La recensione di Unmaze racconta di una particolare avventura narrativa per piattaforme mobile a base di labirinti, mitologia greca modernizzata, luce e ombra. È prima di tutto un esperimento narrativo, una di quelle digressioni artistiche nell'ambito dei videogiochi che spesso offrono ben poco dal punto di vista del gameplay e si concentrano soprattutto su "esperienze" in termini di racconto o semplicemente contemplazione estetica, e tutto sommato anche questo titolo di ARTE Experience (il nome dice già tutto) non sfugge più di tanto a questa catalogazione.
Ci sono però degli elementi indubbiamente interessanti in tutto questo, a partire proprio dal soggetto del racconto, per arrivare ad alcune meccaniche di gioco che sfruttano degli insospettabili gimmick da vecchia scuola Nintendo, facendo le dovute proporzioni. In ogni caso, bisogna tenere presente che si tratta soprattutto di un racconto interattivo, sul cui sviluppo abbiamo però un certo grado di influenza, attraverso varie scelte.
La storia di Ariadne, Theseus e Asterion
La storia si ispira liberamente ad alcune figure della mitologia greca, ma calate in un contesto completamente diverso e moderno, pur rimanendo sospesa in una dimensione misteriosa visto che quello rappresentato nel gioco non è chiaramente il normale mondo terreno.
Il giocatore assume il ruolo di Ariadne, una ragazza che ha appena perso la madre e si ritrova a dover guidare due ragazzi, Asterion e Theseus, fuori da strani labirinti in cui sono finiti in maniera misteriosa. L'introduzione non spiega praticamente nulla e i vari rapporti tra i personaggi, così come i diversi caratteri e vari retroscena di ognuno dei tre, emergono solo sulla distanza, attraverso i dialoghi costanti in quella che è a tutti gli effetti una sorta di visual novel. Veniamo così a scoprire che Asterion è il fratello di Ariadne, dal carattere un po' scontroso e tenebroso, tendente al pessimismo e al vittimismo e con possibili scatti d'ira, mentre Theseus è il fidanzato della protagonista, più solare ma non meno "ruvido" sotto diversi aspetti, soprattutto perché non sembra correre buon sangue tra i due ragazzi.
Ariadne riesce a vedere i due attraverso un cristallo ed è l'unica che può guidarli fuori dai labirinti, scegliendo per loro (con il tocco sullo schermo da parte del giocatore) la strada da seguire e l'obiettivo da raggiungere. Il tutto mentre si cerca di capire come ci si sia trovati in questa situazione, cosa siano questi labirinti e in quale dimensione si trovino i due, e al contempo anche cercando di risolvere delle evidenti fratture che ci sono nei rapporti fra i tre protagonisti.
Il racconto si svolge essenzialmente attraverso i dialoghi tra Ariadne e i due ragazzi in maniera alternata e consente un certo grado di interazione nella scelta delle frasi da dire, che sottendono atteggiamenti diversi di volta in volta: si può scegliere di essere più energici o più protettivi, cosa che può avere conseguenze leggermente differenti anche a causa dei caratteri praticamente opposti dei due giovani, ma quello che modifica effettivamente l'andamento della storia è soprattutto il tempo passato in compagnia di uno o dell'altro, cosa che dipende direttamente dalla meccanica di gioco.
Luce e ombra
Il gameplay di Unmaze si basa su un gimmick che ci riporta ai tempi di Boktai per Game Boy Advance: il fatto di rivolgerci a un ragazzo o all'altro, i quali si trovano in ambientazioni o forse addirittura dimensioni diverse, dipende dall'esposizione dello smartphone alla luce. Dopo una veloce calibrazione iniziale, possiamo orientare lo smartphone in modo da esporlo alla luce per poter guidare Theseus, oppure tenerlo all'ombra per interagire con Asterion. Questa soluzione, seppure inizialmente simpatica, si rivela presto decisamente scomoda in diversi frangenti, perché spesso è necessario passare velocemente da una condizione all'altra richiedendo una variazione netta dell'esposizione alla luce che non è facile da trovare in qualsiasi momento.
