Nel blu dipinto di blu
La Campagna, cuore del gioco che comunque offre anche una modalità Free Flight nonché un bel multiplayer per quattro giocatori, comincia con tre missioni di addestramento che ci permetteranno di prendere confidenza coi sistemi di controllo, che sono due, Arcade e Simulation. Non lasciatevi ingannare dal nome però, in quanto il secondo, pur risultando effettivamente più impegnativo del primo, di velleità simulative ne ha comunque pochine: in pratica l’unica differenza è che per virare non vi basterà semplicemente pigiare destra e sinistra sulla croce direzionale, ma dovrete prima girare di 90° il vostro mezzo e poi spingere la cloche in basso. A parte questo rimane tutto identico, compreso l’armamentario che si limita alla classica mitragliatrice dai proiettili infiniti e a un centinaio di missili equamente divisi tra guidati, per i MIG nemici, e non, per le strutture ferme a terra o in mare. I tre aerei disponibili, F-14 Tomcat, F-16 Fighting Falcon e F/A-18 Hornet, sono ben riprodotti graficamente ma non sembrano presentare poi tante differenze all’atto pratico, e comunque all’inizio avrete accesso al solo classico F-14.
L’azione è piacevole, puramente arcade, priva di particolari difetti ma anche di pregi stratosferici
Nel blu dipinto di blu
Il controllo dell’aereo avviene esclusivamente tramite croce direzionale e tasti, mentre sul touch screen verrà visualizzato un radar (utile fino a un certo punto, perché ci dice la posizione ma non l’altezza di amici e nemici, e spesso specie alle prime partite, si tende a perdere un attimo il senso dell’orientamento e a ritrovarsi fuori dall’area della schermaglia) e un pulsante per cambiare la visuale, da esterna a interna. Dopo l’addestramento ci si butta subito nel vivo nell’azione, impegnati ad affrontare ondate di MIG accompagnati da uno o due alleati, senza disdegnare di abbattere qualche obiettivo a terra, il tutto in un ambiente completamente 3D dove scorazzare a piacimento, e quindi non costretti nei binari tipici di altri giochi del genere. L’azione è piacevole, puramente arcade, priva di particolari difetti ma anche di pregi stratosferici: gli avversari offrono sempre una sfida degna anche se non sono guidati da un’intelligenza artificiale particolarmente sviluppata; invece, i programmatori hanno usato i classici trucchetti da arcade come un numero spropositato di nemici in alcuni casi, e una possibilità di essere colpiti dettata più dalla situazione e dal livello di difficoltà che non da un vostro errore o da un pilota russo particolarmente abile. La difficoltà è aumentata anche dal fatto che una volta abbattuti le missioni andranno intraprese di nuovo dall’inizio, e considerata la lunghezza di alcune di queste, ogni tanto si sfocia nel frustrante.
Missili Cruise
Ehm… Tornando a noi: il multiplayer presenta la sempre gradita possibilità di condividere una sola cartuccia, anche se in questo caso la scelta degli aerei è limitata al solo Tomcat; il che non è comunque una perdita irreversibile, vista la citata somiglianza nel comportamento dei tre mezzi presenti. Piuttosto è l’azione di gioco in sé, in multi, che risulta abbastanza deludente, inferiore all’esperienza in singolo che si basa sulle orde di nemici da affrontare ed evitare, cosa che viene a mancare combattendo gli amici.
La grafica di Top Gun si presenta abbastanza dettagliata e precisa nella riproduzione degli aerei e soprattutto molto fluida (60 fps granitici) e veloce, anche considerando un bell’effetto atto a rappresentare il senso di velocità quando questa si spinge oltre un certo livello. Dall’altro lato, quello dei difetti, il terreno e il mare sono ben poco dettagliati e soprattutto le texture sono di qualità molto bassa, presentando quella sporcizia e bassa risoluzione tipica delle prime produzioni per DS. Gli scenari poi sono abbastanza vari, anche se non c’è niente di nuovo per quanto riguarda il genere.
Il sonoro è invece quasi del tutto negativo, anonimo rock anni ’80 ad accompagnare le nostre ardite manovre, e poche frasi campionate, tra l’altro male, che ben presto inizierete ad odiare per la frequenza con le quali si propongono Dello scarsissimo sfruttamento della licenza abbiamo già parlato, non ci rimane allora che passare in scioltezza al commentino finale…
Top Gun è un arcade puro e semplice, che fa il proprio sporco lavoro in maniera neanche malvagia. Non gli si possono attribuire chissà quali nefandezze, se escludiamo un sonoro scadente e uno sfruttamento della bella licenza prossimo allo zero, eppure sono rarissime le occasioni in cui vi sentirete gratificati nell’azione di gioco tutto sommato blanda e lineare. Saranno ore piacevoli e nulla più quelle in cui accompagnerete Maverick e compagni nelle loro missioni, ma ci chiediamo a questo punto perché, con tante esperienze di gioco ben più esaltanti presenti su DS, dovreste accontentarvi di passare un po’ di tempo spensierati. Certo, le alternative dello stesso genere non sono poi tante, e se proprio morite dalla voglia di arruolarvi nell’Aeronautica… Cercatelo a noleggio!
Pro
- Perfettamente fluido e veloce
- Mezzi ben riprodotti graficamente
- Quasi sempre piacevole da giocare…
- …ma nulla più
- Sonoro da dimenticare
- Licenza sfruttata ben poco
E sono problemi che il qui presente Top Gun difficilmente aiuterà a risolvere. Strano destino, quello dei tie in di questo storico kolossal, che sono tanti a partire dall’era NES, ma che per qualche strano motivo non hanno mai sfruttato a pieno una licenza che ancora oggi può apparire abbastanza succosa. A bene vedere il motivo non è neanche stranissimo, si tratta semplicemente del costo della licenza, ma oggi come oggi vediamo film ben meno importanti con licenze ben più costose, sfruttate però fino al midollo con la riproduzione nel videogame dei dettagli anche più insignificanti… Con Top Gun però ci dobbiamo accontentare di un solo pezzo della bella colonna sonora, dei nomi dei quattro protagonisti, Maverick, Jester, Iceman e Slider accompagnati da bellissimi volti completamente oscurati, di tre aerei e di una campagna che presenta qua e là qualche elemento visto nel film. Così, con l’animo poco predisposto (almeno se siete tra i fan di Tom di cui sopra), saliamo a bordo del nostro ferrovecchio e ci accingiamo al decollo…