Sembra che Sony sia ricorsa anche a metodi non convenzionali per riuscire a strappare Final Fantasy 7 a Nintendo e portarlo su PlayStation, in base a quanto svelato di recente da Shuhei Yoshida in un'intervista, oltre ovviamente anche a motivi tecnici decisamente validi.
Uscito ormai da Sony dopo molti anni di carriera all'interno della compagnia nipponica, Shuhei Yoshida sta svelando diversi retroscena sulla sua permanenza presso il gruppo, che l'ha visto praticamente assistere alla nascita di PlayStation e arrivare fino a PS5 in ruoli chiave per la divisione videoludica.
Era presente già all'epoca della nascita della prima PlayStation e conosce dunque molti aneddoti particolari, come questo relativo agli accordi con Square Enix per portare Final Fantasy 7 in esclusiva sulla console, per i quali sono dovuti ricorrere anche a un executive particolarmente eloquente.
Chiacchiere, feste e bevute, oltre ai CD-ROM
Ovviamente il fatto che PlayStation avesse adottato i CD-ROM invece delle cartucce come Nintendo 64 è stato un elemento determinante, tra gli altri, ma a quanto pare sono state molto importanti anche le capacità da affabulatore di quello che era il capo di Yoshida all'epoca.
Si tratta di uno dei particolari personaggi che arrivavano da Sony Music, imbarcati all'interno di PlayStation proprio per la loro dimestichezza con l'ambito dell'entertainment, un atteggiamento ancora non molto consolidato all'avvio di PlayStation.
"Il mio capo era un affabulatore", ha raccontato Yoshida in un'intervista a VentureBeat. "Veniva da Sony Music, frequentava spesso i dirigenti di Squaresoft, organizzando feste nel suo appartamento. Alla fine riuscimmo a convincere Squaresoft a impegnarsi con PlayStation. Hanno portato tutti i loro franchise da Nintendo a noi".
Si trattava di una collaborazione di estrema importanza soprattutto in Giappone, considerando che Square all'epoca era all'apice della popolarità, quando le uscite di Final Fantasy e Dragon Quest erano veri e propri fenomeni di massa. Squaresoft era però una compagnia storicamente molto legata a Nintendo, dunque era necessario attirarla in qualche modo.
L'adozione dei CD come supporto fu fondamentale per questa operazione, considerando il disappunto di Squaresoft nei confronti dell'idea di Nintendo di utilizzare le cartucce, ma a quanto pare anche le chiacchiere, le bevute e le feste organizzate dal capo di Yoshida hanno dato un bel contributo.
Nelle ore scorse abbiamo anche scoperto che Shuhei Yoshida fu obbligato da Jim Ryan a occuparsi di giochi indie.