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30 anni di Suikoden: la storia dietro all’immortale videogioco di Yoshitaka Murayama

La storia di un JRPG che ha cambiato il genere, che ha sfidato i grandi e che a trent'anni dall'uscita vive ancora nel cuore degli appassionati.

SPECIALE di Fabio Di Felice   —   19/03/2025
Sono trascorsi 30 anni dall'uscita in Giappone del primo Suikoden
Suikoden I&II HD Remaster: Gate Rune and Dunan Unification Wars
Suikoden I&II HD Remaster: Gate Rune and Dunan Unification Wars
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Quando Yoshitaka Murayama riceve la chiamata, non può credere alle sue orecchie: è stato assunto. È il 1992, ha da poco finito i suoi studi universitari - programmazione alla prestigiosa Tōkyō Daigaku, l'Università di Tokyo - e non ha fatto nemmeno in tempo a godersi quel periodo di dolce far nulla tra la laurea e l'inizio del lavoro, che qualcuno a Konami ha composto il suo numero di telefono e gli ha detto di presentarsi il lunedì seguente a Ginza, dove sorge il nuovo ufficio di KCET. E pensare che lui, quel colloquio, l'aveva sostenuto quasi per gioco. Era il primo in assoluto di tutta la sua vita. Come poteva immaginare che le cose sarebbero andate in questo modo?

Non poteva immaginare nemmeno la doccia fredda che gli arriva addosso appena messo piede in ufficio: la sua laurea in programmazione lo qualifica come uno che sa mettere mano ai computer, ma la sua mansione è tutt'altro che esaltante. Murayama inizia dal basso, come bug tester. Poco importa: ama quel settore e, anche se non può saperlo, di lì a poco sarà anche lui tra i protagonisti di una vera rivoluzione.

Murayama è stato una figura chiave dello sviluppo dei JRPG, specialmente negli anni '90
Murayama è stato una figura chiave dello sviluppo dei JRPG, specialmente negli anni '90

Il decennio degli anni '90 segna la trasformazione di un medium che, con l'arrivo di PlayStation, andrà incontro a un riassetto generale. E Konami sarà l'araldo di una serie di cambiamenti che porteranno figure dapprima lontane dal settore dentro piccoli team di sviluppo, sempre più talentuosi, pescando da registi televisivi, artisti di ogni tipo e specialisti della grafica 3D. È in questo contesto in pieno fermento che Murayama darà vita a una saga di giochi di ruolo destinata a entrare nel cuore di milioni di videogiocatori, che sfiderà i grandi del settore come Dragon Quest e Final Fantasy e che, per larghi tratti, finirà per guadagnare una schiera di fan accaniti, che poi seguiranno Murayama per trent'anni, fino alla sua tragica scomparsa nel 2024. Questa è la storia della creazione di Suikoden.

La console fantasma

Sei mesi. È il tempo che la direzione di Konami ci mette per rendersi conto del talento di Murayama. Quando il suo superiore lo chiama a colloquio, Murayama ha il terrore di aver sbagliato qualcosa, e invece si becca una promozione, direttamente in serie A: game director di un nuovo progetto.

Ora, nonostante l'indiscussa fantasia di Murayama, il suo ferreo senso del dovere, l'incredibile rispetto che è in grado di suscitare nel prossimo (tanto che in seguito avrà carta bianca per la creazione dei suoi videogiochi, una libertà che gli arriverà direttamente dai piani alti di Konami), c'è un altro motivo di questa promozione lampo. La guerra tra Super Nintendo e SEGA Genesis ha raggiunto una certa stagnazione, e il mercato delle console sta aspettando da tempo che venga annunciata una nuova generazione di macchine. Ma nessuno fa un passo, aspettando che sia l'avversario a fare la prima mossa. E così Konami, in gran segreto, si prepara a sorprendere tutti con l'annuncio di una nuova console portatile. Questa macchina avrà una primitiva grafica 3D e utilizzerà come supporto delle cartucce molto capienti.