Per il resto, non si vedono meccaniche elaborate: si tratta semplicemente di avanzare per i labirinti, i quali presentano diverse strade ma praticamente nessun elemento di sfida, e proseguire nei dialoghi. In certi casi i ragazzi incontrano delle strutture particolari che innescano delle scene d'intermezzo in grado di svelare qualcosa di più della storia e dell'ambientazione e questo rappresenta una buona base per la rigiocabilità di Unmaze, perché a seconda delle strade scelte si possono trovare ambientazioni diverse all'interno dei cinque livelli principali, scoprendo dunque scene e informazioni differenti.
L'influsso maggiore che il giocatore ha sullo sviluppo della storia è dato dalla quantità di tempo passata con uno o l'altro ragazzo, che comporta una loro differente evoluzione. In base a come si progredisce sotto questo aspetto, uno dei due ragazzi si trova a perdere parti di umanità e acquisire parzialmente delle caratteristiche da bestia, finendo per somigliare sempre più ai minotauri e alle varie figure inquietanti che vagano per i labirinti del gioco. Anche questo può rappresentare un altro elemento di rigiocabilità, visto che la differente concentrazione su Theseus o Asterion porta a finali diversi: in definitiva, gli escamotage in questione consentono di allungare nettamente la durate del gioco che altrimenti risulta alquanto esigua, dal momento che si può giungere al termine dei cinque livelli in circa tre ore.
Le idee originali non mancano, ma per essere uno dei tipici titoli che cercano prima di tutto di offrire "un'esperienza" particolare più che un semplice gioco, ci sono alcuni elementi che possono risultare critici. Non c'è una traduzione in italiano e l'inglese utilizzato presenta alcune incongruenze in termini qualitativi: in generale, la scrittura è piuttosto lontana dal lirismo poetico che il riferimento alla mitologia greca potrebbe far supporre.
Questo aspetto da una parte presenta elementi simpatici, come i riferimenti diretti alla cultura popolare che rendono il tutto particolarmente vicino alla realtà dei giocatori, ma dall'altra tende a perdersi in dialoghi piuttosto futili, con personaggi che in certi casi sembrano tutt'altro che intriganti. Lo stile grafico disegnato in stile fumetto in bianco e nero potrebbe risultare un po' grezzo, ma è dotato di una notevole potenza evocativa che richiama le opere di Escher nelle architetture dei labirinti e contribuisce a marcare in maniera decisa la particolare identità di Unmaze.
Conclusioni
Unmaze è un gioco sicuramente molto originale e che parte da buone premesse, perdendosi un po' in una realizzazione non sempre all'altezza dell'idea iniziale, tra difetti nella meccanica di gioco e una scrittura un po' discontinua. Il gimmick dell'alternanza tra luce e ombra è ottimo come idea ma si rivela anche scomodo da seguire, mentre funziona molto bene l'idea di avere nelle proprie mani il destino dei due ragazzi, da portare avanti in base alle decisioni del giocatore. Tutto sta nel farsi prendere dalla storia e dall'atmosfera, visto che il gameplay è quasi inesistente, e su questo aspetto intervengono necessariamente dei fattori soggettivi: pertanto il consiglio è di provare la versione gratuita che offre il primo capitolo intero da giocare e vedere se tanto basta a farvi coinvolgere per arrivare in fondo, cosa che potrebbe non essere proprio per tutti.
PRO
- Bella idea di partenza e atmosfera generale
- La possibilità di influire sul destino dei due ragazzi è coinvolgente
- Buoni spunti per la rigiocabilità
CONTRO
- Gameplay ridotto all'osso e sistema luce/ombra un po' scomodo
- I dialoghi non sono sempre di alto livello, rispetto alle premesse