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Redmi Note 14 Pro+ 5G, la recensione dello smartphone Xiaomi che manca il bersaglio

La vendutissima serie Redmi Note si rinnova anche quest'anno, ma il modello di punta stavolta veste i panni di Icaro volando troppo vicino al sole.

RECENSIONE di Andrea Palmisano   —   27/01/2025
Redmi Note 14 Pro+ è il modello di punta della serie
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Con la solita puntualità a cui siamo ormai abituati, Xiaomi ha lanciato la rinnovata serie di smartphone Redmi Note 14, con il ruolo di modello di punta anche stavolta rivestito dal Redmi Note 14 Pro+ 5G.

Se storicamente i telefoni Redmi hanno saputo coprire un ampio ventaglio di prezzi e caratteristiche così da rispondere il meglio possibile alle diverse richieste del pubblico, è altrettanto vero che l'associazione è quella ai valori della fascia media e medio/bassa del mercato, posizionandosi in maniera efficace su quel settore che muove i volumi più consistenti di pezzi. Puntando più verso l'alto aumentano anche le sfide, perché c'è da confrontarsi con produttori agguerriti e con esperienza, ed inoltre ci si rapporta ad un pubblico diverso, più esperto ed esigente. Questo Redmi Note 14 Pro+ è oltretutto il primo della serie Redmi a superare, ad eccezione soltanto della versione di ingresso, la soglia psicologica dei 500€ di listino: viene da sé quindi che non si può più parlare di uno smartphone buono per chi ha un budget limitato, quanto piuttosto di un medio gamma vero e proprio che deve essere in grado di giustificare il suo prezzo.

Caratteristiche tecniche del Redmi Note 14 Pro+

Nel passaggio da un anno all'altro, Xiaomi ha scelto di cambiare fornitore di SoC: mentre sul Note 13 Pro+ era stato adottato un Mediatek Dimensity 7200 Ultra, qua invece (e solamente su questo modello Pro+ dell'intera serie 14) si passa a casa Qualcomm con uno Snapdragon 7s Gen 3. Si tratta dell'ultima evoluzione della serie di chip indirizzati appositamente alla fascia media, dotato di processo produttivo a 4 nanometri: un Octa-Core con 1 core principale Cortex-A720 a 2.5 GHz, 3 core Cortex-A720 a 2.4 GHz e 4 core Cortex-A520 a 1.8 GHz. Siamo di fronte quindi alla più recente struttura con un solo core principale, 3 performance core e 4 efficiency core, una configurazione capace di migliorare parecchio i consumi energetici. In termini percentuali, Qualcomm dichiara un incremento del 20% delle performance della CPU che arriva addirittura al 40% per la GPU, una Adreno 710. Vedremo più avanti se effettivamente le prestazioni sapranno rivelarsi soddisfacenti.

Il Redmi Note 14 Pro+ è l'unico della serie di quest'anno con SoC Qualcomm
Il Redmi Note 14 Pro+ è l'unico della serie di quest'anno con SoC Qualcomm

Non molto eccitanti invece le memorie, disponibili nei tagli da 256 GB o 512 GB di spazio di archiviazione UFS 2.2, mentre la RAM è di 8 o 12 GB LPDDR4X. Inevitabilmente la velocità non è quindi quella degli smartphone più dotati sotto questo punto di vista, che stona particolarmente tenendo conto che il modello dell'anno scorso, ma anche lo stesso Note 14 Pro+ in versione cinese, montano invece le migliori UFS 3.1. Non è chiaro il motivo di questa scelta penalizzante per il mercato europeo rispetto a quello asiatico, che purtroppo, come vedremo, non è l'unica.

Buona e completa la connettività, con Wi-Fi 6e, Bluetooth 5.4, NFC, porta infrarossi, supporto e-SIM. La porta USB-C è invece solo 2.0.

Ottima la certificazione IP68.