Per accompagnare il lancio della console, alcuni dipendenti vengono assegnati ai progetti che saranno i pilastri della nuova macchina. Com'è facile immaginare, visto che ce lo suggerisce la Storia, la console di Konami non sarà mai realtà, ma questa parentesi è molto importante per Murayama, perché è in questa occasione che conosce per la prima volta una donna che sarà fondamentale per Suikoden: Junko Kawano.

Una foto di gruppo di Rabbit & Bear Studio: in prima fila Murayama e la Kawano
Una foto di gruppo di Rabbit & Bear Studio: in prima fila Murayama e la Kawano

Junko Kawano ha una storia molto simile a quella di Murayama, per certi versi speculare: anche a lei il destino ha riservato l'assunzione praticamente appena laureata. A differenza del suo collega, però, lei fa parte di quella schiera di figure che hanno cominciato ad abitare il videogioco da non molto, corteggiandolo come un mezzo dal potenziale inespresso per manifestare il proprio estro. Una sfida da pionieri. Kawano è infatti una figura dai mille talenti, nel tempo ricoprirà moltissimi ruoli nei progetti che la vedranno coinvolta: sarà una character designer, un'illustratrice, una scrittrice e una game designer eccezionale. E come artista la Kawano trova in Murayama il perfetto partner lavorativo. I due cominciano a realizzare un gioco di ruolo che prevede la presenza di numerose classi tra cui scegliere e una storia che, nonostante l'abbandono del progetto, sarà ripresa in seguito: funzionerà come base per l'indiscusso capolavoro del duo, ovvero Suikoden II.

Holly e Benji e I Cavalieri dello zodiaco

Konami si è però fatta male i conti in tasca, inoltre le voci sempre più insistenti di una console prodotta da Sony e lanciata sul mercato con un nuovo supporto fisico, i CD, finiscono per scoraggiare l'azienda, che blocca in fretta i lavori sulla nuova macchina. Riassegna i dipendenti alla produzione dei primi esperimenti per la console Sony. Murayama e Kawano vengono messi davanti a una scelta: continuare con il loro gioco di ruolo, oppure dedicarsi a un videogioco di baseball o di corse automobilistiche. Murayama è sollevato, perché probabilmente non dovrà gettare al vento proprio tutto il lavoro a cui si sono dedicati, ma anche un po' deluso: avrebbe voluto lavorare a un videogioco d'azione come il suo amato Metal Black di Taito.

Captain Tsubasa è stata una delle fonti d'ispirazione maggiori per Suikoden
Captain Tsubasa è stata una delle fonti d'ispirazione maggiori per Suikoden

È divertente pensare che la caratteristica più famosa dei videogiochi di Suikoden, ovvero il gigantesco numero di personaggi che lo compongono, sia nata a quanto pare da un'incomprensione. Murayama ha infatti un debole per le storie che contano un gran numero di comprimari, spesso più carismatici e riusciti perfino del protagonista. Inizialmente butta giù una proposta che prende ispirazione dai suoi manga preferiti, come Captain Tsubasa (da noi Holly e Benji) e Saint Seiya (da noi I cavalieri dello zodiaco). In entrambi questi lavori, i protagonisti, Tsubasa e Seiya, sono solo un tassello di un mosaico di figure composto da altri personaggi indimenticabili. Coprotagonisti come Genzo Wakabayashi (Benji), Hyuga Kojiro (Mark Lenders), o ancora Shiryu (Sirio il dragone) e Ikki (Fenice), per Murayama sono molto più interessanti degli eroi di bandiera. Quello che ha in mente, quindi, è un videogioco con molti comprimari carismatici e un protagonista che funzioni da avatar per il videogiocatore.

