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Clair Obscur: Expedition 33, la recensione di un GDR imperdibile

Il primo gioco del piccolo sviluppatore francese Sandfall Interactive è un trionfo: nella nostra recensione vi spieghiamo perché dovete assolutamente giocare Expedition 33.

RECENSIONE di Christian Colli   —   23/04/2025
Maelle di Clair Obscur: Expedition 33
Clair Obscur: Expedition 33
Clair Obscur: Expedition 33
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Alla fine, dopo aver passato all'incirca quaranta ore su Clair Obscur: Expedition 33, l'unica domanda che conta è una sola: come diamine ha fatto a sviluppare questo GDR colossale una trentina di persone in meno di cinque anni? Sembra assurdo, eppure è tutto vero. Sandfall Interactive è stato fondato a Montpellier solo nel 2020 da Guillaume Broche e un manipolo di giovani collaboratori appassionati soprattutto di GDR in stile nipponico, quelli che chiamiamo comunemente JRPG anche se l'acronimo ormai ha perso buona parte del suo significato originale.

Nonostante ciò, è alla scuola dei Dragon Quest, dei Persona e dei primi Final Fantasy che questi audaci programmatori francesi si sono ispirati, affrontando una sfida difficilissima ma, a nostro avviso, ampiamente superata. Mentre i colossi del settore si sbracciano per trovare nuove strade da imboccare, impegnando centinaia di programmatori nella ricerca di un fantomatico Santo Graal del videogioco innovativo, a Sandfall Interactive si sono rimboccati le maniche e hanno dato sfogo alla loro fantasia, realizzando un sogno nel cassetto che, siamo sicuri, è anche stato a lungo quello di moltissimi giocatori.

Un GDR tra realtà e fantasia

E dire che senza i loro artisti probabilmente Expedition 33 avrebbe fatto molta meno strada. Puoi mettere Unreal Engine 5 e le tecnologie più moderne nelle mani dei migliori programmatori del mondo ma non otterrai mai i risultati di Expedition 33 senza le brillanti menti artistiche che hanno immaginato gli scenari che abbiamo esplorato per ore, restando quasi sempre a bocca aperta. Quello di Clair Obscur è un mondo strano, un riflesso distorto del nostro in cui coesistono magia e tecnologia: un mondo stravagante, circoscritto alla città di Lumière in cui ogni anno si celebra il Gommage, la festa di addio agli sventurati amici, amanti e famigliari che hanno compiuto gli anni dipinti sul distante monolito.

La pittoresca Lumière è uno strano riflesso della nostra Parigi
La pittoresca Lumière è uno strano riflesso della nostra Parigi

Vedete, anni prima che cominci il gioco è comparsa in lontananza una colossale figura sovrannaturale, la Pittrice, che ha spaccato il mondo nel cataclisma noto come Frattura. Contemporaneamente, la Pittrice ha cominciato a disegnare un numero sul monolito: ogni anno, chi ha raggiunto quell'età svanisce nel nulla, lasciando ai superstiti, ormai rassegnati, la scelta di arrendersi o combattere. Le Spedizioni nascono per questo, per raggiungere la Pittrice al di là del mare, raccogliere informazioni e possibilmente farla fuori, riconsegnando a Lumière il suo futuro. Alla Spedizione numero 33 partecipano i nostri protagonisti: Gustave, un imbranato maestro mezzo scienziato; sua sorella adottiva Maelle, molto più giovane di lui ma decisamente più agguerrita e disillusa; Lune e Sciel, due donne segnate da profondi lutti che combattono per dare la speranza al prossimo.

Non vogliamo dirvi nulla sulla trama di Clair Obscur: Expedition 33, tanto è sorprendente la deriva intima e personalissima che assume nel giro di alcune ore. È un vero saliscendi di emozioni, contrassegnato da una partenza compassata che giustifica i colpi di scena a seguire. Il mondo di Lumière è un mistero che trova una risoluzione poco a poco, e neanche del tutto: Sandfall Interactive si aspetta che accettiamo per fede le caratteristiche più strane dell'universo che ha immaginato. È un viaggio che abbiamo affrontato con piacere, cullati dalle memorabili musiche di Lorien Testard, che spazia tra i generi più diversi per accompagnarci nell'esplorazione e in battaglia, spesso ricorrendo a vere e proprie canzoni in francese.

