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Il co-fondatore di Ready at Dawn racconta il difficile rapporto con Sony nello sviluppo di The Order: 1886

The Order: 1886 ha avuto uno sviluppo travagliato anche a causa di rapporti tesi tra Ready at Dawn e Sony, ricorda ora il co-fondatore del team in questione, Andrea Pessino.

NOTIZIA di Giorgio Melani   —   11/02/2025
La copertina di The Order: 1886
The Order: 1886
The Order: 1886
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Andrea Pessino, il co-fondatore del team Ready at Dawn, ha svelato in una recente intervista a MinnMax alcuni retroscena sullo sviluppo di The Order: 1886, esclusiva PS4 che arrivò al termine di un processo di sviluppo in collaborazione con Sony che è stato caratterizzato da diverse difficoltà, come sembra emergere da questa testimonianza.

Come spiegato da Pessino, lo sviluppo era partito con un ritmo e un'atmosfera decisamente diversa: all'inizio dei lavori, Ready at Dawn lavorava in collaborazione con Sony avendo Shuhei Yoshida come referente principale, e aveva sviluppato con questo un ottimo rapporto, con contatti diretti e costanti.

A un certo punto, durante lo sviluppo di The Order: 1886, all'interno di PlayStation ci fu una riorganizzazione generale che spostò vari elementi in ruoli differenti, coinvolgendo anche Yoshida, e da lì iniziarono i problemi del team.

Un rapporto difficile che ha rovinato lo sviluppo

Lo sviluppatore non è entrato più di tanto nei dettagli, ma ha spiegato che la riorganizzazione li privò dei punti di riferimento, con Yoshida che divenne praticamente irraggiungibile e nuovi referenti con cui interfacciarsi, ma con molte complicazioni in più.

Ogni nuova cosa andava ridiscussa più volte e a quanto pare Sony non rendeva le cose molto semplici.

"Dopo quell'evento è cambiato tutto per noi. Le persone con cui avevamo concordato le cose se ne erano andate, erano ancora in cima alla catena di comando, ma non si potevano raggiungere. Quindi emersero degli attriti e tutto ha iniziato a cambiare a quel punto", ha spiegato Pessino, che ricorda anche "Il fatto che ci scontrassimo costantemente con loro per le stronzate più stupide e insensate possibili", ad aggravare la situazione.

Questo portò anche alla forte riduzione di contenuti: intere sequenze di gameplay vennero ridotte a sequenze video non giocabili e il tutto ridusse anche le dimensioni e il respiro generale del progetto, facendolo diventare un gioco breve e per certi versi confuso, perché alcune parti non erano sviluppate come dovevano in origine.

Questo ha determinato una risposta piuttosto negativa da parte della critica, che di fatto ha stroncato la possibilità di un seguito. "Sony è un gruppo molto orgoglioso, giustamente. E l'accoglienza della critica per loro è importante", ha spiegato Pessino. "Se il gioco avesse raggiunto anche solo i 70 come valutazione avremmo avuto il sequel, ne sono convinto. Con qualche punto in più, sarebbe andato bene. Ma poiché è arrivato negli a segnare sui 60, è stata la morte".

In seguito, Ready at Dawn è passata a Meta, che poi ha chiuso il team l'estate scorsa.