Kingdom Come: Deliverance 2 è un gioco woke? L'accusa, mossa da alcuni utenti dopo il ban del titolo di Warhorse Studios in Arabia Saudita, è stata commentata dal game director Daniel Vavra, che ha spiegato come stanno davvero le cose.
"Kingdom Come: Deliverance 2 è esattamente il gioco che volevo che fosse", ha scritto Vavra. "Nessuno ha provato a influenzarmi come artista in alcun modo, e chiunque mi conosca sa bene che non lo avrei permesso comunque."
"Ogni personaggio ha un chiaro motivo per essere lì, e lo comprenderete giocando. Il nostro obiettivo era ed è ancora quello di mostrare come funzionava la vita ai tempi della Boemia medievale, come sarebbe potuta accadere, e raccontare una storia interessante."
"Allo stesso tempo, si tratta di un GIOCO DI RUOLO e dunque sta solo ai giocatori scegliere quali decisioni prendere e assumersi le responsabilità delle conseguenze di ogni decisione in base alle regole morali e sociali dell'epoca."
"Non voglio rivelare la trama, gli eventi più importanti e il ruolo di alcuni dei personaggi, dunque dovrete scoprire queste cose da soli giocando a Kingdom Come: Deliverance 2: a quel punto sono fermamente convinto che sarete d'accordo con me."
Un gioco enorme
Il fatto che Kingdom Come: Deliverance 2 sia stato bandito in Arabia Saudita, insomma, non significa che la storia affronti artificiosamente tematiche vicine a un certo tipo di cultura, o almeno è quello che sostiene il game director del gioco.
A proposito di trama, di recente una foto ha dimostrato quanto sia gigantesca la sceneggiatura di Kingdom Come: Deliverance 2, che promette di essere la più lunga di sempre per un videogioco.