La Spedizione 33 è composta da Lune, Maelle, Gustave e Sciel
La Spedizione 33 è composta da Lune, Maelle, Gustave e Sciel

Expedition 33 è una storia fatta di personaggi. Abbandonati nel continente - così lo chiamano - in compagnia dei morti o dei bizzarri Gestral, per non parlare dei pericolosissimi Necron, i membri della Spedizione 33 hanno solo se stessi. La principale autrice della sceneggiatura Jennifer Svedberg-Yen tratteggia con cura questi protagonisti, concentrandosi principalmente su Gustave, Maelle e, in un secondo momento, Verso. Sebbene siano loro tre il cuore pulsante dell'intreccio, anche Lune, Sciel e lo strambo mutaforma Monoco godono di una caratterizzazione sopraffina, affidata a filmati di intermezzo e dialoghi pregni di significato ma mai didascalici. La storia è fondamentalmente lineare ma i dettagli e le sfumature, specie per quanto riguarda il passato di questi comprimari, sono nascosti in piena vista nel mondo esplorabile, facoltativi ma caldamente consigliati se si vuole comprendere ogni tassello di un mosaico complicato che parla di arte, lutto e amore.

Le interpretazioni dei doppiatori sono semplicemente stellari, supportate da un motion capture di altissimo livello che rende i personaggi enormemente espressivi, soprattutto durante i filmati. Noi abbiamo giocato in inglese con sottotitoli in italiano - una localizzazione, peraltro, intelligente e rispettosa della lingua francese - e gli attori chiamati a recitare nelle parti più importanti hanno davvero dato il massimo, dal Charlie Cox di Gustave alla straordinaria Jennifer English di Maelle, passando per la sempre bravissima Shala Nyx e i giganteschi Andy Serkis e Ben Starr. Grazie a loro, Expedition 33 racconta una storia che pesa come un macigno sull'anima, nonostante il numero risicato di personaggi rilevanti che si susseguono sullo schermo.

Il mondo di Clair Obscur

Expedition 33 non è neppure un gioco troppo lungo: come detto, ha una durata ottimale di circa quaranta ore se si tira dritti fino alla fine, senza esplorare ogni anfratto o girare per la mappa in cerca di nuove attività, zone o segreti da scoprire. In quel caso, il titolo Sandfall Interactive raddoppia facilmente la sua longevità, senza scomodare la modalità Nuova Partita + che si sblocca dopo aver completato il gioco.

Verso è doppiato da Ben Starr, ossia Clive Rosfield in Final Fantasy XVI
Verso è doppiato da Ben Starr, ossia Clive Rosfield in Final Fantasy XVI

In questo senso, Expedition 33 ha davvero molto da offrire. I programmatori hanno riempito il mondo di contenuti, spaziando tra boss speciali, rompicapi platform, arene e così via; praticamente tutto quello che ci si aspetterebbe da un JRPG degli anni 90 che ha viaggiato nel tempo per arrivare a noi in forma smagliante.

I ragazzi di Montpellier hanno talento da vendere. Il mondo di Expedition 33 è un affresco di rara bellezza, un incantevole agglomerato di stili, influenze e suggestioni diverse, modellato con dovizia di particolari e suddiviso in zone distinte e separate cui si accede, al momento opportuno, da una mappa del mondo in miniatura: sbloccato l'adorabile Esquie, potremo esplorarla progressivamente prima a piedi, poi a nuoto e infine volando. Il colpo d'occhio è generalmente incredibile, grazie a un motore pulito e ottimizzato, sebbene su PlayStation 5 standard il gioco arranchi un pelo in modalità Qualità, girando molto più fluidamente col settaggio Prestazioni nel menu delle opzioni grafiche. Un compromesso che non sacrifica moltissimo in termini di risoluzione: abbiamo giocato in entrambe le modalità senza riscontrare particolari problemi.

