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The Last of Us - Voci dal Sottobosco

Un uomo e una bambina in un mondo da incubo: è il nuovo gioco degli autori di Uncharted che promette di rivoluzionare il genere survival-horror

RUBRICA di Christian Colli   —   19/04/2012
The Last of Us
The Last of Us
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Se qualche anno fa aveste detto che i Naughty Dog erano a lavoro su una storia di morte, miseria e orrore, come minimo vi avrebbero riso in faccia. La software house di Santa Monica non è esattamente famosa per le atmosfere tetre e drammatiche, e pur con la sua dose di morti ammazzati, tradimenti e sparatorie, lo stesso Uncharted sembra una puntata dei My Mini Pony in confronto alla nuova, insospettabile IP che ormai tutti attendono con grande entusiasmo. The Last of Us è stato un colpo di scena mica da ridere, sopratutto se consideriamo che è sbucato fuori praticamente dal nulla:

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ci stanno lavorando più di ottanta persone, molte delle quali provengono direttamente dallo sviluppo di Uncharted 2, quindi come potete immaginare il loro pedigree è di un certo livello. Aggiungete pure il compositore Gustavo Santaolalla, premio Oscar per le colonne sonore de I segreti di Brokeback Mountain e Babel, e sarà ancora più facile immaginare quanto in alto stanno puntando i Naughty Dog con il loro nuovo progetto. Ma cos'è davvero The Last of Us e perché mai dovrebbe settare un nuovo standard nell'industria videoludica?

Loro sono leggenda?

The Last of Us racconta una storia. E fin qui, non c'è nulla di strano: ogni gioco racconta una storia, ormai lo fanno pure i picchiaduro e i puzzle-game. Il punto è che The Last of Us racconta sopratutto una storia e lo fa perché "pensiamo che la narrazione [nei videogiochi] oggigiorno è davvero terribile": non sono parole nostre, l'ha detto il direttore creativo Neil Druckmann, ma sapete una cosa? Siamo d'accordo, perché ormai si contano sulla punta delle dita le storie che restano davvero impresse o che non sono un semplice specchietto per le allodole, un mero pretesto per farci girare come matti alla ricerca di chiavi, munizioni e pulsanti da premere.

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"È tutto basato sui personaggi: vogliamo che vi ci affezioniate così che proviate delle vere emozioni quando succede qualcosa di orribile" spiega Druckmann, "Ed è proprio quello che Naughty Dog può dare a questo genere, poiché ogni decisione ruota attorno ai personaggi e alla loro relazione". E i personaggi, nello specifico, sono due. Li abbiamo visti nel trailer che gira già da qualche mese e che potete vedere anche in questa pagina: Joel sembra un Nathan Drake un po' invecchiato, lo scorbutico antieroe quarantenne che ha dovuto imparare a usare le armi per sopravvivere; la ragazzina che assomiglia un po' a Ellen Page è invece Ellie, un'adolescente più matura della media che si ritrova in questo incubo senza neanche ricordarsi com'era il mondo prima che finisse. Il mondo, tra parentesi, è finito a causa di un fungo che corrompe gli esseri viventi trasformandoli in micidiali pseudo-zombie. Se vi sembra la trama di un qualsiasi horror post-apocalittico, beh, non vi possiamo dare torto, ma Druckmann è stato chiarissimo: "Abbiamo pensato a questo genere perché nessuno lo comprende davvero e The Last of Us racconta della condizione umana in tempi così disperati". Si sprecano le analogie con l'altro survival horror post-apocalittico, Dead Island, il cui trailer in un certo senso ricorda quello di The Last of Us, ma la differenza sostanziale è proprio nella storia e nei personaggi.

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"Quando l'abbiamo visto ci ha preso un colpo" spiega Druckmann, "Abbiamo pensato che qualcun altro avesse già avuto la nostra idea, c'era questa famiglia rovinata, davvero toccante; poi è uscito il gioco e non voglio dire che sia brutto o bello, ma non aveva nulla a che fare con il trailer, invece il nostro trailer rappresenta piuttosto bene cosa sarà The Last of Us". Spieghiamo brevemente cosa succede nel trailer, per chi non può vederlo: Joel pesta a sangue un uomo, poi sopraggiunge Ellie, i due si scambiano due battute mentre cercano munizioni e altro, poi sono costretti a nascondersi e a sfuggire da alcuni esseri umani mutati. Il trailer finisce quando Ellie e Joel escono all'aperto, accolti da una città in cui la vegetazione ha preso il sopravvento. Vale la pena sottolineare che tutto il trailer usa l'engine vero e proprio del gioco... Dobbiamo essere onesti, però: dal trailer The Last of Us sembra un po' Uncharted, quantomeno nella sagacia del breve dialogo tra Joel e Ellie. Semmai, lascia un po' perplessi la quantità di sangue e violenza di quei pochi secondi, decisamente un nuovo record per i ragazzi dei Naughty Dog. "La violenza non sarà affatto gratuita" sostiene però Druckmann, "E e i mostri non sono l'elemento centrale del gioco, che è invece la relazione tra Joel e Ellie".

