • Belle le modalità Focus e Nail the Trick
  • Significativo miglioramento nella grafica
    Contro:
  • Qualche problema di framerate e assenza della modalità online
  • Scarso editor del personaggio e delle zone di gioco
  • Nulla di decisamente nuovo rispetto alla serie