La mappa del mondo in scala di Expedition 33
La mappa del mondo in scala di Expedition 33

Con una varietà di scenari incredibile, un livello di dettaglio sovrumano e un ricorso all'effettistica digitale che impreziosisce esplorazione e combattimenti, il titolo Sandfall Interactive ogni tanto si sovraccarica di input visivi, richiedendo la massima attenzione del giocatore soprattutto nelle scene più sofisticate o nelle mappe geometricamente più complesse. Non essendoci una minimappa a schermo - escludendo la cartina geografica stilizzata che rappresenta la mappa del mondo - capita talvolta di confondersi: il percorso da seguire è indicativamente rettilineo ma si dirama qua e là, invogliandoci a scoprire cosa ci aspetta alla fine di un corridoio laterale, se un nemico o una ricompensa o, spesso, entrambe le cose.

L'esplorazione è premiata con consumabili, denaro, armi e costumi: anche lì i francesi di Montpellier salgono in cattedra, inventandosi un sistema ingegnoso che si lega a doppio filo col sistema di combattimento e le dinamiche ruolistiche del loro gioco. I generosi checkpoint - distinti e separati dai punti di viaggio rapido presso cui è possibile microgestire il gruppo nel dettaglio - compensano gli inevitabili passi falsi del giocatore, alla luce di un sistema di salvataggio insolito che non permette di registrare i progressi autonomamente ma solo di caricare i frequenti salvataggi automatici. Un approccio che rende l'esplorazione leggermente macchinosa nelle fasi iniziali dell'avventura, specie se si volesse tornare indietro, ma che in un certo senso rispetta la filosofia della Spedizione 33: mai fermarsi, sempre avanti.

Le armi della Spedizione 33

Venendo al gameplay vero e proprio, Expedition 33 è un gioco di ruolo molto vicino ai tradizionali schemi giapponesi: si esplora, si affrontano i nemici nei combattimenti a turni, si guardano i filmati d'intermezzo che portano avanti la trama. La base è estremamente semplice, coadiuvata da un andamento lineare che offre al giocatore occasionali sprazzi di libertà ma che lo costringe sempre e comunque a tornare su una rotta precisa se vuole arrivare alla fine dell'avventura. Insomma, pur essendo stato sviluppato in occidente, Expedition 33 è un GDR profondamente giapponese nell'animo, forse anche più Final Fantasy degli ultimi Final Fantasy. Sandfall Interactive l'ha tuttavia gestito come un'avventura story driven, optando per un approccio molto cinematografico nella regia non solo dei filmati ma anche dei combattimenti.

Il modello di riferimento, però, non è proprio tradizionalissimo. Clair Obscur appartiene a una scuola che ha radici in titoli iconici del calibro di Super Mario RPG e The Legend of Dragoon, la stessa scuola che hanno frequentato i vari Mario & Luigi o Sea of Stars, quella dei combattimenti interattivi. Le fondamenta sono semplicissime: una volta scelta l'azione da effettuare (che consuma una quantità variabile di Punti Azione, ricaricabili nei modi più disparati), il giocatore è chiamato a premere un pulsante al momento opportuno per migliorare l'efficacia dell'attacco o dell'abilità usata. Di traverso, se è il nemico ad attaccare, potremo parare o schivare i suoi colpi premendo i pulsanti corrispondenti, tenendo presente che la schivata offre una finestra di invulnerabilità più ampia della parata che però, effettuata accuratamente, si traduce in un potente contrattacco automatico.

