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Final Fantasy 16 è al centro del dibattito sulla politica di Square Enix contro la tossicità degli utenti

La nuova politica di Square Enix contro la tossicità dell'utenza verso i suoi dipendenti ha subito fatto pensare alla campagna d'odio subita da Final Fantasy 16.

NOTIZIA di Simone Tagliaferri   —   17/01/2025
Clive in fiamme in Final Fantasy XVI
Final Fantasy XVI
Final Fantasy XVI
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La scorsa settimana, Square Enix ha annunciato la nuova Group Customer Harassment Policy, avvertendo gli utenti che prenderà provvedimenti legali contro coloro che molesteranno i suoi dipendenti. La novità ha generato un bel vespaio, attirando l'attenzione su alcune campagne d'odio subite dai giochi di Square Enix in Giappone (ma non solo), che hanno coinvolto anche i dipendenti. In particolare online si è parlato di Final Fantasy XVI.

Come abbiamo riportato, la nuova politica aziendale di Square Enix mira a difendere i suoi dipendenti e i collaboratori dai comportamenti di alcuni clienti. È interessante notare che la versione giapponese dell'annuncio differisce leggermente da quella occidentale. Una delle differenze più rilevanti è che menziona specificamente molestie tramite forum, social media e piattaforme di distribuzione video. Qui entra in gioco ciò che è successo con Final Fantasy XVI.

Una campagna feroce

Sui social, alcuni hanno sottolineato che i commenti diffamatori e gli insulti contro Square Enix, specialmente da parte di utenti giapponesi, ma non solo, sono un problema da tempo. Un utente ha ricordato un'intervista televisiva di Naoki Yoshida, il director di Final Fantasy XVI, nel programma Jounetsu Tairiku di TBS/MBS prima del lancio del gioco, in cui lo sviluppatore affermava: "La maggior parte degli abusi proviene dal Giappone."

Nella discussione sono poi finiti diversi YouTuber, rei di aver realizzato video molto violenti contro il gioco, che spesso hanno sfiorato la diffamazione. Sono i classici filmati che invece di analizzare l'opera che hanno davanti, la insultano per creare coinvolgimento negli spettatori. Spesso hanno delle thumbnail a loro volta piene di insulti o di affermazioni false basate su voci di corridoio, che mirano a cavalcare la pancia del pubblico, urlando magari alla morte della serie Final Fantasy o al fallimento di Square Enix.

Tali video sono creati appositamente per attirare i commenti negativi e alimentare l'odio nei confronti di serie e giochi. A volte arrivano anche a portare attacchi diretti a degli sviluppatori, prendendoli a parolacce. Sono diversi i titoli di Square Enix ad aver subito questo trattamento, che va sempre più diffondendosi. Non ne sono stati esenti anche dei giochi considerati ottimi come Final Fantasy VII Rebirth, Visions of Mana e il remake in HD-2D di Dragon Quest II. L'idea è che la Group Customer Harassment Policy di Square Enix sia rivolta anche a casi del genere, con possibili denunce lì dove certi attacchi siano troppo esasperati e vadano a danneggiare gli sviluppatori.

Fortunatamente, la discussione ha portato anche molti a esprimere solidarietà verso Final Fantasy XVI e i suoi sviluppatori, che per tanti sono stati soggetti ad attacchi spesso ingiusti.