Prima di parlare dell'Atari 7800+, bisogna spendere due parole sull'originale, per capire il motivo di certe considerazioni che andremo a fare. Quando l'Atari 7800 fu lanciata, nell'ormai remoto 1986, non riuscì a stupire moltissimo. Atari la progettò in risposta alle critiche ricevute dall'Atari 5200, in particolare la mancanza di retrocompatibilità con la vendutissima Atari 2600. I lavori iniziarono nel 1983, con l'obiettivo di farla arrivare al più presto sul mercato, possibilmente già nel 1984, ma si arenarono per colpa dell'Atari Crash, ossia il crollo del mercato console USA che avvenne lo stesso anno. L'enorme quantità di soldi persa da Atari, nonché la drastica e improvvisa contrazione del mercato, fecero rallentare i lavori sull'Atari 7800, che riuscì a uscire solo due anni dopo quando inizialmente pianificato, oltretutto dopo che la compagnia fu comprata da Jack Tramiel, in cerca di vendetta su Commodore (detta in breve: l'aveva fondata e fatta crescere, per poi esserne estromesso... era un personaggio particolare, studiatelo).
Quando l'Atari 7800 riuscì finalmente a fare capolino nei negozi, era già condannata. Gli USA erano ormai di Nintendo con il NES e, in misura minore, di SEGA con il Master System, mentre il Giappone ignorò senza rimpianti la nuova arrivata. Il solo territorio dove fece qualche numero fu l'Europa, perché Nintendo l'aveva snobbato, ma non parliamo certo di vendite miracolose. L'unico punto a suo favore sulla concorrenza era il prezzo economico, che le diede un minimo slancio anche in patria, ma senza farla mai diventare un vero e proprio fenomeno. Quindi, perché riproporla oggi? Soprattutto, perché farlo dopo aver lanciato l'Atari 2600+ che fa girare gli stessi giochi?
Sì, tra i punti di forza della retroconsole precedente di Atari, ancora acquistabile, c'è anche la capacità di leggere le cartucce di tutte le altre vecchie console della compagnia, 7800 compresa. Oltretutto aggiornando il firmware è possibile ottenere tutte le funzioni della nuova console. Infine non c'è nemmeno da fare paragoni sull'iconicità delle due macchine: la 2600 è tra le console più importanti che siano mai state realizzate, il cui design ha fatto storia, mentre la 7800 è al massimo una curiosità per appassionati di retrogaming, considerando anche che vide la pubblicazione soltanto di una sessantina di giochi (contro gli oltre cento della 2600), che erano per lo più nuove versioni di classici di Atari.
Nella scatola
La lunga premessa dovrebbe avervi fatto capire che l'impatto nostalgico dell'Atari 7800+ è decisamente ridotto. Guardandola viene alla mente qualche vecchia pubblicità e poco più, anche perché non aveva un parco titoli propriamente eccezionale.
Comunque sia aprendo la scatola abbiamo scoperto che Atari ha lavorato un'altra volta di fino per rendere la sua "nuova" macchina un'esperienza piacevole e, in qualche modo, coinvolgente, nonostante tutto. Il design della console è identico a quello dell'originale, pur con dimensioni leggermente ridotte. Al centro c'è una fascia grigio chiaro con sopra il logo di Atari e sotto una riga arcobaleno con scritto il nome della console, il che conferma anche che è stata presa a modello la versione europea, visto che quella USA era leggermente diversa. Nella parte superiore c'è lo slot in cui infilare le cartucce dei giochi, mentre in quella inferiore ci sono i tasti di accensione, di pausa, Select e Reset. Al tatto il feeling è quello giusto, vuoi per la pesantezza, vuoi per la plastica spessa e ruvida della scocca. Le sensazioni trasmesse sono quelle di trovarsi tra le mani un oggetto del passato solido e ricostruito con tutti i crismi. È anche discretamente pesante, a dirla tutta.
