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Transformers

Uno dei titoli più attesi dell'anno è finalmente arrivato su PS2. Melbourne House sale in cattedra per mostrare a tutti come si realizza un tie-in coi controfiocchi.

RECENSIONE di Tommaso Pugliese   —   04/05/2004
Transformers
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Ho già scritto tempo fa sull'argomento: i tie-in generalmente sfruttano la popolarità della serie da cui sono tratti per nascondere i propri punti deboli. Nel momento in cui la produzione di un gioco viene affidata a mani esperte, però, e vengono messe a disposizione le risorse necessarie per realizzare qualcosa di buono, la storia cambia. Finora (e parlo di trent'anni di videogiochi) ciò si è verificato talmente di rado che è difficile ricordare i casi specifici. I responsabili di Melbourne House, il team che ha dato vita a Transformers, hanno chiarito che il loro ultimo lavoro è un gioco da prendere in considerazione a prescindere dalla licenza Hasbro/Takara, e anzi hanno invitato i possessori di PS2 a dimenticare che si tratta di un tie-in. In realtà, Transformers va oltre questi concetti: si tratta di un gioco dalla struttura ricca, che all'azione (e che azione!) unisce elementi strategici ed esplorativi degni dei migliori prodotti del genere; e che condisce il tutto con una chiara passione per i robot trasformabili che vengono da Cybertron, coinvolgendoli in un'avventura semplice ma affascinante, densa di spunti per gli appassionati e di simpatici extra. Ma andiamo con ordine...

Transformers, il gioco

Inizialmente intitolato "Transformers Armada" per via del chiaro riferimento alla omonima serie animata, poi ribattezzato semplicemente "Transformers" per una questione di mero richiamo (suppongo), il gioco racconta la propria storia attraverso una serie di sequenze animate di eccezionale fattura, che si intersecano con i momenti topici dell'avventura. Ci troviamo su Cybertron, un milione di anni fa. Il pianeta è popolato da robot dotati di coscienza, governati dal valoroso gruppo degli Autobot... questo finché il malvagio Megatron e i suoi Decepticon non trovano il modo per amplificare la propria potenza e rovesciare il governo, gettando Cybertron in un caos tirannico. Il segreto è nei Mini-Con, una razza di Transformers di piccole dimensioni che possono combinarsi ai Decepticon o agli Autobot per dotarli di nuovi poteri. Alcuni Mini-Con riescono a liberare i propri compagni dalle prigioni di Megatron e scappano a bordo di un'astronave verso la libertà, ma le cose non vanno nel migliore dei modi e questi piccoli Transformers precipitano sul pianeta Terra, risvegliandosi solo ai giorni nostri. Una volta scoperta la posizione dei Mini-Con, i Decepticon raggiungono la Terra in massa per trovarli e, già che ci sono, colonizzare il pianeta. Sarà compito di Optimus Prime e dei suoi Autobot fermare i nemici di sempre... Il giocatore può decidere di impersonare uno dei tre Autobot a disposizione: Optimus Prime (potente ma lento), Red Alert (piuttosto equilibrato) oppure Hot Shot (molto rapido ma poco adatto agli scontri ravvicinati). Effettuata la scelta, si parte alla volta della prima zona in cui sono stati individuati dei Mini-Con. Qui, seguendo le indicazioni inviate dai propri compagni, si dovrà affrontare un gran numero di Decepticon e trovare tutti i Mini-Con nascosti. Una volta trovato un Mini-Con, è possibile utilizzarlo a vantaggio del proprio alter ego e assegnarne le funzioni a uno dei quattro tasti dorsali del Dual Shock 2, controllandone la disponibilità tramite apposite barre. Quando il numero dei Mini-Con raccolti supera le quattro unità, bisogna selezionare quelli desiderati prima di partire in missione, stando attenti a combinarli in modo che non sovraccarichino il sistema (non è possibile, infatti, utilizzare solo Mini-Con di grande potenza). Dal secondo livello in poi il nostro personaggio verrà anche accompagnato da un Mini-Con "spalla", che supporterà i nostri attacchi e ci darà la possibilità di combinarci con lui (tasto Quadrato) per diventare più veloci del nemico in una sorta di "bullet time" spettacolare ma da usare con parsimonia (consuma energia). A queste abilità speciali si accompagnano, naturalmente, le normali funzioni del nostro Autobot: l'attacco di base (tasto R1, che può essere modificato a seconda dei Mini-Con disponibili), il salto (tasto L1, con lo stesso discorso