Io e te

Okay, quindi che genere di gioco è? Perché in effetti non abbiamo ancora visto un filmato di gioco vero e proprio e i Naughty Dog hanno la bocca cucita in merito. Non sarà mica cooperativo? Chi controlla chi? Druckmann è muto come un pesce in merito al gameplay, però. "Può sembrare sdolcinato e magari un po' strano, eppure direi che The Last of Us è una storia d'amore". Ehm, tra un quarantenne e una teenager? "No, non è una storia d'amore di quel tipo, ma un rapporto padre-figlia" rettifica il direttore, facendoci tirare un sospiro di sollievo e scacciare l'idea del Pedobear che insegue Ellie.

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Quest'ultima, tra l'altro, non è la vera figlia di Joel, perciò questa relazione tra i due personaggi ci appare ancora più intrigante. Nella versione americana, Ellie sarà doppiata dall'attrice ventottenne Ashley Johnson, che magari qualcuno ricorderà nella serie TV "Dirt" con Courtney Cox. La Johnson si è definita entusiasta del suo ruolo: "È il mio primo videogioco e non vorrei sembrare melensa, ma questo è davvero un sogno, sopratutto perché finalmente posso interpretare un personaggio femminile forte, giovane e tenace, non soltanto una squinzia tutta curve". Ellie dunque sembrerebbe il personaggio più saggio tra i due, nonostante la sua età, motivo per cui è stata scelta un'attrice più adulta. "È questa la cosa più incredibile del motion-capture, puoi essere chiunque; perciò mi trovo a pensare di essere una ragazzina e poi, riflettendoci, mi rendo conto che ho già ventotto anni, eppure non è stato un problema perché i dialoghi sono grandiosi e Ellie è decisamente più matura di quanto sembra" spiega Ashley con non poco entusiasmo. Secondo Druckmann, una quattordicenne del nostro mondo avrebbe enormi problemi a recitare come se fosse una quattordicenne nel mondo di The Last of Us, perciò gli è sembrato più appropriato farla interpretare da un'adulta. Joel, invece, è doppiato da Troy Baker, uno dei doppiatori americani più attivi sulla scena televisiva e videoludica.

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Baker ha preso talmente sul serio il suo ruolo da dedicarsi alla lettura di libri a tema come City of Thieves, nel tentativo di infondere più personalità possibile al personaggio, a costo di improvvisare, se necessario, toni e battute. Dunque l'approccio dei Naughty Dog dal punto di vista narrativo e della caratterizzazione sembra senza precedenti. "Quello che io e Bruce [Straley, direttore del gioco - NdR] stiamo cercando di fare è mandare un messaggio, attraverso ciò che faranno questi personaggi e il modo in cui cambieranno vogliamo dire qualcosa sugli esseri umani e la loro esistenza. Non soltanto in questa ambientazione ma un po' in tutte, specialmente cosa significa amare qualcuno come una figlia o come un padre" spiega Druckmann, il quale non ha fatto mistero di essere stato influenzato parecchio dalla nascita della figlia, l'anno scorso, al punto da aver pensato di chiamarla proprio Ellie. "In più vogliamo cambiare questa cavolo di industria, speriamo davvero di alzare la posta in modo che gli altri ci guardino e pensino che devono davvero migliorare la narrazione, i personaggi e il coinvolgimento degli attori che li interpretano" continua Druckmann, con non poco astio nei confronti di una concorrenza sempre più pigra. Ma alla fine, insomma, The Last of Us è soltanto la storia di Joel e Ellie? "Sì, ma non solo" spiega Druckmann, "Sopratutto vogliamo raccontare il loro cambiamento, per me in una buona storia i personaggi arrivano alla fine cambiati in modo irreversibile. E i nostri affronteranno un'avventura che li cambierà per sempre". Ma cambierà per sempre anche il mercato?