Oltre alla console, dentro la scatola si trovano anche due controller wireless CX78+, un cavo HDMI, un cavo USB-C per la ricarica (il caricatore non è incluso) e la cartuccia di Bentley Bear's Crystal Quest, un gioco completamente nuovo sviluppato per l'occasione. Per la recensione, Atari ci ha fornito le cartucce di altri sette giochi: Space Duel, Asteroids Deluxe, Bounty Bob Strikes Back!, Frenzy, Ninja Golf, Fatal Run e Food Fight, di cui parleremo in un paragrafo a parte.
Collegata al televisore, l'Atari 7800+ fa la sua figura, anche se va a occupare tanto spazio. Le cartucce stesse diventano un ingombro quando vengono inserite. Del resto l'idea è quella di replicare l'esperienza del passato in salotto, quindi è inevitabile che sia così. Accesa la macchina con una cartuccia dentro, il già citato Bentley Bear's Crystal Quest, notiamo subito l'ottima qualità dell'immagine. Volendo è possibile sceglie tra un rapporto di 16:9 o uno di 4:3. Noi abbiamo puntato sul secondo, che è quello originale, ma anche l'altro rende bene e non fa storcere troppo la bocca. Per curiosità abbiamo provato anche a lanciare un vecchio gioco dell'Atari 2600 (Asteroids), che è partito senza problemi.
Insomma, il primo impatto con l'Atari 7800+ è stato più che positivo, giudizio che se vogliamo possiamo estendere all'intera esperienza fatta con la console. C'è sicuramente la scomodità di dover gestire la macchina interagendoci direttamente, cosa cui non siamo più molto abituati, ma visto che l'obiettivo è l'autenticità, certe scelte fanno parte del gioco, un po' come il non aver incluso un controller nel The Spectrum. Retrogaming significa anche un po' soffrire.
Una console ben fatta
Ottimi anche i controller, pur con qualche incertezza. I due CX78+ che ci sono stati forniti si sono connessi subito ai dongle inclusi nella confezione (sono compatibili anche con i PC). Hanno quindi iniziato a funzionare senza intoppi o senza bisogno di perdere tempo a configurarli. Le dimensioni non proprio enormi e la forma rettangolare all'inizio ci hanno fatto storcere un po' il naso, ma bisogna considerare che non vanno impugnati come i controller moderni per funzionare al meglio. I Pulsanti in particolare sono piacevoli da premere, vista la loro pesantezza, anche se un leggero input lag può rendere faticosa la pressione contemporanea nei giochi che la richiedono.
L'analisi dell'hardware interno ci riporta al discorso su quanto possa essere considerata superflua l'Atari 7800+, visto che monta le stesse componenti dell'Atari 2600+: il Rockchip RK3128 SoC (Quad-Core ARM Cortex A7M, 256K L2 cache, Mali400 MP2 GPU), 256 MB di RAM DDR3 e, per l'imagazzinamento dei dati, un eMMC da 256MB. In pratica è una specie di reskin dell'altra, considerando anche la parità del firmware che abbiamo già citato. Altro dettaglio che conferma quanto espresso finora, è l'uso di emulatori per far girare i giochi (Stella per i giochi dell'Atari 2600 e ProSystem per quelli della 7800). Quindi niente hardware originale, nonostante le cartucce, ma il solito, inevitabile, mix tra chip moderni ed emulazione. Fortunatamente funziona benissimo e l'illusione viene generata, alle giuste condizioni.
Per garantirle, Atari si è ben guardata di aggiungere opzioni moderne come il riavvolgimento delle partite o i salvataggi di stato. Le uniche concessioni sono dei filtri applicabili ai giochi: uno al fosforo con tre livelli d'intensità, che funziona soltanto per i giochi dell'Atari 2600 e uno bilineare, non proprio eccelso, per i giochi dell'Atari 7800, che sfuma un po' l'immagine ma gli fa perdere autenticità. Anche in questo caso si tratta di una scelta, ma sinceramente qualcosa in più si poteva fare, visto che in ultima istanza il senso di autenticità è meramente illusorio e che certe comodità sarebbero venute incontro alle esigenze di un maggior numero di giocatori. Sarebbe bastato mantenerle nascoste, come fatto con i filtri video, e non si sarebbe lamentato nessuno.
