Con i loro capelli lunghissimi, la barba incolta e i vestiti rigorosamente scuri, Arto Koistinen e Peter Finnberg del team finlandese Dicework Games sembrano più un duo heavy metal che degli sviluppatori di videogiochi per iPhone. Non stupisce invece la loro incontenibile passione per i racconti fantasy e per i giochi di ruolo cartacei, poiché basta entrare in una qualsiasi fumetteria nel bel mezzo di un torneo di Dungeons&Dragons o Magic per ritrovarsi davanti decine di simili figuri. È tuttavia proprio questo meraviglioso fanatismo ad aver influenzato positivamente il loro nuovo Rimelands: Hammer of Thor. Si tratta di un affascinante RPG a turni con visuale isometrica e realizzato in parte con l'aiuto dei ragazzi di Crescent Moon, team che si è già fatto notare su App Store grazie all'ottimo Ravensword.
Buttando un'occhiata alle immagini a corredo dell'articolo si può avere l'errata impressione di trovarsi davanti a un semplice clone di Diablo, quando Rimelands può contare su meccaniche di combattimento originali e su un intrigante sistema di crescita del personaggio. Anziché riciclare la classica ambientazione fantasy, con elfi, nani e orchi, gli sviluppatori hanno inoltre deciso di ambientare il gioco in un universo di derivazione leggermente steampunk, mescolando strutture gotiche ed elementi tecnologici avanzati, tradizionali armi bianche e bizzarre pistole.
Combattimenti d'azzardo
Stia però in guardia chi si aspetta una trama curata e coinvolgente: in controtendenza col genere a cui appartiene, Rimelands mette in secondo piano la storia e la sua narrazione, la quale avviene attraverso brevissimi dialoghi e missioni davvero poco ispirate. Il più delle volte si tratterà di recuperare un artefatto magico o eliminare gruppi di rivoltosi, mentre l'intera trama si basa su un conflitto scoppiato tra la fazione degli umani e quella delle fate. Anche le missioni da affrontare sono inaspettatamente lineari, e lo scarso numero di quest secondarie non permette di esplorare il mondo di gioco a proprio piacimento o di allontanarsi per un po' dagli avvenimenti principali. Ma, se come Dungeon Master sono decisamente scarsi, i due sviluppatori di Dicework Games sembrano avere le idee molto più chiare quando si passa alle meccaniche di gioco. Sebbene sia del tutto invisibile, un'enorme griglia trasforma ciascuno scenario in una sorta di enorme scacchiera, in cui sia il giocatore che i nemici si muovono di casella in casella durante i combattimenti: ad ogni turno si può decidere se fare uno spostamento, attaccare l'avversario o utilizzare un'abilità speciale tra quelle precedentemente apprese, dopodiché, nel caso delle ultime due opzioni, l'effettiva riuscita viene risolta attraverso un lancio di dadi da ambo le parti.
Sulle facce sono raffigurati teschi, che indicano i colpi andati a segno, scudi, che permettono di difendersi da ciascun teschio, e croci, che non hanno alcun effetto; in sostanza, se il numero di teschi supera gli scudi dell'avversario il colpo è andato a segno, e più ampio è lo scarto e più danni vengono causati. Nel caso di un lancio scarso, sia in attacco che in difesa, il giocatore può decidere di sacrificare un punto di Mana e rilanciare i dadi peggiori. Si tratta di una semplificazione all'estremo, che in parte prende spunto e in parte miscela regole di giochi come D&D, Warhammer e RisiKo!, replicandone il fascino delle meccaniche ma risultando tranquillamente accessibile anche ai neofiti, spesso tagliati fuori dall'eccessiva complessità. Altrettanto interessante è il sistema di crescita del proprio alter-ego: ogni volta che si sale di livello è possibile decidere quale abilità apprendere tra quelle presenti nei tre alberi a disposizione. Prevedibilmente, le tecniche da barbaro si basano sullo scontro corpo a corpo, quelle dell'assassino sulle imboscate e gli attacchi a distanza, mentre quelle da sciamano su incantesimi e maledizioni. Non è però possibile apprenderle tutte, poiché il limite dei livelli è piuttosto basso e, soprattutto, i nemici non riappariranno più dopo essere stati sconfitti; questo stimola il giocatore ad affrontare ogni nemico e a specializzarsi in un unico albero di abilità. Fortunatamente, nonostante il grinding sia del tutto impossibile, il livello di difficoltà è crescente ma ben bilanciato e un buon numero di pozioni curative dovrebbe assicurare la vittoria anche negli scontri più ostici. Rimelands gode poi di una realizzazione tecnica davvero buona, anche se non si può dire lo stesso per il design degli scenari, che alternano ambienti piuttosto ispirati a dungeon a dir poco spogli e monotoni. Nota di chiusura per alcune idee interessanti ma chiaramente sottosviluppate, come la possibilità di recarsi da un negoziante per smantellare le proprie armi e costruirne di nuove e più potenti con i pezzi ottenuti; il gioco non fa nulla per spingere ad utilizzare questa funzione, e anzi i vantaggi ottenuti sono spesso impercettibili.
La versione testata è la 1.0
Prezzo: 3,99€
Link App Store
Conclusioni
Con Hammer of Thor, la serie Rimelands fa un ottimo debutto su App Store. Il sistema di combattimento basato su dadi e le numerose abilità da apprendere lo rendono senza dubbio uno degli RPG per iPhone e iPod Touch più piacevoli da giocare, sia per i veterani del genere che per chi è sempre stato terrorizzato dalle astruse regole di un Dungeons&Dragons. Dove il gioco scivola clamorosamente è però nella sua narrazione, parecchio sotto le righe, piena di cliché e per nulla coinvolgente. Non aiuta di certo l'eccessiva linearità delle missioni e la povertà di quest secondarie, sebbene il giocatore sarà stimolato a proseguire soprattutto grazie alla bontà delle meccaniche di gioco e alla voglia di potenziare sempre più il protagonista. Si spera che gli eventuali seguiti possano esplorare di più alcune idee che nel primo capitolo sono state soltanto abbozzate, offrire ambienti steampunk più affascinanti e magari proporre una trama più ricca e articolata.
PRO
- Ottimo sistema di combattimento
- Tante abilità in cui specializzarsi
- Tecnicamente molto buono
CONTRO
- Narrazione scialba
- Poche missioni secondarie
- Ambienti spesso monotoni