Scheda tecnica Redmi Note 14 Pro+ 5G

  • Dimensioni: 162.5 x 74.7 x 8.8 mm mm
  • Peso: 210 grammi
  • Display:
    • AMOLED da 6,67 pollici
    • Risoluzione 2712 x 1220
    • Refresh rate a 120 Hz
    • Luminosità di picco 3000 nit
    • Aspect Ratio 20:9
  • SoC: Qualcomm Snapdragon 7s Gen 3
  • GPU: Adreno 710
  • RAM: 8/12 GB di tipo LPDDR4X
  • Storage: 256/512 GB di tipo UFS 2.2
  • Fotocamere posteriori:
    • Principale Wide 200 MP, f/1,7
    • Grandangolare Ultra-Wide 8 MP, f/2,2, 120°
    • Macro 2 MP, f/2,4
  • Fotocamera frontale:
    • Principale Wide 20 MP, f/2,2
  • Connettività Wi-Fi: 802.11 a/b/g/n/ac/6/6e
  • Bluetooth: 5.4 con A2DP/LE
  • Sensori: Accelerometro, Giroscopio, Bussola elettronica, Prossimità, Impronta Digitale
  • Resistenza agli elementi: Certificazione IP68
  • Colori:
    • Midnight Black
    • Frost Blue
    • Lavender Purple
  • Batteria: 51100 mAh
  • Prezzo:
    • 8 GB RAM + 256 GB | 499,90€
    • 12 GB RAM + 256 GB | 529,90€
    • 12 GB RAM + 512 GB | 549,90€

Design

Il design non è ovviamente sconvolgente, ma è difficile trovare reali elementi negativi nel lavoro di Xiaomi: il telefono è infatti molto piacevole alla vista e al tatto, capace di trasmettere sensazioni magari non pienamente premium, ma sicuramente non da fascia economica. La parte frontale è interamente occupata dal display che, ai lati, si curva per proseguire senza soluzioni di continuità nel frame di plastica.

Il design rappresenta uno dei miglioramenti più consistenti dal modello precedente
Il design rappresenta uno dei miglioramenti più consistenti dal modello precedente

Gli unici tasti sono collocati nella parte destra, con volume e accensione, mentre il cassetto della SIM è in basso, accanto al connettore USB-C

Il vetro è poi ampiamente utilizzato, con il Gorilla Glass Victus 2 a proteggere lo schermo e il Gorilla Glass 7i per il posteriore.

L'isola della fotocamera è collocata al centro in alto, ed è piuttosto voluminosa: le forme sono quelle di un quadrato molto arrotondato sugli angoli, con una piacevole zigrinatura su tutto il perimetro.

I colori disponibili sono Midnight Black, Lavender Purple e Frost Blue; quest'ultimo, a nostra disposizione nell'esemplare in test, è un blu molto chiaro e metallico, piacevole ed elegante. La lavorazione non respinge del tutto le impronte, ma fa buon gioco nel nasconderle alla vista. Differente invece il caso del Lavender Pink, che offre un retro in pelle vegana.

Convincente il grip in mano, con un'impugnatura solida e un'ottima distribuzione dei pesi. Assente, per chi se lo stesse chiedendo, il jack da 3.5 mm, già eliminato l'anno scorso.

Le misure infine, sono leggerissimamente aumentate rispetto al modello precedente: 162.5 x 74.7 x 8.8 mm per un peso di 210 grammi.

Display

Uno degli elementi più convincenti del Redmi Note 14 Pro+ è il display: un bell'OLED da 6,67 pollici con risoluzione 1220 x 2712, rapporto 20:9 e 446 ppi di densità. Il refresh rate arriva fino a 120 Hz, e si può impostarlo a 60/120 o lasciarlo in automatico: in tal caso le frequenze disponibili a cui si adatterà in base ai contenuti sono 60/90/120 Hz. Non è quindi un pannello LTPO, ma questo è abbastanza accettabile considerata la fascia di prezzo.

Il display è decisamente buono, luminoso e piacevole da usare
Il display è decisamente buono, luminoso e piacevole da usare

Di conseguenza lo schermo AOD non è sempre attivo, ma si spegne dopo un tot di secondi per essere poi eventualmente riattivato col tocco.

