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Le Vie dei Canti, quando il Sound e il Narrative Design si intrecciano con la vita reale

I videogiochi non sono altro che una forma di declinazione della vita reale, resa accessibile a tutti attraverso strutture più o meno complesse.

SPECIALE di Luca Mazzocco   —   17/03/2025
Arte tradizionale aborigena che rappresenta le Vie dei Canti

Uno degli aspetti più interessanti del lessico videoludico è il modo nel quale gli sviluppatori cercano di comunicare con il proprio pubblico. Da un lato c'è la necessità di dire ai giocatori cosa fare. Lo scopo è quello di sconfiggere orde di nemici? Di continuare lungo un percorso lineare seguendo una storia? Di impilare mattoncini per formare un muro colorato? Domande che devono permettere al giocatore di trovare una risposta apparentemente istintiva, ma in realtà suggerita attraverso una specifica comunicazione proprio dagli autori dell'opera. Dall'altro lato, invece, troviamo l'intenzione di suscitare una precisa emozione attraverso precise regole di design. Regole che talvolta passano per la musica, altre volte per i dialoghi e altre volte ancora per il puro e "semplice" gameplay.

In poche parole: sviluppare e giocare ai videogiochi è sempre una questione di comunicazione. Di conseguenza è possibile che talvolta non si riesca a capire cosa un titolo voglia dirci e, per questo, tendiamo ad allontanarcene e a dire che non ci è piaciuto. Immaginate di andare in un Paese che non conoscete e di avere un "dialogo forzato" di qualche ora con qualcuno del posto, che parla una lingua a voi del tutto incomprensibile. Ne uscirebbe una buona conversazione? Assolutamente no. Talvolta la colpa può essere vostra, che non fate nulla per cercare di capire cosa vi stia dicendo l'altra persona. Talvolta dell'aborigeno (nel senso di "originario del luogo"), che non sembra avere intenzione di farsi capire da voi, aiutandovi a superare lo scoglio della lingua.

Per riuscire a comprendere qualcosa, è necessario quindi scendere a compromessi. Compromessi che, però, non devono sminuire la comunicazione. Anzi, devono riuscire a valorizzarla. Questo ragionamento può essere applicato tanti ai videogiochi, quanto al mondo reale. Ne sono uno splendido esempio proprio gli aborigeni australiani, che all'interno della loro cultura presentano elementi come le Vie dei Canti, una sorta di perfetto mix di Narrative e Sound Design. Scopriamone insieme alcuni dettagli.

Le Vie dei Canti

Secondo la tradizione orale degli aborigeni, gli esseri viventi e gli elementi naturali come fiumi, foreste e rocce sono stati creati dagli Antenati, un gruppo di individui dotati di poteri magici usciti dalle viscere della terra. In origine, infatti, il nostro pianeta era una vasta landa senza vita, prendendo forma solamente al risveglio di queste antiche entità. Entità che decisero di utilizzare dei veri e propri canti per "catalogare" il mondo, lasciando una scia di canzoni per tutto il territorio australiano. Dopo questo immane sforzo, decisero quindi di tornare nel sottosuolo, soddisfatti del loro lascito musicale, che viene definita come un'unica "storia del tempo del Sogno".

Il dipinto 'Songlines' del pittore Jen Bailey rappresenta una linea dei canti, ovvero un sentiero dell'Australia legato a una specifica canzone
Il dipinto "Songlines" del pittore Jen Bailey rappresenta una linea dei canti, ovvero un sentiero dell'Australia legato a una specifica canzone

Questa leggenda, che ha raggiunto il mondo intero grazie allo scrittore Bruce Chatwin, ha ovviamente influenzato l'intera cultura degli aborigeni. Ancora oggi, infatti, gli individui appartenenti a questa comunità partono per lunghi viaggi, utilizzando come orientamento proprio quelle canzoni legate ai vari elementi geografici. Si tratta di una vera e propria mappa musicale dell'Australia, che permette di rintracciare fiumi, montagne e luoghi grazie a specifici canti. Durante questi viaggi rituali, che possono essere affrontati sia a piedi che con auto o mezzi pubblici, gli individui ripercorrono il viaggio degli Antenati. Un viaggio fatto di percorsi ben precisi, che prendono il nome di "Walkabout".

Chatwin, dopo aver vissuto in Australia per anni, decise di scrivere un libro intitolato proprio "Le vie dei canti" (Adelphi, 1988), focalizzandosi su questa abilità degli aborigeni di narrare attraverso la musica. La scrittura delle "linee di canto", infatti, procede ancora oggi, andando a delineare un mondo intriso di storie, canzoni e fascino, sicuramente lontano da ciò a cui siamo abituati, ma che in fondo non è altro che un modo per comunicare precise informazioni attraverso un metodo non convenzionale.