I giochi
Come specificato, nella confezione si trova soltanto un gioco: Bentley Bear's Crystal Quest, una specie di Wonder Boy in cui guidiamo l'orso di Crystal Castles in un mondo a scorrimento orizzontale fatto di piattaforme 2D e di nemici che vogliono farci la pelle. È ben fatto, ma non trascendentale. Comunque sia è un titolo completamente nuovo, che farà la gioia degli appassionati di retrogaming e dei collezionisti (gira anche su hardware originale).
Detto questo, il fatto che si possano usare solo le cartucce ha reso quasi inevitabile la presenza di un solo titolo. Quasi, perché si si poteva pensare di creare una cartuccia con più giochi, come fatto con l'Atari 2600+. Considerando che non è possibile caricarne altri da pendrive USB e che costano 30 euro ciascuno, per un prezzo di partenza della console stessa di circa 130 euro, capirete che siamo di fronte a un'operazione di celebrazione del passato decisamente più onerosa rispetto a quelle fatte da altri produttori hardware.
Detto questo, il piacere di infilare e sfilare le cartucce dalla console è impareggiabile ed è parte del fascino dell'Atari 7800+, che di suo non ha come target il giocatore moderno, ma proprio chi vuole rivivere certi momenti. Noi vecchi, insomma. Gli altri giochi che ci sono stati inviati sono per la gran parte titoli già visti, potenziati per l'hardware più moderno rispetto alle versioni per Atari 2600 o coin op. Sono anche il meglio che la macchina abbia da offrire, considerando lo scarno parco titoli di cui dispone. In particolare ci fa piacere citare Ninja Golf e Food Fight, i titoli con cui abbiamo giocato di più, con il primo che è un folle mix tra un gioco di golf e un picchiaduro e il secondo un action in cui bisogna raccogliere del cibo sfuggendo a dei cuochi inferociti, che ancora vale la pena di giocare in coppia.
Ribadiamo però che vanno comprati a parte, quindi non fanno parte dell'offerta iniziale (potete prenderli anche in bundle dal sito di Atari, spendendo circa 200 euro). Vale la pena di averli? Tutto dipende da quanto siete presi dall'Atari 7800+ e da quanto li ricordiate con affetto, visto anche che sono giocabili legalmente (quasi tutti) per vie più economiche, come la raccolta Atari 50: The Anniversary Celebration o l'abbonamento al servizio di cloud gaming dedicato al retrogaming Antstream Arcade. Insomma, come sempre avviene in questi casi, ciò che conta è soprattutto il fattore nostalgia, che è completamente soggettivo, per un prodotto che complessivamente è in linea con l'Atari 2600+: grande cura per la ricostruzione dell'aspetto e del feeling dell'hardware originale, ma grandi mancanze dal lato del supporto della comunità e dell'acquirente stesso, cui non vengono date molte opzioni per rendere più personale e ampliare l'esperienza, senza sborsare altri soldi.
Conclusioni
Multiplayer.it
6.0
Ribadiamo in breve quanto espresso nell'articolo: l'Atari 7800+ è un hardware curatissimo e ben costruito per rendere certe sensazioni, ma troppo in linea con quanto fatto con l'Atari 2600+, di cui non possiede un'oncia dell'iconicità, e davvero poco amichevole con gli acquirenti, a meno che non ci si vogliano investire sopra altri soldi. Sembra pensata per i collezionisti o per chi già possiede dei giochi per le vecchie console di Atari, più che per un generico appassionato di retrogamig in cerca di oggetti celebrativi. Funziona, per carità, ma allo stesso tempo appare limitante rispetto ad altre operazioni simili, che si sono aperte maggiormente ai tempi moderni, pur riuscendo a replicare il feeling del passato.
PRO
- L'esperienza retrò è davvero curata
- I controller wireless sono di buona qualità
- È costruita davvero bene
CONTRO
- Praticamente fa le stesse cose che faceva l'anno scorso l'Atari 2600+
- Qualche opzione moderna in più non le avrebbe fatto male
- Un solo gioco in bundle