Sono supportati gli standard HDR10+ e Dolby Vision e la profondità cromatica è a 12 bit.
Molto buono il PWM dimming a 1920 Hz, che aiuta a ridurre l'affaticamento visivo in seguito a un uso prolungato.

Davvero interessante poi il valore di luminosità, fino a 3000 nit di picco, e anche se la sensazione è che la cifra sia un po' esagerata, rimane un pannello molto buono e ben leggibile anche in condizioni di luce diretta.

Assolutamente valido il sensore di impronte digitali collocato sotto lo schermo, forse leggermente troppo in basso ma comunque veloce e molto preciso. Non abbiamo mai ravvisato problematiche di sorta in tal senso.

Notevole l'audio stereo, ben separato e con supporto al Dolby Atmos.

Fotocamere

Forse il colpo basso più doloroso nella proposta del Redmi Note 14 Pro+ 5G sta nella componente fotografica, o meglio nelle differenze rispetto all'equivalente per il mercato cinese: se in quest'ultimo caso infatti è stata offerta una combinazione 50 + 50 + 8 (principale, tele, ultrawide) non straordinaria ma piuttosto interessante, in Europa è stato al contrario mantenuto lo stesso identico setup del Note 13 Pro+, un 200 + 8 + 2, che a sua volta era quasi lo stesso del Note 12 Pro+.

Le fotocamere sono esattamente le stesse dell'anno scorso
Le fotocamere sono esattamente le stesse dell'anno scorso

Ecco quindi che l'obiettivo principale è il solo realmente valido ed è il solito Samsung ISOCELL HP3 da 200 MP, frutto di un pixel binning di 16 a 1 dai 12,5 MP a cui scatta effettivamente. Si tratta dell'unico del lotto con stabilizzazione ottica. Le foto sono buone, ricche di dettaglio, leggermente troppo sature ma comunque anche questo elemento può piacere a qualcuno visto che si guadagna in impatto a discapito della naturalezza. La resa è ampiamente soddisfacente in condizioni di buona luce, ma anche in notturna non ci si può affatto lamentare. Buono anche lo zoom 2x, mentre il 4x genera troppi artefatti e andrebbe evitato. Un po' lenta la velocità di scatto, probabilmente a causa dei limiti del SoC.

L'ultrawide è invece un Sony IMX355 da 8 MP, e qui le cose iniziano a farsi più tristi: è un sensore poco raffinato, fatto per la fascia economica, e infatti gli scatti hanno un dettaglio modesto, il contrasto è scarso e c'è una eccessiva saturazione. Male anche in notturna, con parecchio rumore. Insomma, è difficile consigliare l'uso di questo obiettivo se non in casi eccezionali in cui è necessario sfruttare l'ampiezza di campo.

Sulla macro da 2 MP proposta nel 2025 su un telefono da 500€ preferiamo stendere un velo pietoso: non ha nessun motivo di esistere a parte il fare numero, ed è davvero deludente osservare come un produttore del calibro di Xiaomi stia ancora riciclando un sensore di tale qualità su uno smartphone di fascia media.

La qualità video ricalca quella delle foto: si possono raggiungere il 4K a 30 FPS o 1080 a 60 solo con l'obiettivo principale, che garantisce riprese buone e dettagliate anche in notturna. La stabilizzazione ottica poi fa un discreto lavoro. L'ultrawide invece non va oltre i 1080 a 30 FPS e incontra parecchi limiti anche in questo ambito. La Macro si ferma a 720 30 FPS e non crediamo ci sia nessuno al mondo che desideri davvero registrare un filmato con questa qualità.

La selfie camera infine è da 20 MP e produce buoni scatti, un po' troppo morbidi ma adeguati al contesto di utilizzo.

Batteria

Anche in ambito batteria si ravvisa una differenza rispetto alla versione cinese: dove quest'ultima può contare su ben 6200 mAh e una velocità di ricarica a 90 W, questa edizione europea scende invece ad una più modesta capacità di 5110 mAh, con il contentino della velocità massima che arriva a 120 W.

