Per anni, Google ha versato oltre 20 miliardi di dollari annuali ad Apple per essere il motore di ricerca predefinito su Safari, sia su iPhone che su iPad. Questo accordo ha garantito a Google una posizione dominante nel mercato della ricerca, consentendogli di raggiungere milioni di utenti Apple con annunci mirati. Allo stesso tempo, Apple ha beneficiato di enormi entrate senza particolari sforzi, dato che Google sarebbe comunque la scelta naturale per molti utenti.
Tuttavia, questo accordo è stato messo in discussione dal Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, che lo ha ritenuto anticompetitivo. La sentenza di un tribunale ha proposto un divieto decennale per tali pagamenti, aprendo la strada a cambiamenti significativi nel mercato dei motori di ricerca.
La difesa di Google e una proposta inusuale
In risposta alla sentenza, Google ha proposto una serie di contromisure per ridurre l'impatto del divieto. Tra queste, l'azienda ha suggerito di limitare il divieto a tre anni, sottolineando che il settore tecnologico è in rapida evoluzione e che la sua attuale leadership nel mercato potrebbe non essere garantita a lungo termine.
Una delle proposte più insolite avanzate da Google riguarda la possibilità di differenziare il motore di ricerca predefinito tra iPhone e iPad. In altre parole, Google potrebbe mantenere il suo predominio su un dispositivo, mentre concorrenti come Bing o DuckDuckGo potrebbero essere scelti come predefiniti sull'altro. Questa strategia, secondo Google, aumenterebbe la competizione nel mercato e offrirebbe maggiore flessibilità ai produttori di dispositivi.
Un mercato in evoluzione e l’incognita dell’intelligenza artificiale
Google sostiene che il panorama della ricerca potrebbe subire cambiamenti radicali nel prossimo futuro, soprattutto con l'avvento di strumenti di intelligenza artificiale generativa come ChatGPT. Questi strumenti rappresentano una nuova forma di competizione, offrendo alternative innovative ai tradizionali motori di ricerca.
Nonostante ciò, la proposta di Google potrebbe non bastare a convincere le autorità antitrust, che rimangono determinate a promuovere una maggiore concorrenza nel settore. Se il divieto decennale sarà confermato, Apple dovrà rinunciare a miliardi di entrate annuali, mentre Google si troverà ad affrontare una concorrenza più agguerrita nel suo mercato di riferimento.