L’insostenibile leggerezza dell’essere...ricchi.
Sviluppato da Treasure per conto di Nintendo, Wario World parte da una premessa narrativa estremamente semplice, come tradizione insegna. Nella sua sconfinata brama di ricchezza, il nostro (anti) eroe ha osato rubare un diamante maledetto, stipandolo con noncuranza nel bel mezzo della sua enorme mole di tesori: prontamente la gemma ha preso vita e si è prodigata nel trasformare tutti gli averi di Wario in mostri e costringendo così il paffuto protagonista a dover girovagare per i vari livelli nel tentativo di recuperarli. Il gioco si presenta come un platform a “due dimensioni e mezzo”, nel senso che l’inquadratura riprende l’azione dal lato come i titoli 2D, ma è possibile muoversi anche nella profondità consentita dal tipo di terreno che si sta calpestando. I diversi stage condividono una struttura molto simile: ognuno contiene dei nemici da abbattere, delle monete da raccogliere, dei tasti (più o meno nascosti) da attivare per far comparire scrigni contenenti altrettanti tesori e una serie di botole che portano a piccoli sotto-livelli di natura prettamente piattaformistica. Dispersi all’interno degli scenari, inoltre, vi sono dei cristalli rossi indispensabili a sbloccare la via verso il boss di turno e i frammenti di una statua d’oro raffigurante Wario, che una volta ricostruita permette di guadagnare mezzo cuore che va ad aggiungersi alla scorta vitale del nostro protagonista. Peccato che questa assai raramente rischierà di estinguersi, a causa dell’estrema facilità di Wario World, elemento questo che unendosi ad una longevità davvero ridotta all’osso rende brevissima la vita del titolo Treasure. Breve e nemmeno troppo intensa, anzi. La struttura di gioco di Wario World dimostra sin dal primissimo stage evidenti limiti, in primis riguardo al combattimento coi vari nemici. Oltre ad una semplice combo di pugni ed una spallata, è possibile lanciare qualche malcapitato all’indirizzo dei suoi simili oppure farlo roteare vorticosamente o ancora sottoporlo ad un doloroso pile-driver a la Zangief: tutto molto bello, certo, peccato che la minaccia costituita dai vari mostriciattoli sia davvero minimale e il continuo respawn degli stessi renda ben presto le varie risse poco più di una noiosa formalità. Diversa invece la situazione coi vari boss di fine livello, i quali, sebbene ben lungi da costituire una vera e propria sfida all’abilità del giocatore, per lo meno si rivelano dei bersagli più stimolanti per i cazzotti di Wario.
HAR! HAR! HAR!
In Wario World, comunque, non bisogna solo menare le mani, ma è anche necessario risolvere qualche enigma e saltellare da una piattaforma all’altra: tuttavia anche queste due attività ricadono ben presto nel baratro della ripetitività, sia per la struttura non propriamente diversificata dei livelli sia per la già citata facilità di fondo del titolo Treasure. Il che è davvero un peccato, perché in fin dei conti Wario World non manca di spunti originali e di situazioni simpatiche, queste ultime principalmente generate dal buffissimo protagonista e dalle sue spassose esclamazioni. Ciò non toglie, comunque, che l’impressione prevalente che si ha giocando a Wario World sia quella di un vero e proprio prodotto di serie B, nato e sviluppato senza grandi spese e conseguentemente senza grandi sforzi. Sensazione questa fomentata sia dal già criticato gameplay sia da una realizzazione tecnica decisamente non all’altezza dell’hardware su cui il titolo gira. Graficamente Wario World presenta costruzioni poligonali semplici, a volte persino dozzinali, e texture ben poco esaltanti: unico elemento pienamente soddisfacente sono le animazioni, in particolare quelle del protagonista, spassose e fluide quanto basta. A livello sonoro, invece, solo il parlato di Wario si eleva dalla generale mediocrità, evidente soprattutto per quanto riguarda l’accompagnamento musicale, anonimo come pochi altri. Insomma, Wario meritava molto di più
Commento
Nonostante lo sviluppo da parte di Treasure, Wario World fatica seriamente ad imporsi come un gioco di cui consigliare l’acquisto, in primis a causa dello sbilanciatissimo rapporto offerta ludica/prezzo. Se è vero infatti che numerosi sono i titoli la cui durata si assesta sulle cinque-sei ore scarse come in questo caso, d’altronde non tutti presentano anche una struttura di gioco debole e ripetitiva qual è quella di Wario World. Il prodotto Nintendo si sviluppa attraverso (pochi) livelli dal design estremamente altalenante, caratterizzati da una serie di obbiettivi sempre uguali e oltretutto scarsamente impegnativi. Proprio la palese facilità di Wario World e la sua quasi spiazzante semplicità in fatto di struttura di gioco e di realizzazione cosmetica lo rendono un titolo pienamente apprezzabile solo dall’utenza più giovane.
- Pro:
- Gameplay semplice ed immediato
- Alcune idee originali e divertenti
- Wario strappa sempre più di un sorriso
- Contro:
- Struttura di gioco ripetitiva
- Longevità molto scarsa
- Realizzazione tecnica mediocre
Specialmente nell’ultimo periodo, il nome di Nintendo è stato affiancato da ben poco lusinghiere affermazioni (ad opera soprattutto -ma non esclusivamente- di utenti di fazioni opposte) riguardanti una seria perdita di originalità da parte della storica software house nipponica, maturatasi in una sostanziale caduta della tanto sbandierata Nintendo Difference. Certo questa visione non rispecchia fedelmente la realtà, e anche se è vero che GBA e Gamecube hanno fondato gran parte della loro line-up su sequel, remake o porting di varia natura, tuttavia i prodotti originali non sono certo mancati. Ultimo in ordine di tempo è stato sull’handheld Nintendo lo spettacolare Wario Ware, vero e proprio tornado d’aria fresca che ha letteralmente zittito i vari detrattori. Ed ora il baffuto arcinemico dell’altrettanto baffuto Mario prova ora a tentare il colpaccio anche su Gamecube…