Il problema è che deve presentare questo progetto al suo dirigente, un uomo di oltre cinquant'anni, che non è sicuro conosca bene i suddetti manga. Così ha un'idea: utilizzerà invece la letteratura, e in special modo Shui Hu Zhuan (in Italia tradotto come I briganti), un romanzo storico cinese del XV secolo, molto conosciuto e apprezzato in Giappone. Il romanzo racconta di un gruppo di 108 guerrieri che si riuniscono sul Monte Liang e che si ribellano contro le ingiustizie di un impero corrotto. È questa la parte che Murayama vuole presentare come idea per la direzione, oltre a dare la sensazione generale di un gruppo numeroso di personaggi, ma il manager lo prende alla lettera: 108 guerrieri. E così gli dà il via libera per la lavorazione del gioco di ruolo, ma a patto di rispettare quel numero. Con un cast così vasto di personaggi, Suikoden (in originale Genso Suikoden, basato sulla pronuncia giapponese di Shui Hu Zhuan), attirerà l'attenzione dei videogiocatori che, fino a questo momento, sono assoggettati allo strapotere di saghe storiche come Dragon Quest.

Un'immagine tratta dalla recente remaster di Suikoden
Un'immagine tratta dalla recente remaster di Suikoden

Non è la prima volta che la novella cinese viene adattata in un videogioco. Nel 1989, Koei aveva realizzato Bandit Kings of Ancient China (noto non a caso come Suikoden: Tenmei no Chikai), e Data East era al lavoro su Dark Legend (in patria Suiko Enbu) tratto dalla stessa fonte. Ma l'idea vincente di questo libero adattamento è quella di mettere a disposizione del videogiocatore molti personaggi, così tanti che Murayama e Kawano (che si occupa di tutta la parte artistica del progetto) fanno una gran fatica a idearli tutti. Chiedono e ottengono che il team venga allargato, con Murayama che, ogni giorno, esorta i suoi colleghi a proporre nuovi eroi. Molti di questi vengono scartati, come per esempio uno strano papero che è uguale in tutto e per tutto alla mascotte degli Yokohama Marinos, una squadra di calcio professionistica giapponese, ma alla fine Murayama e i suoi tirano fuori un cast di tutto rispetto: gloriosi mercenari, leader idealisti, amici fedeli e scoiattoli volanti.

Il lungo addio

All'uscita, nel 1995, Suikoden ha molte frecce al suo arco, ma anche numerose caratteristiche che non aiutano a farlo spiccare. Per esempio, ha ancora un'estetica legata ai canoni 2D dei vecchi videogiochi per SNES. A Murayama non piacciono i primi render 3D e ha insistito a lungo perché il gioco fosse in due dimensioni, pur con il rischio che sembrasse antiquato. Inoltre, nonostante i numeri impressionanti che strilla già in copertina (108 personaggi da reclutare e un party composto da 6 membri), il videogioco è decisamente più breve degli altri JRPG, e può essere completato in poco più di venti ore.

La terribile cover USA di Suikoden, diventata in fretta un meme di internet
La terribile cover USA di Suikoden, diventata in fretta un meme di internet

È però il tono totalmente differente dagli altri videogiochi del genere a colpire il pubblico. La sua vicenda che sembra uscita da una tragedia di Shakespeare, uno scontro generazionale vivo, il carisma dei suoi personaggi (i cui comprimari, come ha visto giusto Murayama, finiscono per oscurare la figura del protagonista) e l'incredibile numero e varietà degli stessi, innescano un passaparola tale che le vendite diventano costanti. Suikoden diventa in breve un videogioco di culto.

Per il sequel, uscito in Giappone nel 1998, Murayama ha carta bianca, tanto che decide di mantenere lo stile grafico ormai retrò, dopo che il mondo dei videogiochi è andato in direzione di Final Fantasy VII e che i JRPG totalmente in 2D saranno sempre più rari. Murayama ha piena libertà anche per i lavori sul terzo Suikoden, progetto che però abbandona praticamente a pochi metri dal traguardo per coronare uno dei propositi con cui era entrato all'interno dell'azienda: dieci anni in trincea e poi una carriera da freelance.

Uno screen tratto dalla recente remaster di Suikoden II
Uno screen tratto dalla recente remaster di Suikoden II

Così, nel 2002, a pochi mesi dall'uscita di Suikoden III, Murayama lascia Konami e quella serie che, senza di lui, non sarà mai più un successo. Il suo nome viene perfino tolto dai titoli di coda. A lungo si penserà quindi a una separazione non consensuale tra Murayama e Konami, smentita poi dal director stesso, che dirà che la sua assenza nei crediti di Suikoden III è dovuta a una politica aziendale di Konami che non prevede di accreditare ex dipendenti.