La batteria è stata ridimensionata nella capacità rispetto alla versione cinese
La batteria è stata ridimensionata nella capacità rispetto alla versione cinese

Avremmo a dire il vero preferito una batteria più generosa, perché l'autonomia è sempre un elemento fondamentale laddove invece per molti la velocità di ricarica è secondaria, seguendo l'abitudine classica del collegamento alla corrente a fine giornata. Sta di fatto che con le specifiche che la casa cinese ha voluto dedicare a noi europei si arriva comodamente a sera, per carità, ma non con una manica così tanto larga soprattutto se si mette il telefono alla frusta con applicazioni o giochi pesanti, che evidentemente tirano un po' il collo al SoC imponendogli di consumare una certa quantità di energia. Se invece si parla di un utilizzo moderato, quindi senza voli pindarici particolari, allora non ci saranno problemi a farsi bastare quanto la batteria ha da offrire.

Non è presente la ricarica wireless ma questo è piuttosto scontato, visto che è ancora una caratteristica legata a fasce di prezzo superiori.

Ovviamente i 120 W sono raggiungibili attraverso un caricabatterie compatibile adeguato, da acquistare separatamente.

Prestazioni e videogiochi

Visto il pregresso della serie Redmi Note non ci saremmo certamente aspettati di trovarci di fronte a uno smartphone in grado di sbancare i benchmark; d'altra parte, la formula scelta per Xiaomi con questa gamma di prodotti ha sempre puntato sull'equilibrio con una proposta evidentemente indirizzata a un pubblico non particolarmente esigente per quanto riguarda le prestazioni. Detto questo, stiamo comunque parlando di uno smartphone che ruota attorno ad un prezzo di listino di 500€, per cui è anche corretto confrontare la sua forza bruta rispetto a ciò che propone il resto del mercato su questa fascia di spesa, senza eccedere in giustificazioni. Purtroppo le sorprese non sono particolarmente positive, perché tutto il nostro solito set di benchmark ha di fatto restituito valori quasi identici, se non in certi casi inferiori, rispetto a quelli del precedente Redmi Note 13 Pro+ che montava un Mediatek 7200 Ultra.

Redmi Note 14 Pro+ non è decisamente un mostro di potenza, ma si riesce a giocare un po' a tutto
Redmi Note 14 Pro+ non è decisamente un mostro di potenza, ma si riesce a giocare un po' a tutto

Eccellente il lavoro di dissipazione del calore, visto che la stabilità dello stress test 3D Mark mostra un raro valore attorno al 99% con una temperatura massima di poco superiore ai 30 gradi. Le prestazioni quindi si mantengono sempre stabili anche sotto massimo stress, con un thermal throttling irrilevante.

I risultati dello stress test di 3D Mark
I risultati dello stress test di 3D Mark

Ad ogni modo, giocare sul Redmi Note 14 Pro+ non è fonte di sacrifici particolari, anche con giochi piuttosto esigenti, accettando magari giusto qualche compromesso nelle impostazioni; con titoli più "casual" invece ovviamente non esiste alcun problema.

Esperienza d’uso

Il Redmi Note 14 Pro+ 5G gira con la personalizzazione HyperOS 1.0.6 basata su Android 14. Esatto, Android 14 per un telefono medio gamma uscito a gennaio 2025. Un peccato, perché Xiaomi potrebbe sicuramente evitare di usare espedienti del genere tenendo in maggiore considerazione gli interessi degli utenti.

Il fatto che il telefono esca con Android 14 toglie già un anno agli aggiornamenti garantiti
Il fatto che il telefono esca con Android 14 toglie già un anno agli aggiornamenti garantiti

Detto questo, il funzionamento della HyperOS non lascia spazio a sorprese, continuando in maniera molto lineare sul percorso tracciato dalla MIUI: di conseguenza se siete già stati utenti Xiaomi vi troverete subito a pieno agio, mentre se non vi ha mai convinto granché la proposta degli smartphone del produttore cinese difficilmente cambierete idea. In ogni caso la HyperOS è un'interfaccia molto personalizzabile, abbastanza ricca di funzioni e con una coerenza grafica sicuramente migliorata rispetto al passato. C'è sicuramente troppa pubblicità, collocata in maniera anche poco chiara.

