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Naiad, la recensione di un’avventura all’insegna del nuoto splendida da vedere, ma poco efficace da giocare

L'opera prima di HiWarp è spettacolare dal punto di vista estetico, ma inconsistente per quanto riguarda il game design.

RECENSIONE di Giulia Martino   —   18/12/2024
Naiad
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Ogni tanto succede che un videogioco del panorama indipendente riesca a far parlare di sé grazie a un comparto artistico talmente ispirato da essere capace di attirare l'attenzione di un pubblico ben più vasto di quello di chi assiste regolarmente a eventi che ospitano videogiochi indie. Era successo qualche anno fa con l'estetica sognante di Gris, ma anche con la pixel art tutto sommato ruvida di A Short Hike. È capitato anche con Naiad, opera prima prodotta e autopubblicata da una sola persona, HiWarp, che ha investito in questa impresa cinque anni della sua vita.

Naiad viene presentato come un videogioco rilassante, minimalista e colorato. L'obiettivo è quello di percorrere un fiume con Naiad, un essere di forma umanoide capace di nuotare, guizzare e cantare. Se nella prima fase dell'avventura l'opera di HiWarp si attesta certamente come un "cozy game", andando avanti si iniziano a notare delle inconsistenze importanti nel design del gioco. Il che è un vero peccato, perché nuotare con Naiad avrebbe potuto essere un'esperienza ben più centrata e indimenticabile di così, anche grazie alle indiscutibili doti artistiche di HiWarp.

Giù lungo il fiume

La narrazione di Naiad è per lo più portata avanti mediante le azioni di animali e personaggi umani che si incontrano nel corso della nostra nuotata, e con poesie che si sbloccano interagendo con gli elementi dello scenario. Non sappiamo molto del come e del perché questo essere acquatico si sia imbarcato nell'impresa di solcare il fiume a nuoto, attraversando caverne, laghetti e aree che via via si fanno sempre più antropizzate. Nelle primissime fasi di gioco, dei semplici tutorial ci insegnano a guizzare come una rana, nuotare come un pesce e cantare per allietare gli esseri umani e gli animali che incontreremo nel nostro percorso, della durata di circa quattro-cinque ore.

Si è indotti a pensare che vi sia completa libertà nell'interazione con gli elementi dello scenario e con gli esseri che popolano il fiume, visto e considerato che nelle prime fasi di gioco è raramente necessario risolvere degli enigmi ambientali (fai poggiare gli uccelli su un determinato ramo, fai sbocciare dei fiori col canto, spaventa degli umani con delle api) per proseguire. Ed è qui che sorgono i problemi, perché Naiad, in realtà, tutto è tranne che un videogioco spensierato sul modello di - per dire - A Short Hike: mano a mano che si va avanti, bisognerà risolvere sempre più enigmi per sbloccare le chiuse e rimuovere gli ostacoli che impediscono a Naiad di portare avanti il suo viaggio misterioso.

I soliti umani...

Il colpo di scena non è di quelli sorprendenti, sul modello di Doki Doki Literature Club. È semplice rintracciare il problema: si tratta, ovviamente, degli esseri umani che stanno inquinando il fiume e disturbando i pacifici animali che vivono nel suo ecosistema.

Il problema del mondo di Naiad sono, naturalmente, gli esseri umani e le loro attività che disturbano gli abitanti del fiume
Il problema del mondo di Naiad sono, naturalmente, gli esseri umani e le loro attività che disturbano gli abitanti del fiume

Abbiamo bisogno di narrazioni ambientaliste potenti e centrate, ma Naiad non rientra in questa categoria: la trama si sviluppa in maniera assolutamente prevedibile, senza alcune sorpresa o scossone (anche a livello di gameplay) che riesca a conferire all'opera un guizzo di originalità. All'interazione spontanea con l'ambiente e i suoi abitanti si sostituisce ben presto l'affanno di dover capire cosa fare per proseguire, con risultati spesso confusionari: forse devo radunare un certo numero di serpenti d'acqua per spaventare un minatore? Oppure devo riportare le paperelle dalla loro mamma? O magari devo toccare le ninfee in un determinato ordine?