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per i Mini-Con assegnati) e la possibilità di trasformarsi rapidamente in un veicolo. Questa particolarità dei Transformers viene sfruttata in modo intelligente dagli sviluppatori: i personaggi si muovono in modo lento proprio per sfruttare la velocità della modalità veicolo all'occorrenza, ovvero per velocizzare l'esplorazione di determinate zone o sottrarsi a una battaglia numericamente sfavorevole. Nel momento in cui il giocatore prende confidenza con il sistema di controllo, può usare la trasformazione in modo assolutamente dinamico e convincente, soprattutto quando si affrontano i boss: allontanarsi dagli attacchi sottoforma di auto, diventare robot e già a mezz'aria scaricare verso il proprio nemico tutte le armi disponibili. Si tratta di sequenze difficili da descrivere a parole, ma davvero eccezionali da vivere nel gioco. Il combattimento merita un discorso a parte, in quanto aperto a numerosi approcci. Il nostro personaggio si sposta nelle tre dimensioni utilizzando in combinazione le levette analogiche, un po' come succede negli sparatutto in prima persona. La presenza costante di un mirino su schermo chiarisce le idee su come si debbano portare gli attacchi a distanza, ma non è tutto: premendo il tasto Cerchio, oppure la levetta analogica destra sulla sua asse, si entra in una modalità con visuale in prima persona e tre livelli di zoom, ottima per attaccare da lontano (magari con un'arma Mini-Con apposita o quando si è dotati di un Mini-Con che amplifica la portata delle proprie bocche da fuoco) o semplicemente per scrutare l'orizzonte alla ricerca dei bagliori dorati emanati dai Mini-Con. Nel momento in cui un nemico ci aggredisce da vicino, è possibile premere il tasto R1 ripetutamente per colpirlo con pugni e calci, dando vita a una combinazioni di colpi dalla potenza diversa a seconda del personaggio (e dei Mini-Con utilizzati, come al solito).

Livelli e Mini-Con

Per ampiezza e dettaglio, le ambientazioni di Transformers sono tra le migliori mai viste in un gioco d'azione. Il motore grafico muove davvero tantissimi poligoni in modo estremamente fluido e convincente (soprattutto con la modalità a 60 Hz attivata), e le incertezze si contano sulle dita di una mano. Di certo si potrebbe obiettare che mancano scenari urbani, ma nessuno si è posto il problema per Halo e quindi va bene così. Ad ogni modo, spero nella loro presenza in un eventuale sequel: far girare i propri Autobot in modalità veicolo sull'asfalto sarebbe senza dubbio affascinante. Ci si ritrova a esplorare foreste, montagne o desolate lande ghiacciate, con una capatina finale su Cybertron che rappresenta una variazione sul tema e un degno finale per un prodotto del genere. Ogni scenario contiene un certo numero di Mini-Con e Info-Con (ovvero bonus in grado di sbloccare gli extra del gioco), ma non è necessario raccoglierli tutti per completare il livello. Anzi, è impossibile raccoglierli tutti fin da subito: per farlo occorre avere a disposizione determinate capacità, acquisibili solo nei livelli successivi (ad esempio il Mini-Con che permette di planare per lunghe distanze, o quello che potenzia il salto). Dunque bisogna solo seguire le indicazioni e raggiungere il lungo in cui ci si scontrerà con l'inevitabile boss di fine livello, rappresentato dai Decepticon più importanti (Cyclonus, Starscream, il

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gigantesco Tidal Wave, Megatron e infine... be', lo scoprirete da soli). Sconfitto il nemico, potremo accedere allo stage successivo o rigiocare quello appena completato. Il fattore "rigiocabilità", in effetti, è stato tenuto in grandissima considerazione da Melbourne House: quando si torna nei livelli completati, e a un certo punto bisogna farlo per forza di cose, si trovano molti più nemici da affrontare e le cose sono più difficili. Fortunatamente ci sono diversi "checkpoint" tramite cui è possibile salvare i progressi (nella fattispecie i Mini-Con raccolti) o tornare al quartier generale per cambiare personaggio o utilizzare Mini-Con diversi. I Mini-Con rappresentano una variabile di grande valore, per il gioco. Quelli da raccogliere sono tantissimi, e ognuno di essi fornisce un'abilità peculiare entro un determinato ambito. Ci sono i Mini-Con che potenziano o sostituiscono l'arma principale, quelli che forniscono un'arma secondaria (missili a ricerca e non, fucili di precisione, mine di vario genere, ecc. ecc. ecc.), quelli che agiscono sulla mobilità (aliante, super salto, super scatto e via dicendo) e, infine, quelli che migliorano le capacità difensive del proprio Autobot (schermi riflettenti di varia potenza, campi di forza offensivi, ecc.). È anche possibile utilizzare Mini-Con che migliorano le doti di attacco ravvicinato o quelli che servono per amplificare i sensori del personaggio in modo da localizzare gli altri Mini-Con o i Decepticon. Come ho già scritto, assegnare i Mini-Con ai tasti dorsali del pad richiede anche un po' di strategia: ogni potenziamento ha un certo valore di "efficacia", e non è possibile superare un determinato limite pena il "sovraccarico", dunque si deve scegliere in base alle caratteristiche del livello e in base al tipo di azione che si desidera. Un modo realistico e intelligente per limitare gli aiuti del gioco e mantenere una certa coerenza nella difficoltà degli stage.