L'eredità di Murayama

Vent'anni più tardi, Murayama lancia su Kickstarter un nuovo progetto che, nelle intenzioni, segue le orme dei suoi Suikoden. Non solo nell'estetica e nella trovata dei tantissimi personaggi, ma anche nel team coinvolto, dal momento che con lui c'è anche la sua amica e collega Junko Kawano. Eiyuden Chronicle: Hundred Heroes è la terza campagna Kickstarter di maggior successo di sempre, dietro ad altri due progetti lanciati da veterani del settore: Shenmue III di Yu Suzuki e Bloodstained: Ritual of the Night di Koji Igarashi. Il videogioco viene supportato con estremo entusiasmo da milioni di fan che attendono pazientemente l'uscita di questo revival lungo i quattro anni necessari per lo sviluppo.

Eiyuden Chronicles: Hundred Heroes è il successore spirituale dei primi Suikoden
Eiyuden Chronicles: Hundred Heroes è il successore spirituale dei primi Suikoden

Purtroppo, non tutte le storie hanno un lieto fine, e Yoshitaka Murayama muore il 6 febbraio 2024, a pochi mesi dall'uscita del suo nuovo videogioco. In un comunicato firmato anche dalla Kawano si legge: "il suo lavoro sulla storia di Eiyuden Chronicle era appena terminato, e ci riempie di tristezza che non riuscirà a vedere la reazione dei fan. Dobbiamo accettare la dura realtà, farci carico dei suoi sogni e pubblicare questo videogioco in tutto il mondo".

Gli altri protagonisti di questa storia, ovvero Suikoden e la Kawano, invece si rincontrano, come vecchi amici che si sono fatti una promessa. Un po' come Jowy e il protagonista di Suikoden II. Nel 2022 Konami annuncia di voler pubblicare una remaster in alta risoluzione dei primi due capitoli della saga. Il lavoro di restauro delle due versioni è piuttosto impegnativo, d'altronde sono trascorsi trent'anni dall'uscita di questi capolavori, e vede il totale redesign degli sfondi e dei ritratti dei personaggi. Per quest'ultima operazione, viene contattata l'artista originale del primo Suikoden, ovvero la nostra Kawano, che ridisegna tutti i protagonisti con un tratto sempre meraviglioso. Di Suikoden 1&2 HD Remaster Gate Rune and Dunan Unification Wars abbiamo parlato nella nostra recensione.

In occasione della remaster del primo capitolo di Suikoden, Junko Kawano ha ridisegnato tutti i ritratti dei personaggi
In occasione della remaster del primo capitolo di Suikoden, Junko Kawano ha ridisegnato tutti i ritratti dei personaggi

La storia di Suikoden e di Junko Kawano continua, così come l'eredità di Murayama che vive all'interno di questa saga immortale. Nel corso di una trasmissione speciale dedicata al futuro della serie e che si è tenuta il 3 marzo 2025, Konami ha annunciato l'arrivo di un nuovo capitolo, Suikoden Star Leap, e di un anime basato su Suikoden II. Sappiamo che Rabbit & Bear Studios sta continuando i lavori su un sequel di Eiyuden Chronicles. Un recente Q&A che si è tenuto su Reddit a proposito del futuro della saga, si è trasformato per larghi tratti in una sentita celebrazione dell'autore scomparso, a cui hanno partecipato i membri chiave del team. Un messaggio, in particolare, restituisce un'immagine commovente di Murayama e del suo talento di trovare sempre speranza, perfino nelle situazioni più critiche. "Non importa quanto di cattivo umore fosse, o quanto la sua salute fosse critica: Murayama era sempre felice e sorridente non appena vedeva la gioia e l'eccitazione dei suoi fan. Sappiamo che vi amava tutti".