La confusione risultante trasforma il flusso dell'esplorazione in un tormentato avanti e indietro per capire cosa ci si è persi nuotando per il fiume, senza alcuna chiarezza negli obiettivi da perseguire. Esistono modi elegantissimi per indicare al giocatore cosa fare rispettando la sua intelligenza; purtroppo, HiWarp sceglie di scombinare le carte in tavola in corsa senza chiarire i suoi intenti, e senza, al contempo, voler generare un colpo di teatro vero e proprio à la Daniel Mullins.

Naiad inizia la sua avventura nella sorgente del fiume; ben presto, nuotando lungo il suo corso, scoprirà che il mondo è ben meno bello e colorato di quanto avrebbe mai immaginato
Naiad inizia la sua avventura nella sorgente del fiume; ben presto, nuotando lungo il suo corso, scoprirà che il mondo è ben meno bello e colorato di quanto avrebbe mai immaginato

È qui che sta l'inconsistenza del game design di Naiad, sospeso su un ghiaccio sottilissimo tra il videogioco di esplorazione spensierata rilassante e un'anima non meglio decifrata da videogioco a enigmi. E il ghiaccio sottile, prima o poi, si rompe.

Acqua dolce

A salvare la situazione ci pensa un comparto artistico di spicco da ogni punto di vista. Naiad è semplicemente spettacolare da vedere: i colori del fiume, le animazioni degli animali, il fluire della protagonista - tutto concorre a dipingere un quadro in movimento, con prestazioni sempre impeccabili anche su Steam Deck per tutti i suoi sedici episodi di durata. Il gioco di luci e le cromie riescono a rendere piena giustizia al fiume che cambia, dalla purissima sorgente, fino ad arrivare alla foce insozzata dalle turpi attività degli esseri umani.

Il lavoro di HiWarp è una eccellenza assoluta dal punto di vista artistico, sia per quanto riguarda il comparto visivo, sia per quanto attiene al design sonoro del gioco
Il lavoro di HiWarp è una eccellenza assoluta dal punto di vista artistico, sia per quanto riguarda il comparto visivo, sia per quanto attiene al design sonoro del gioco

Le cose vanno addirittura meglio dal lato del design sonoro. HiWarp ha curato i suoni della natura fin nei minimi dettagli, puntando non soltanto sul canto di Naiad - che può essere modulato dal giocatore - ma anche sul rumore dell'acqua, ora vivace e ora stagnante, sul cinguettare degli uccelli, sul vociare delle rane. È un mondo bellissimo in cui fare un bagno, ma le cose vanno decisamente meno bene se l'intenzione è quella di vivere un'avventura videoludica di spessore: siamo lontanissimi dalle mille sorprese offerte quest'anno da opere come Animal Well.

Conclusioni

Versione testata PC Windows
Digital Delivery Steam, PlayStation Store, Xbox Store, Nintendo eShop
Prezzo 19.50 €
Multiplayer.it
6.0
Lettori
ND
Il tuo voto

Apprezzare Naiad per la sua estetica favolosa e per i suoni magnifici del fiume e dei suoi abitanti sarebbe fin troppo facile. Ci troviamo, però, dinanzi a un'esperienza ludica che non riesce mai ad arrivare fino al cuore del giocatore, che inizialmente crede di trovarsi dinanzi a un videogioco rilassante, salvo scoprire di dover prestare attenzione a ogni minuto angolino del fiume per capire quale è l'ordine giusto per toccare le ninfee e passare alla prossima fase. HiWarp dimostra piena maturità artistica, ma non riesce a fare centro dal punto di vista del design ludico; paradossalmente, le cose sarebbero andate molto meglio se l'esperienza fosse stata confinata al semplice nuoto e all'interazione spontanea con gli animali e gli altri elementi dello scenario. Non aiuta un moralismo banale che non riesce a fornire un punto di vista di spessore sulle tematiche ambientali trattate.

PRO

  • Splendido da vedere
  • Design sonoro curato fino all'inverosimile

CONTRO

  • Inconsistente nel design ludico
  • Trama ampiamente prevedibile e priva di spessore critico sui temi trattati
  • Confusionario negli enigmi ambientali