Fin qui può anche sembrare piuttosto semplice, a rischio di diventare ripetitivo, ma lo sviluppatore di Montpellier ci mette poco a complicare le cose introducendo anche il salto - unica reazione possibile a certi attacchi specifici, prolungabile in un contrattacco manuale e facoltativo - e le cosiddette parate sfumate, le uniche che possono respingere certi colpi particolarmente letali e contrattaccarli in proporzione. Abbiamo quindi diverse reazioni a una apprezzabile varietà di nemici dotati di diversi attacchi, combo e abilità speciali: imparare i loro schemi di attacco è fondamentale, specialmente quando, nelle fasi avanzate dell'avventura, gli attacchi in serie mescolano diversi tipi di reazioni possibili, tenendoci sempre sulle spine.

Le abilità di Expedition 33 consumano una risorsa che si ricarica in vari modi.
Le abilità di Expedition 33 consumano una risorsa che si ricarica in vari modi.

L'unico neo che possiamo imputare a questo sistema di combattimento coinvolgente, e del quale abbiamo appena graffiato la superficie, è il ricorso a un approccio trial and error che giustifica la generosa distribuzione di checkpoint: spesso serve qualche combattimento per imparare i pattern d'attacco dei nemici appena incontrati, ragion per cui i primi scontri - specie contro i boss - si risolvono spesso in clamorose disfatte. Il fatto che si possa ricominciare praticamente subito, grazie al caricamento immediato del punto di controllo più recente, rende molto meno frustrante l'approccio, ma Sandfall Interactive ha implementato anche tre livelli di difficoltà che interessano i danni inferti dai nemici e le finestre di reazione ai loro attacchi: noi abbiamo giocato a Spedizione, che è la difficoltà standard, trovando gli incontri impegnativi il giusto ma forse un po' troppo severi nelle battute finali, quando i nemici agiscono più volte nello stesso turno e infliggono condizioni anomale abbastanza fastidiose.

Si tratta, alla fine, di una questione di bravura. I patiti dei soulslike che hanno finito Sekiro a occhi chiusi probabilmente non avranno alcun problema con le parate e le schivate di Expedition 33, il che fa sorridere considerando che stiamo pur sempre parlando di un GDR a turni. Come abbiamo detto, però, il sistema di combattimento è ancora più complesso e include anche gli attacchi a distanza, utili a indebolire i nemici che espongono incautamente i loro punti deboli. Alcuni scontri sono costruiti intorno a questa meccanica, intuitiva ma mai telefonata.

Gli alberi delle abilità obbligano a fare delle scelte ma si possono resettare in un secondo momento
Gli alberi delle abilità obbligano a fare delle scelte ma si possono resettare in un secondo momento

I boss sono probabilmente gli scontri più appassionanti di Expedition 33, soprattutto perché la regia è fortemente dinamica e ricorre a slow motion e altri artefatti visivi per renderli ancora più spettacolari, soprattutto nei momenti clou della storia. Sono anche i combattimenti in cui il giocatore deve dimostrare di aver imparato le dinamiche del gameplay perché, al di fuori dei comandi di base, i membri della Spedizione 33 sono molto diversi. Maelle, per esempio, cambia posa a ogni attacco sferrato: bisogna quindi calcolare attentamente l'ordine degli attacchi per far sì che abbia a disposizione i PA necessari a colpire nella posa opportuna. Sciel, invece, può assegnare ai nemici un valore chiamato Presagio che gli attacchi successivi consumano in cambio di maggiore potenza. Monoco, poi, è il Mago Blu del gioco, una specie di Gau di Final Fantasy VI che può trasformarsi nei nemici sconfitti: questo strano Gestral non possiede un albero delle abilità come gli altri ma un elenco di metamorfosi che traggono maggior potere da una specie di ruota della fortuna.