I Decepticon

Nel gioco, l'esercito dei Decepticon è numerosissimo e si muove grazie a delle navi da trasporto (molto difficili da abbattere) che raggiungono prontamente i luoghi di sbarco quando necessario. Le unità più numerose, ovviamente, sono anche quelle meno resistenti: basta qualche raffica per distruggerle. Il discorso, però, si fa ben presto diverso: cominciano a vedersi robot più coriacei, addirittura dotati di scudi, o le temibili "unità pesanti", ovvero robot decisamente grossi, che vi scaricano addosso laser e missili senza badare a spese. Ci sono molti modi per affrontare i combattimenti, sfruttando le possibilità offerte dagli sviluppatori: si può falcidiare il gruppo dei nemici da lontano prima di lanciarsi per terminare il lavoro e raccogliere l'energia lasciata dai robot distrutti (molto importante, occhio), oppure stare a media distanza e muoversi continuamente mentre si fa fuoco verso il primo avversario a portata di fucile. O ancora scegliere

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la strada "caotica": arrivare sul posto lanciati a folle velocità in modalità veicolo, investire due o tre nemici e trasformarsi al volo per piazzare i missili sui Decepticon ancora in piedi, chiudendo la pratica con una raffica dell'arma base. È ovvio che ogni approccio implica vantaggi e svantaggi, e che i Mini-Con dalle proprietà difensive (che migliorano la resistenza del personaggio o gli mettono a disposizione scudi deflettori dalla diversa efficacia) offrono un grandissimo aiuto nelle situazioni più difficili, quando bisogna scontrarsi contro decine di robot che non sono solo furibondi e desiderosi di farci a pezzi, ma che sanno anche combattere e lo dimostrano schivando i missili o nascondendosi dietro eventuali ripari. L'apoteosi si raggiunge nello scontro con alcuni boss, quando il giocatore si trova a vivere momenti di azione pura, in cui bisogna essere scaltri ma anche precisi. Non posso non citare il combattimento con Tidal Wave, che in pratica è una enorme nave da guerra che si trasforma in un robot alto qualche chilometro. Per sconfiggerlo è necessario colpirne la testa, ma non è così facile: il simpatico Decepticon possiede un arsenale da paura e non ha remore a utilizzarlo. Vi ritroverete a trasformarvi in auto per correre via tra esplosioni di missili, evitando laser che tagliano il terreno fino a trovare riparo dietro alcune rocce e lì, finalmente, organizzare un attacco. Un'esperienza fantastica.

Realizzazione tecnica

Non esiste un gran gioco che non sia anche bello da vedere. La realizzazione grafica è assolutamente importante, addirittura fondamentale con l'avvento degli attuali sistemi da gioco, e Transformers non delude affatto sotto questo aspetto. Ho già scritto che i livelli sono enormi, ricchi di dettagli e molto ben progettati, ma non ho menzionato i numerosi effetti di illuminazione che li arricchiscono e ne esaltano i panorami. Un gran bel vedere, insomma, con l'unica riserva che ho già fatto in precedenza: non ci sono ambientazioni urbane. Magari la prossima volta. I personaggi giocabili sono solo tre (e questa è un'altra cosa da

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rivedere per un eventuale sequel), ma offrono una gamma completa per quanto concerne le caratteristiche e vantano una realizzazione assolutamente fedele alle controparti originali. È interessante anche considerare che le varie sequenze animate (eccezionali, ripeto) cambiano protagonista a seconda dell'Autobot selezionato per affrontare lo stage. La qualità delle animazioni è alta sia per gli Autobot che per i Decepticon, e in effetti non c'è l'ombra di una disattenzione: tutta la grafica si mantiene su livelli alti, dal primo all'ultimo stage, sia per i personaggi importanti che per quelli di secondo piano. Un lavoro eccellente. La magnificenza della grafica viene coronata da un comparto sonoro all'altezza, dotato di musiche di grande valore (che sul finale riprendono il tema originale della serie) e di effetti molto convincenti. Il gioco è stato completamente tradotto in Italiano da Atari, con un doppiaggio di buona fattura che vede la presenza del solito Marco Balzarotti.

Conclusioni

Multiplayer.it
9.0
Lettori (23)
8.3
Il tuo voto

Come si evince chiaramente da questa lunga recensione, Transformers è un gioco di grandissimo valore, davvero imperdibile per gli appassionati dei trasformabili Hasbro/Takara. Ma è un prodotto eccezionale anche per tutti gli altri giocatori, e praticamente non gli manca nulla: ha un'ottima grafica, delle belle musiche e una struttura di gioco di grande spessore. Transformers non teme il confronto con i migliori action game attualmente disponibili per tutte le piattaforme, e mostra come sia possibile realizzare un ottimo tie-in quando c'è la seria intenzione di farlo. Un applauso.

PRO

  • Tecnicamente straordinario
  • Level design eccezionale
  • Azione spettacolare e ricca di spessore

CONTRO

  • Niente da segnalare