Digimon o Tamagotchi?
Nel gioco comunque, non prenderemo parte alle vicende del gruppo dei ragazzi ma, ci ritroveremo sbalzati nel mondo fantastico sopracitato nei panni di un esile bambino, con uno scopo ben più pacifico: dopo un periodo di pace il Digiworld –o più precisamente, File City- ha infatti perso l’armonia che lo contraddistingueva e, grazie all’aiuto del saggio Jijimon e di alcuni pochi fedeli, dovrete far prosperare di nuovo la città, riportando ai loro compiti di sempre i Digimon dispersi, ormai talmente fuori controllo da aver addirittura perso l’uso del linguaggio parlato e facenti uso solo della forza bruta. Come si può ben intuire però, l’aiuto che riceverete non sarà dato solo mediante consigli e per tutta la durata dell’avventura, avrete al vostro fianco nel ruolo di aiutante “indispensabile” il vostro mostro digitale personale; il dinosaurino sputafiamme Agumon è infatti il primo essere che vi troverete ad allevare, curandolo quasi come fosse un Tamagotchi. Nonostante quest’ultima frase sembri un po’ azzardata, ben presto capirete che la chiave del gioco risiede (almeno inizialmente) in questo e, per una buona parte delle vostre peregrinazioni dovrete preoccuparvi, da veri e propri “padroncini/allevatori”, dei bisogni di un mostriciattolo troppo debole per combattere con i pesi massimi e troppo giovane e fiacco per evolversi allo stadio successivo, cercando inoltre di curarlo senza viziarlo troppo, dandogli da mangiare e tenendo conto dei suoi bisogni (cercate di trovare subito un bagno quando ve lo chiede, o il lascito del suo “fagotto” per strada potrebbe farlo ammalare) ed allenandolo infine nella vicina Palestra Verde, che riporta tra gli allenamenti principali una lezione speciale impartita dal vostro alter ego per alzare l’intelligenza della creatura.
Digi-evoluzioni
Benchè i veri risultati si ottengano con le prove in palestra, Agumon potrà intraprendere nel suo vagare dei combattimenti più seri, contro Digimon suoi simili ribelli e molto alterati d’indubbia potenza, ma nonostante tutto potrete intravedere una variante nel sistema del gioco solo proseguendo, fino ad arrivare alle ultime “digi-evoluzioni”, capaci di trasformare un pupillo di per se già letale in un vero e proprio mostro corazzato e armatissimo di cui parlavo già ad inizio articolo.
Tecnicamente, tralasciando per un attimo la struttura di DA, possiamo giudicarlo come un prodotto senza infamia e senza lode, con un sonoro sufficiente grazie a degli effetti simpatici e delle musiche abbastanza curate, per lo più riprendenti il tema della serie tv, e con una grafica nella media, che non mirando a sfruttare la potenza della macchina a 32-bit Sony per via del target del prodotto, a volte purtroppo scade di qualità; con un dettaglio troppo scarno dei personaggi e dei filmati in computer grafica che, in tutta sincerità, potevano essere realizzati meglio.
Senza infamia e senza lode
In definitiva dunque, ci troviamo di fronte ad un gioco senza infamia e senza lode che, nonostante abbia qualche problema tecnico facilmente sorvolabile soffre del brutto difetto accennato poco sopra, con la tendenza ad annoiare in alcuni casi il giocatore, portandolo subito dopo a delle nuove e più interessanti situazioni di gioco, con il rovescio della medaglia però del rischio sempre presente di stufare troppo presto un qualsiasi tipo di target, rappresentato sia dall’utente smaliziato che cerca di disintossicarsi dall’ultimo Final Fantasy, sia dal ragazzino che “vuole subito i mostroni del cartone”; cartone che a parer mio, si trova ad anni luce dei Pokemon…. Consigliato, soprattutto a chi aveva apprezzato anche Monster Rancher della Tecmo.
- Pro:
- Divertente
- Per i fan della serie
- Contro:
- Tecnicamente non eccelso
- Per i fan della serie
Abbasso i Pokemon!
1 Nati in America e bollati quasi subito dell’infamante marchio di fenomeno “anti-Pokemon”, oramai anche il pubblico italiano ha conosciuto l’avanzata dei Digimon e, dopo aver invaso la televisione ed il mercato con due serie di cartoni, un film d’animazione, nonché con un business fatto di gadget e giocattoli, la “rinomata” Bandai (come ha sempre fatto da anni, con tutti e telefilm e le serie più o meno famose dentro e fuori il Giappone) ha deciso di trasportare le avventure dei simpatici mostriciattoli digitali su una rediviva Playstation. Contrariamente agli odiati Pokemon però, il cartone animato seguiva le avventure di un gruppo di ragazzini in lotta contro il male, approdati in un mondo fantastico e semi-virtuale (il Digiworld per l’appunto), peraltro aiutati soltanto da dei piccoli mostriciattoli, in grado di seguire una scala evolutiva fino a diventare dei veri e propri giganti bio-meccanici.