Ogni personaggio è profondamente diverso dagli altri e trovare le sinergie giuste in combattimento fa parte del gioco. Possiamo anche distribuire i punti guadagnati al salire di livello nei diversi parametri che scalano insieme alle armi, potenziabili a loro volta e influenzate dagli elementi naturali perché, sì, ci sono anche resistenze e debolezze. Non solo: in giro per il mondo troveremo i Picto, accessori che possiamo equipaggiare a ogni personaggio per conferirgli abilità passive speciali. Dopo quattro scontri il Picto si padroneggia (nel gioco il termine usato è proprio "masterare") e il personaggio può impegnare una risorsa chiamata Lumina per equipaggiare le abilità padroneggiate senza i Picto corrispondenti. Questi ultimi conferiscono le abilità più disparate, andando a potenziare certi aspetti dei personaggi o delle loro abilità: in pratica, consentono di fare vere e proprie build su misura.

Monoco è fortissimo: può imparare a trasformarsi nei nemici, ma solo se è in squadra quando li sconfiggete
Monoco è fortissimo: può imparare a trasformarsi nei nemici, ma solo se è in squadra quando li sconfiggete

Il sistema di combattimento di Expedition 33 è incredibilmente sofisticato e siamo sicuri che i giocatori più navigati si divertiranno a "romperlo" con le strategie più efficaci, che poi è anche il modo migliore per sconfiggere i boss speciali che pattugliano il continente in cielo e in terra. Malgrado questo, Sandfall Interactive ha progettato il suo gioco per premiare la bravura: con un pizzico di determinazione, un po' di pazienza e una sana dose di riflessi fulminei è possibile sconfiggere nemici ragionevolmente più forti semplicemente schivando, parando e contrattaccando, anche in condizioni di netto svantaggio. È probabilmente il merito più importante di un titolo che si rivolge così a una platea ancora più ampia, strizzando l'occhio anche agli amanti degli action più hardcore.

Da questo punto di vista, il GDR che hanno messo in piedi a Montpellier è un mezzo miracolo sotto praticamente ogni aspetto, dalla grafica sontuosa alle musiche travolgenti, passando per un sistema di combattimento sofisticato ma scalabile. È un titolo perfetto? Ovviamente no; ci sono alcune spigolosità minori - per esempio, durante i combattimenti avremmo gradito la possibilità di scambiare i personaggi con i membri della Spedizione in panchina oppure avere una mappa del mondo più chiara - ma si parla del proverbiale pelo nell'uovo a fronte di un titolo colossale, peraltro venduto a prezzo budget o incluso direttamente nel Game Pass. La verità è che Expedition 33 ci ha praticamente viziato, confermando le ottime impressioni che ci avevano fatto trailer e demo ma anche superando le nostre più rosee aspettative: dà talmente tanto da averci fatto desiderare anche di più.

Conclusioni

Versione testata PlayStation 5
Digital Delivery PlayStation Store
Prezzo 49,99 €
Multiplayer.it
9.5
Lettori (67)
8.3
Il tuo voto

Negli anni abbiamo visto i creatori dei più famosi GDR giapponesi scervellarsi per trovare nuovi paradigmi, snaturando le serie che abbiamo amato nel tentativo di rivolgersi a un pubblico più vasto e di conquistare nuovi giocatori. In Francia hanno scelto la direzione opposta: hanno abbracciato la tradizione, infondendo nella loro creatura anni e anni di passione per i videogiochi di ruolo nipponici. Clair Obscur: Expedition 33 è un'enciclopedia dei JRPG, una summa di caratteristiche ascrivibili ai titoli che abbiamo amato tempo fa, combinate con sorprendente armonia in un'avventura tecnicamente all'avanguardia, artisticamente sublime e insospettabilmente profonda sul fronte della narrativa. Al netto di qualche sbavatura di poco conto, il titolo Sandfall Interactive è un completo trionfo che ha già consacrato questi talentuosi sviluppatori. Teniamoli d'occhio perché potremmo vederne veramente delle belle.

PRO

  • Artisticamente è una bomba, il comparto tecnico è di altissimo livello
  • Sistema di combattimento divertente e impegnativo
  • La storia è più sfaccettata e sorprendente di quanto sembri all'inizio

CONTRO

  • La sovrabbondanza di input visivi può causare qualche momento di incertezza
  • L'apprendimento per tentativi potrebbe infastidire i giocatori meno abili