Come spesso accade con gli smartphone dotati di HyperOS, ci vuole un po' di "rodaggio" prima di poter apprezzare la fluidità e la rapidità ottimale nella risposta ai comandi; nei primi tempi non è per nulla raro (anzi) incontrare qualche singhiozzo e incertezza dell'interfaccia, che appunto poi nel giro di pochi giorni si risolve in maniera autonoma. Evidentemente il sistema operativo ha bisogno di eseguire dei task iniziali che lo appesantiscono, ma appunto non è nulla di drammatico.

Il Redmi Note 14 Pro+ è l'unico della serie Redmi 14 a offrire delle funzionalità di AI proprietarie, con alcune di esse destinate ad arrivare con aggiornamenti OTA futuri. Per il momento la maggior parte di queste sono legate all'editing creativo delle foto, ma ce ne sono altre legate alla produttività, ad esempio nell'applicazione Note e nel Registratore. Come spesso accade in ambito AI, l'effettiva utilità, superato l'effetto sorpresa iniziale, è tutto da verificare ed è comunque decisamente soggettivo.

Oltre alle funzioni di Intelligenza Artificiale di Xiaomi è ovviamente presente quella di Google tramite Gemini e l'integrazione nelle sue applicazioni.

Piuttosto standard il programma di aggiornamenti, che conferma i "soliti" 3 anni di aggiornamenti major e 4 di patch di sicurezza. Dato che un anno è già "mangiato" per la scellerata decisione di uscire con Android 14, non possiamo certamente ritenerci particolarmente soddisfatti della proposta di Xiaomi.

Le funzioni di AI sono interessanti, seppur non trascendentali
Le funzioni di AI sono interessanti, seppur non trascendentali

E sottolineiamo, come sempre, l'eccessivo bloatware presente sotto forma di app e giochi preinstallati senza alcuna possibilità di scelta da parte dell'utente: una pratica sempre estremamente sgradevole che trova nella casa cinese, purtroppo, uno dei peggiori rappresentanti.

Infine i prezzi, che partono da 499,90€ per la versione 8+256 e salgono poi a 529,90€ per quella 12+256 per arrivare a 549,90 per quella 12+512. Oggettivamente troppo, anche contando le varie offerte di lancio con sconti e omaggi: la lista dei concorrenti con una dotazione migliore a cifre analoghe è ampia, mentre lo stesso Note 13 Pro+ dell'anno scorso si trova a 200€ in meno e offre caratteristiche estremamente simili in molti ambiti. Tutto sommato quindi, restando all'interno della stessa linea Redmi 14, sembrano essere più a fuoco nel rapporto qualità/prezzo i modelli inferiori.

Conclusioni

Prezzo 499,99 € / 549,99 €

Multiplayer.it

6.5

Il nuovo Redmi Note 14 Pro+ 5G è uno smartphone che colpisce più per l'aspetto che per la sostanza. Il design e la qualità del display sono infatti gli elementi di maggiore spicco del modello di punta della nuova serie Xiaomi, ma ci sono parecchie questioni che lasciano interdetti: le prestazioni dello Snapdragon 7s Gen 3 sono tutto sommato sovrapponibili a quelle del modello dell'anno scorso, sono state fatte scelte deludenti nella scheda tecnica (velocità delle memorie in primis), le fotocamere sono anch'esse quasi invariate rispetto al predecessore ed esistono diversi ridimensionamenti rispetto al modello venduto in Cina. Tutto ciò, sommato ad un prezzo di listino ulteriormente lievitato che sfonda ora il tetto dei 500€, rende il Redmi Note 14 Pro+ un prodotto nel complesso deludente, che soffre parecchio per la competizione su questa fascia di mercato. Una consistente riduzione dello street price potrà rimettere a fuoco il prodotto, ma da Xiaomi ci saremmo aspettati di più.

PRO

  • Design e qualità costruttiva da fascia superiore
  • Display buono e luminoso
  • Camera principale valida

CONTRO

  • Prestazioni modeste
  • Tagli e modifiche rispetto alla versione cinese
  • Prezzo troppo alto