Initiation 4: We Sing

Ma cosa accomuna le Vie dei Canti con il mondo dei videogiochi? Rispetto al passato, al giorno d'oggi ci sono modi molto più elaborati per raccontare storie attraverso il lessico videoludico. Legare il Narrative con il Sound Design, per esempio, è uno di questi. Ne è un esempio il quarto capitolo con protagonista Alan in Alan Wake 2, intitolato "Initiation 4: We Sing". In questa parte della complessa storia ideata da Remedy, Alan si trova all'interno di un episodio speciale di "In Between With Mr. Door", un talk show condotto da un misterioso individuo che si prospetta molto importante per il Remedyverse (e del quale potete leggere un approfondimento proprio qui).

L'intera saga di Alan Wake fa un perfetto uso della narrativa, fondendola spesso con diversi elementi di Sound Design
L'intera saga di Alan Wake fa un perfetto uso della narrativa, fondendola spesso con diversi elementi di Sound Design

Grazie al supporto degli Old Gods of Asgard (band fittizia dietro la quale si nascondono i Poets of the Fall), il giocatore può quindi vivere quello che viene chiamata "The Story of the Journey of Alan Wake: The Musical". Stiamo parlando di una sezione di gioco che mescola il gameplay con una vera e propria canzone nella quale vengono riassunti gli avvenimenti passati della vita di Alan, passando di scena in scena come fossimo in un set cinematografico. Una canzone perfetta per chi, per esempio, non ha giocato al primo capitolo o per coloro che vogliono fare il punto della situazione prima che la trama si ingarbugli ulteriormente.

L'utilizzo di questa forma espressiva, che mescola musica con trama e la lega ai vari ambienti della vita dello scrittore, è facilmente assimilabile alla struttura comunicativa delle Vie dei Canti. In questo modo, infatti, il giocatore fisserà con più facilità nella propria testa le varie informazioni raccontate (o meglio dire: cantate) dai protagonisti della sequenza. Una scelta al contempo artistica e vantaggiosa, che dimostra quanto si possa spaziare nella comunicazione attraverso i videogiochi. Alan Wake 2 non è certo l'unico titolo a lavorare in questa direzione. Vi basti pensare a come le colonne sonore siano spesso costruite attorno a specifiche aree di gioco, cercando di trasmettere l'atmosfera della zona attraverso le note musicali. Certo, spesso in questi casi mancano le parole, ma lo scopo e il mezzo sono comunque molto simili.

South of Midnight si prospetta un titolo molto interessante sul piano artistico, sonoro e culturale
South of Midnight si prospetta un titolo molto interessante sul piano artistico, sonoro e culturale

È notizia di qualche giorno fa, infine, che anche South of Midnight sfrutterà un sistema di narrazione molto simile. In determinate aree, infatti, saranno presenti delle vere e proprie tracce musicali che racconteranno tramite delle canzoni Blues (con tanto di voce) le leggende di determinati luoghi o personaggi. Il tutto contestualizzato con il folklore del Profondo Sud degli Stati Uniti. Come potete notare, la creatività sarà pure un elemento fondamentale per lo sviluppo dei videogiochi, ma non bisogna sottovalutare l'importanza dello studio e di una sana curiosità nei confronti del nostro nostro mondo. Perché, alla fine, dobbiamo ammetterlo: sappiamo sempre troppo poco di ciò che ci circonda.

Una comunicazione moderna

Prima di lasciarvi andare, permetterci un ultimo appunto. Gli aborigeni australiani vengono spesso immaginati come tribù arretrate, legate al folklore e poco interessate all'utilizzo della tecnologia. Ebbene, questa è una falsità da ormai diversi anni. Da tempo, infatti, i giovani nativi australiani si stanno occupando di diffondere le proprie tradizioni proprio tramite i social, supportati talvolta da aziende governative come Screen Australia. Vi basti pensare che nel 2022 è stato messo in piedi un progetto denominato "First Nations Creators Program", tramite il quale sono stati selezionati dieci creator per diffondere ulteriormente la cultura locale tramite video, workshop e affini. Cultura che, nonostante coinvolga circa 750mila persone, soffre ancora di alcune discriminazioni sanitarie ed economiche propria in Australia.

Fortunatamente, però, le cose stanno lentamente cambiando e, tramite una comunicazione sana e libera, anche il resto del mondo può finalmente conoscere l'esistenza delle Vie dei Canti o di altri affascinanti aspetti di queste tradizioni.