Fin dalle sue origini la saga di Silent Hill è stata considerata dai puristi del genere il survival horror per eccellenza, per certi aspetti più del suo rivale storico, Resident Evil. Se quest'ultimo puntava decisamente su un tipo di terrore da incutere nei giocatori attraverso situazioni splatter o improvvisi colpi di scena, diverso era il tipo di approccio scelto in tal senso dagli sviluppatori di Konami, soprattutto coi primi due episodi. Questi, infatti, puntavano di più sull'atmosfera per spaventare gli utenti, "imponendo" loro quel senso di inquietudine addosso, di tensione e abbandono che una città vuota, ambienti scuri o ricoperti da una fitta nebbia e sinistri rumori possono suscitare in chiunque. Un orrore più sottile per certi versi.
Tutti elementi che, ormai è risaputo, mancano in Silent Hill: Book of Memories, esclusiva di PlayStation Vita a opera di WayForward Technologies, che però è bene ricordare è solo uno spin-off e non un titolo regolare della serie, palesemente ispirato a quegli hack n' slash con elementi GDR alla Diablo di Blizzard. Ci sono le ambientazioni fatiscenti e corrose, ci sono i nemici classici della saga, ma manca per forza di cose tutto il resto, compresa quella tipologia di trama contorta e misteriosa che ha fatto la fortuna di buona parte dei titoli incentrati sulla "collina silente". Qui la storia, certamente banalotta, diventa infatti un mero pretesto per poter accedere a vari scenari entro i quali combattere i nemici e racimolare oggetti ed esperienza.
Ma vediamo di procedere con ordine: all'inizio dell'avventura al protagonista, per il suo compleanno, viene consegnato da un noto personaggio già apparso anche in Silent Hill: Downpour, un misterioso libro che proviene dalla città nebbiosa e che apparentemente contiene tutti i suoi ricordi fino alla consegna del pacchetto stesso. Questo tomo ha tra l'altro una peculiarità, vale a dire il potere di trascinare chiunque vi abbia a che fare in una serie di incubi senza fine che sono in grado di stravolgere la realtà riscrivendone i fatti. Ed è ciò che accade al personaggio controllato dal giocatore quando decide di cancellare e riscriverne alcuni passaggi.
Trofei PSVita
In Silent Hill: Book of Memories sono disponibili 58 Trofei così suddivisi: 48 di Bronzo, 8 d'Argento, 1 d'Oro e 1 di Platino. I modi per sbloccarli variano a seconda del comportamento tenuto in determinate circostanze, dunque magari raggiungendo la Zona 50, oppure salendo di livello a 25 col proprio personaggio, usando una Super Mossa come quella chiamata Inversione del Karma oppure Forza di spinta per ribaltare 8 o più nemici contemporaneamente o, ancora, in rapporto al tipo di finale ottenuto.
Non un survival
Come detto all'inizio, ciò che caratterizza e distingue Silent Hill: Book of Memories dal resto dei titoli della serie di Konami è lo stile di gioco tipicamente da GDR action con visuale isometrica: è possibile all'inizio creare un proprio avatar ed equipaggiarlo, dopo averne scelto una serie di caratteristiche estetiche, con armi, oggetti e artefatti, molti dei quali l'utente trova poi progredendo nell'avventura, sparsi per i livelli. Questi ultimi sono costituiti da una serie di labirintiche mappe in cui i giocatori devono aggirarsi risolvendo enigmi di una certa complessità, evitando trappole e affrontando creature e boss sempre più orrendi e inquietanti, nel tentativo di raggiungere l'uscita. Le varie aree sono infatti formate da un discreto numero di stanze le quali sono connesse tra di loro da una serie di lunghi corridoi monodirezionali (e che pertanto obbligano il giocatore a un certo backtracking) e infarcite da un buon numero di nemici presi in prestito da tutta la saga. Dalle infermiere zombi all'ormai mitico Testa di Piramide fino a quel viscido di Valtiel, passando per qualche creatura da incubo nuova di zecca, sono tutti lì ad attendere impazienti il protagonista dell'avventura. Idem per le armi: pure in questo caso c'è un discreto mix di vecchio e nuovo, per cui si passa dal familiare tubo a forma di pipa al tradizionale coltello, fino ad arrivare a una serie di oggetti contundenti inediti e particolari, come pistole laser o spade. Non manca ovviamente la torcia elettrica attivabile o disattivabile tramite la semplice pressione del tasto Select. La maggior parte delle armi tendono a usurarsi dopo un uso costante e possono essere potenziate, inoltre se ne possono anche equipaggiare due per volta, visto che i tasti quadrato e triangolo di Vita rappresentano ognuno una mano del protagonista.
