Giochi brutti, bruttissimi, inutili, al limite dell'ingiocabile. Ogni anno ce ne riserva qualcuno e anche quel simpaticone del 2020 non poteva fare eccezione. Prima di abbandonarli al loro meritato oblio, all'alba nel nuovo anno ecco allora una delle nostre immancabili top 10: preparate una bacinella, perché stiamo per parlarvi dei giochi più brutti del 2020.
XIII Remake
Di XIII ne abbiamo parlato più volte e sempre con un tono a metà tra il rimpianto e la nostalgia. Il particolare sparatutto in prima persona, ispirato all'omonima graphic novel e prodotto da Ubisoft nel 2003, era tutt'altro che perfetto, ma ti catturava con una narrativa intrigante dall'inizio alla fine. E il clamoroso cliffhanger finale aveva lasciato tutti col fiato sospeso, in attesa di un seguito che non ha mai visto la luce. Il remake realizzato da Microids poteva essere l'occasione giusta per porre rimedio a tutto, e invece... Quello che abbiamo avuto tra le mani è stato un gioco buggato, pieno di problemi e che, a distanza di mesi, fa ancora fatica a riprendersi. Una vera occasione mancata.
Cooking Mama: Cookstar
Il caso Cooking Mama: Cookstar è degno di un romanzo della Signora in Giallo. Non bastava infatti che fosse il primo capitolo del glorioso brand di simulazione di cucina dopo il cambio di publisher e sviluppatore. E nemmeno che fosse arrivato sul mercato con un livello qualitativo degno dei peggiori cloni pezzotti. Il nuovo Cooking Mama ha pensato bene di attirare le attenzioni del mondo anche per il sospetto che venisse utilizzato per minare criptovalute e per una causa legale intorno all'utilizzo del marchio che ha portato a un misterioso quanto furtivo ritiro dal mercato. Il lato positivo della vicenda? Beh, che c'è un gioco brutto in meno nei negozi.
Dawn of Fear
Dawn of Fear è un gioco da paura. Nel senso che è così brutto da fare spavento. Un survival horror di serie B pieno di problemi, non solo tecnici, dove la struttura vecchia scuola strizza l'occhio a quella dei vecchi Resident Evil, ma esagera e fa schizzare la pupilla fuori dalla sua orbita. E a ben pensarci, un effetto splatter del genere sarebbe potuto essere ben più divertente del gioco stesso. Comunque, se proprio non potete fare a meno delle inquadrature fisse e dell'horror di un tempo potete sempre tornare a Raccoon City, e lasciare da parte Dawn of Fear; a meno che, ovviamente, non vogliate espiare le vostre colpe infliggendovi questa tortura.
Deadly Premonition 2
Sperare di ripetere il miracolo del primo Deadly Premonition era oggettivamente impossibile. Un po' come il Signor Burns dei Simpson, il gioco realizzato di Access Games era un misto unico di difetti e imperfezioni, che messi assieme trovavano una loro armonia e davano vita a un titolo capace di appassionare e diventare una sorta di cult. Deadly Premonition 2, invece, è semplicemente mal realizzato, e riflette l'incapacità di SWERY di bilanciare possibilità e ambizione: un'esperienza che si trascina nei fasti dell'originale calcando la mano, in peggio, su quegli aspetti che ormai dieci anni fa avevano ammaliato e conquistato tanti fan.
Disaster Report 4: Summer Memories
Disaster Report 4 non si può certo dire un titolo fortunato: bloccato nel 2011 a causa del terremoto del Tohoku, il gioco è stato ripreso anni dopo solo per arrivare sul mercato il 7 aprile 2020, nel bel mezzo di un'altra crisi mica da ridere. Questa lunga, lunghissima gestazione ha avuto ovvie ripercussioni anche sul risultato finale che, pur non essendo "disastroso", subisce le problematiche di una progressione lineare e confusionaria, affiancata a un comparto tecnico a dir poco obsoleto.
Fast & Furious Crossroads
Parliamoci chiaro, Fast & Furious Crossroads non ci ha mai suscitato buone sensazioni e, nonostante il coinvolgimento di un team talentuoso come Slighty Mad Studios, il risultato è stato perfettamente in linea con le aspettative. I creatori di Project Cars ci hanno provato con una trama degna degli episodi della saga cinematografica e arricchita da un discreto cast di attori, ma si sono persi il gameplay. Caos è la parola chiave per definire missioni e struttura, mentre il comparto tecnico riesce persino a peggiorare le cose. Insomma, l'ennesimo tie-in da dimenticare.
PONG Quest
Quello che probabilmente è il gameplay più essenziale di sempre ha il vantaggio di funzionare in qualsiasi contesto e non è un caso che Pong sia tornato in forma di mini-gioco o puzzle in tonnellate di altri titoli. L'idea di arricchire la formula in PONG Quest, quindi, non era diabolica di per sé. Peccato che il team si sia fatto prendere un po' la mano, complicando e appesantendo le meccaniche base fino a farle sprofondare nel girone più profondo degli Inferi. Da glaciazione eterna anche il comparto tecnico, un vero e proprio prodotto dell'Ade.
Predator: Hunting Grounds
Videogioco multiplayer online asimmetrico. Queste quattro parole altisonanti sono tutto il buono che potrete trovare in Predator: Hunting Grounds. Tutto il resto lascia a desiderare, dal comparto tecnico a quello grafico, dal bilanciamento del gameplay ai contenuti secondari, assenti. Persino le mappe, beh, sono praticamente sempre la stessa con variazioni impercettibili. Che poi impersonare il Predator sarebbe di per sé pure interessante; ma non siamo sicuri basti a giustificare il prezzo del biglietto. Nemmeno quando scontato.
Speaking Simulator
Speaking Simulator non merita troppe parole. Innanzitutto, perché la simulazione dell'atto del parlare non esiste. Siamo di fronte a una specie di rhythm game molto blando, e ripetitivo fino al midollo. Poi perché, di fatto, non riesce ad avere alcun pregio, né a livello di meccaniche, né di grafica. Anzi, in realtà un pregio ce l'ha: è molto breve... Come il paragrafo che siamo disposti a dedicargli.
Those Who Remain
A questo punto ci rimane da analizzare solo un ultimo gioco, Those Who Remain. Un titolo acerbo e anonimo, che ha come motivo d'interesse solo una storia che incuriosisce fino alla sua conclusione, pur senza stupire. Al di là della trama e di alcuni enigmi, però, non funziona davvero nulla. Le meccaniche sono povere, il gameplay limitato, gli inseguimenti frustranti. Persino alcune delle idee portanti risultano presto un fastidio, facendoci chiedere quale mostruosa creatura ci abbia spinto ad acquistarlo.
Finalmente siamo giunti alla fine di questa selezione. Se tutto va bene non parleremo mai più di questi giochi, quindi vi consigliamo di scatenarvi nei commenti finché potete: avete avuto la sfortuna di pagare per qualcuno di questi? E quali altri titoli avete provato fastidio a giocare nel 2020? Fatecelo sapere qua sotto e se siete sopravvissuti a tutto questo, lasciate un bel mi piace per confermarcelo. Siete masochisti e volete altri video come questo? Allora iscrivetevi al nostro canale YouTube, cliccando sulla campanellina, per non perdervi nessuno dei nostri contenuti.