Uno studio scientifico, pubblicato sulla rivista New Scientist, ha dimostrato che i videogiocatori si divertono di più quando credono che un videogioco sia stato aggiornato con delle nuove caratteristiche, anche se non è vero.
A porsi la domanda sulla presenza dell'effetto placebo nel mondo dei videogiochi è stato il professor Paul Cairns, dopo l'osservazione di un programma in cui le prestazioni di un ciclista erano state migliorate da una pillola di zucchero. Ovviamente la pillola non ha avuto alcun effetto reale sul ciclista, ma ne ha alterato la percezione del mondo in modo profondo.
Per dimostrare che qualcosa di simile avviene anche nel mondo dei videogiochi, Cairns e la sua collega Alena Denisova hanno chiesto a ventuno persone di giocare a Don't Starve. Nella prima partita gli hanno detto che la mappa sarebbe stata generata casualmente. Nella seconda che sarebbe stata controllata da un'intelligenza artificiale "adattiva" capace di cambiare la mappa in base all'abilità del giocatore.
Dopo ogni partita i giocatori hanno riempito un questionario. Ovviamente il gioco era lo stesso in tutte le partite, ma quando i giocatori hanno creduto di giocare con l'intelligenza artificiale adattiva, lo hanno valutato come più coinvolgente e divertente. Alcuni lo hanno trovato più facile, altri più difficile, ma nessuno ha dichiarato che fosse uguale.
Un secondo esperimento, sostenuto con quaranta soggetti diversi, ha confermato l'effetto. In questo caso a metà dei partecipanti è stato detto che le mappe sono generate casualmente, mentre all'altra metà è stato detto dell'intelligenza artificiale adattiva. Insomma, la percezione che si ha di un titolo, e quindi l'esperienza di gioco complessiva, è influenzata in modo sostanziale dalle aspettative che si hanno sullo stesso. Sai che novità, il marketing lo sa da anni (si scherza... ma non troppo).