I combattimenti, non troppo complessi nell'impostazione ma difficili talvolta nel loro svolgersi a causa del numero e dell'osticità di taluni nemici, avvengono ovviamente in tempo reale e in maniera frenetica: basta premere uno dei dorsali per agganciare l'avversario, un pulsante (o due in sequenza per generare delle combo) per colpirli o il touch pad posteriore della console per usargli contro dei poteri speciali, l'equivalente delle magie nei giochi di ruolo, finché non crollano, lasciando per terra il tipico bottino da dungeon crawler, oppure alternativamente una chiazza di liquido che determina, se toccato, il cambiamento del senso morale del personaggio verso il Bene o il Male. La moralità del protagonista viene infatti regolata tramite il cosiddetto Karma system, che è a sua volta strettamente correlato alle tipologie di creature che l'utente incontra durante il suo cammino e che sono legate principalmente alla Luce e al Sangue. In pratica avere un karma di un tipo piuttosto che di un altro può influire sull'uso delle abilità speciali descritte poc'anzi piuttosto che di altre, o sul comportamento stesso di certi avversari: mostri con una moralità affine a quella che ha in quel momento il videogiocatore non lo attaccheranno o addirittura lo difenderanno da quelli di nemici con karma diverso, e via dicendo.
La nebbia a gl'irti colli…
Sempre in tema di comandi, il touch anteriore della console è limitato alla gestione delle risorse, all'apertura di messaggi di guida sullo schermo o per prelevare oggetti dai cassetti. Per i fan della saga tutto ciò può sembrare un'eresia, ma lo sviluppatore sostiene di aver catturato anche in questo contesto l'essenza di Silent Hill. Noi riteniamo che non sia propriamente così, anche se certamente il titolo dal punto di vista del gameplay non è brutto, anzi, pure i controlli sono piuttosto reattivi. Il problema, più che altro, sembra essere a nostro parere il formato del gioco in sé: se già quest'impostazione sacrifica lo spirito da survival horror del franchise, le ridotte dimensioni dello schermo di un portatile contribuiscono a rendere le situazioni ancora meno spaventose del normale, benché WayForward Technologies abbia cercato di attingere alla mitologia della serie per ricreare le tipiche situazioni di panico e terrore.
Tornando a parlare della giocabilità, e per chiudere definitivamente il discorso relativo alla fase esplorativa, fra le varie stanze da visitare ce ne sono alcune particolari come quella, generata casualmente, che è utilizzata come punto di salvataggio (l'unico, pertanto scomodo perché ogni volta bisogna ripercorrere le vecchie "strade" per poter salvare la partita), un'altra come negozio dove rifornirsi di tutto punto, gestito dal personaggio di Downpour citato poc'anzi e di cui ovviamente non sveliamo l'identità, e altre contenenti delle sfide. Queste ultime consistono generalmente nel rompere particolari sfere luminose, nell'affrontare ed eliminare sotto determinate condizioni i nemici che vengono fuori subito dopo aver compiuto questo gesto e nel recuperare, una volta vinto lo scontro, dei pezzi di puzzle utili per il proseguo nell'avventura. Naturalmente il gioco è fruibile in modalità multiplayer, online o ad-hoc, fino a un massimo di quattro giocatori, per esplorare Silent Hill in compagnia e andare a caccia di nemici e oggetti. Qui il gioco si comporta abbastanza bene e durante il nostro test non abbiamo notato particolari problemi a fruire dei servizi correlati alla modalità, peccato solo che non esista un sistema drop-in/drop-out. Per concludere, diamo un rapido sguardo alla parte tecnica: visivamente Silent Hill: Book of Memories è un ottimo titolo, con l'ambientazione generale che è stata ricostruita con una discreta fedeltà nei confronti della cittadina che molti giocatori hanno amato ed esplorato a più riprese nel corso degli ultimi dodici anni. WayForward Technologies ha mantenuto in tal senso quel look dannato e arrugginito tipico del mondo del survival di Konami, facendo il possibile per rendere ogni nuova stanza sempre più inquietante nella sua quotidianità, grazie anche a un sapiente utilizzo delle fonti di luce. Ottimo il sonoro, con gli effetti e buona parte delle musiche tratte dall'universo di Silent Hill.
Conclusioni
Non fosse per il suo titolo, che volenti o nolenti ha un suo peso nell'immaginario collettivo dei videogiocatori, Silent Hill: Book of Memories potrebbe esser considerato sotto ogni punto di vista un discreto prodotto del genere. Se infatti ci si sforza di guardare al gioco per quello che è, vale a dire un semplice spin-off action-GDR della saga di Konami condito da una certa dose di fan service, concentrandosi quindi più sui bottini da raccogliere, sui dungeon casuali da esplorare o sulle abilità speciali da sviluppare che sul resto, allora l'opera di WayForward Technologies non può che essere in linea di massima apprezzata. La grafica è infatti buona, la giocabilità ha degli spunti interessanti e globalmente il titolo si lascia giocare con piacere, tranne in certi frangenti in cui diventa un tantino frustrante e ripetitivo. In definitiva, se siete dei fan di Silent Hill disposti a chiudere un occhio sulla trama e a considerare il prodotto per quello che è, senza pregiudizi di sorta, allora buttateci un occhio, potreste avere una gradevole sorpresa. In caso contrario, passate pure oltre.
PRO
- Mostri, musiche e armi tratte dai vari capitoli della saga
- Alcune idee molto carine a livello di gameplay
- Buona longevità
CONTRO
- Trama poco azzeccata
- Caricamenti troppo lenti
- Alla lunga monotono e un po' frustrante in alcuni punti