God of War è uno dei grandi nomi di PlayStation e, dopo un paio di capitoli nei regni norreni, i giocatori si chiedono in che modo le avventure ideate da Santa Monica Studio possano proseguire.
Un recente report segnala che la prossima location per la serie sia l'Egitto. La fonte è DanielRPK che - tramite il proprio Patreon a pagamento - spiega come Santa Monica Studio stia cercando attori medio orientali per un nuovo gioco. Non ci sono riferimenti a God of War, ma la fonte afferma che è probabile che sia proprio tale gioco.
Sarà vero? Non possiamo saperlo, ma presumiamo che l'ipotesi della fonte sia corretta. Come potrebbe essere il nuovo gioco?
Il problema di un nuovo God of War
L'ambientazione, in realtà, è l'ultimo dei nostri problemi. Al di là di gusti personali, God of War può andare dove gli pare fintanto che sfrutta in modo corretto la mitologia dei luoghi scelti e ci propone una grafica e un art design di primo livello.
Ciò che ci incuriosisce è vedere se Santa Monica Studio oserà cambiare struttura al gioco, magari mettendo da parte le mappe semi-lineari a favore di un vero e proprio open world (speriamo di no, ma anche qui è nostro gusto). Non crediamo lo farà semplicemente perché mantenere la struttura nota semplifica lo sviluppo su più livelli e non pensiamo che tra 4-5 anni (basteranno per un nuovo GoW?) il mondo del gaming avrà totalmente cambiato gusto. Un altro God of War con la stessa struttura non saturerà il mercato, secondo noi.
Il vero problema di un nuovo capitolo, dal nostro punto di vista, è però un altro. Kratos. Non vogliamo fare spoiler, ma basandoci su quanto accaduto in Ragnarok non crediamo che lo spartano voglia lasciare i regni norreni. Ancora di più, pensiamo che Santa Monica Studio non voglia portarsi dietro Kratos e abbia lavorato per un paio di giochi su Atreus (e Angrboda) con lo scopo di avere un nuovo volto più giovane che possa variare un po' le cose e dia più spazio creativo al team, soprattutto a livello narrativo. Kratos ne ha passate troppe e ha già vissuto il proprio viaggio di redenzione e crescita personale: non è impossibile, ma non crediamo che ci sia molto altro che gli sceneggiatori possano fare con esso.
Il punto però è che Atreus in questo momento non ha ancora la stoffa da protagonista. Non è un Ellie di The Last of Us che già dal primo capitolo aveva le carte in tavola per prendere il centro della scena (con la sola difficoltà che è una donna e pare che sia un grave peccato per li angoli più marci del mondo del gaming). Atreus non ha però le carte in regole non perché sia un personaggio di basso livello, ma perché il pubblico pare proprio non sopportarlo.
Il problema sarà proprio convincere un pubblico che odia qualsiasi personaggio che non sia già una power fantasy parlante dal minuto uno. L'odio verso Atreus non è infatti frutto di un personaggio mal scritto, ma odio verso un personaggio che non ci fa sentire perfetti anche quando sbaglia. Kratos è un killer a sangue freddo che ha fallito come padre per anni e anni e solo la morte della moglie lo ha costretto a fare qualcosa a riguardo (oltre alla minaccia di un nuovo pantheon e della fine dei tempi): eppure lo si ama e il motivo, per alcuni, è semplicemente che è potente e di conseguenza fico. In questi capitoli si è lasciato un po' più andare ai sentimenti, ma comunque quando serve risolve i problemi zittendo i nemici con un pugno sui denti (fantasia media di chi non sa gestire le proprie emozioni).
Atreus è invece un ragazzino sì perlopiù incapace, ma che fallisce o si dimostra debole perché giovane e perché costretto tra forze che lo usano o non lo sostengono nel modo corretto. Kratos gli mente sulla sua natura divina, lo protegge ma limitandolo e non fidandosi di lui, spingendo così nelle braccia di Odino che, da buon cattivo, si finge una figura genitoriale amorevole solo per sfruttarlo. Considerando tutto, Atreus riesce a cavarsela abbastanza bene. Non è però una power fantasy e i suoi fallimenti non possono essere nascosti sotto un tappeto fatto di muscoli e lame del caos. Temiamo quindi che vi sia una fetta di pubblico che rifiuterebbe a prescindere un nuovo God of War con Atreus protagonista.
Ovviamente una soluzione sarebbe fare un salto temporale e proporci un Atreus cresciuto, più maturo, ma speriamo vivamente che in fondo vi sia sempre quel ragazzino dei regni del nord, fallace e un po' insicuro. Nessuno di noi è Kratos, fidatevi, siamo molto più Atreus la maggior parte del tempo.
Oppure fanno un gioco cronologicamente posto tra Grecia e saga Norrena, con Kratos che fa sosta in Egitto per riprendersi dopo la quasi morte di God of War 3. Speriamo, adoriamo Kratos dopotutto.