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Percorso a ostacoli

Il faticoso ritorno di Wei Shen a Hong Kong e la sua vita sotto copertura nella prima ora e mezza di Sleeping Dogs

PROVATO di Umberto Moioli   —   13/07/2012
Sleeping Dogs
Sleeping Dogs
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Mettiamola così: sviluppare un free roaming è, più che per altri generi, una questione di riuscire a scendere quanto meno dolorosamente possibile a compromessi e mascherare al meglio gli aspetti dove le aspirazioni dei designer e i limiti tecnologici convergono. Ad Activision i compromessi a cui United Front Games stava scendendo nel corso dello sviluppo di True Crime: Hong Kong non erano piaciuti, al punto da tirarsi indietro e lasciare che Square Enix provasse a portarlo nei negozi a sua volta.

Percorso a ostacoli

Di Sleeping Dogs e della sua attuale forma abbiamo già parlato in diverse occasioni e torniamo a farlo dopo un evento di presentazione che, a un mese e mezzo dall'uscita, ha nuovamente messo in luce i pregi di un'idea niente male e del tempo extra concesso agli sviluppatori, ma anche i peccati originali di una produzione lunga e travagliata. In attesa del verdetto che arriverà in contemporanea all'uscita, il prossimo 17 agosto 31 agosto su PC, PlayStation 3 e Xbox 360.

Nuova vita

Il prologo di Sleeping Dogs esemplifica le suggestioni che hanno spinto lo sviluppatore canadese a investire nel progetto: il setting notturno è il porto mercantile di Hong Kong, una disordinata alternanza di moli, pescherecci e bancarelle incorniciate dallo sfondo della city, dai grattacieli e dalla confusione di centinaia di edifici ammassati uno accanto all'altro. L'azione è frenetica e arriva quasi immediata: giusto il tempo di un filmato per introdurre Wei, da poco tornato nella metropoli asiatica dopo anni negli Stati Uniti, e già stiamo fuggendo dalla polizia, saltiamo, ci arrampichiamo e veniamo infine catturati.

Percorso a ostacoli

Nel gioco, in realtà, non controlliamo un criminale ma un poliziotto sotto copertura impegnato a sgominare un'organizzazione malavitosa con radici ben piantate nella politica e nell'establishment del protettorato cinese. Tutte le fonti d'ispirazione, soprattutto la cinematografia locale, sono state rispettate da United Front Games che mette in scena spietati boss delle triadi, funzionari corrotti, momenti di cruda violenza e combattimenti coreografici. La città è fedele all'originale; la riassume, certo, ma mantiene i caratteri tipici di un luogo che vive di contrasti ed esagerazione, riempiendo la vista con insegne colorate e alti palazzi. Sleeping Dogs contestualizza come si deve attori e scenografia, insomma, affidandosi a una progressione già ampiamente sperimentata altrove. Conclusa una prima missione ci si ritrova a vagare per la città, da un punto all'altro seguendo le indicazioni che di volta in volta ci vengono affidate. Gli spostamenti si alternano a sparatorie e scazzottate, ma anche inseguimenti e piccoli mini giochi, come la triangolazione di un segnale GSM per individuare l'obiettivo successivo.

Percorso a ostacoli

A questa struttura, oramai endemica al genere, non ci è sembrato però corrisponda un altrettanto ricco catalogo di attività secondarie: potrebbero sbloccarsi in seguito, ma al punto dove siamo arrivati la più corposa divagazione alla linea di quest principali è il nascondiglio dove dormire, cambiarsi d'abito e accedere attraverso la TV al sistema di telecamere che la polizia ha sparso per l'isola. Probabilmente riconoscendo l'esigua mole di contenuti che possano spingere il giocatore ad esplorare la mappa piuttosto che solo ad attraversarla, l'approccio scelto da Square Enix London, lo studio che ha affiancato nell'ultimo anno il team originale, è stato quello di aggiungere una componente ruolistica fatta di livelli e abilità da sbloccare. Agendo con un'attitudine più vicina alle triadi piuttosto che alle forze dell'ordine si accede a combo e potenziamenti differenti, che non intendono stravolgere l'esperienza ma la diversificano un po'.

Azione su più fronti

Come GTA e poi tantissimi altri free roaming insegnano, un modo efficace per mantenere una decente sensazione di libertà e allo stesso tempo imbrigliare l'azione entro precisi paletti è suddividere le missioni in più fasi distinte, unite dal sottile filo della narrazione. Sleeping Dogs non fa eccezione: la missione tipo parte indicando un punto da raggiungere per poi condurre con naturalezza attraverso un livello dove sparare o fare a pugni, oppure tra i vicoli dove inseguire a piedi un obiettivo.

Percorso a ostacoli

Il problema, casomai, è che non tutti i fondamentali sono eseguiti a dovere. Lo shooting ad esempio, si avvale delle coperture e di alcune mosse spettacolari sottolineate dal fluire rallentato del tempo, in stile bullet time, ma il reticolo è troppo generoso nell'individuazione dei bersagli e non sempre la telecamera reagisce a dovere. Gli inseguimenti in macchina, scriptati come da tradizione e non privi di bug, sono divertenti grazie ad una guida super arcade e alle continue esplosioni, ma l'adrenalina scende nel momento in cui per saltare da una macchina all'altra - un po' come in Just Cause, per intenderci - viene richiesto di restare in scia con precisione millimetrica per alcuni istanti, abbastanza da causare ripetuti tentativi e una sana dose di frustrazione. Voler strafare, inserendo spunti e buone idee prese da più pezzi da novanta rischia di ritorcersi contro Sleeping Dogs se non dovesse riuscire a smussare gli aspetti più ruvidi dell'esperienza. Gli scontri corpo a corpo, per citare forse quello più eclatante, mescolano un combat system a due tasti con attacchi e contrattacchi, con la possibilità di agganciare ed eliminare gli avversari facendoli violentemente interagire con il fondale. Peccato che spesso quest'ultima sia anche la soluzione di gran lunga più comoda, suggerendo di aspettarli accanto a un parapetto e proiettarli oltre uno dopo l'altro. Oppure di lanciarli giù dal pozzo di un ascensore.

Percorso a ostacoli

O ancora farli a fette su una sega circolare. Ci sono diversi accorgimenti che gioverebbero, insomma, e lo stesso vale per la componente visiva. Il codice testato metteva finalmente in scena una versione del gioco piuttosto fluida e senza effetti causati da rapide variazioni nel frame rate, come il tearing, ma questo viene al prezzo di una popolazione di automobilisti e pedoni piuttosto esigua ma anche una definizione dell'immagine non sempre soddisfacente. La direzione artistica è positiva, come dicevamo in precedenza, e la rappresentazione di Hong Kong autentica, ma la bassa mole poligonale si accompagna ad una risoluzione non ideale e a un pop up che rendono l'impatto grafico meno soddisfacente di quanto sperato. Sono i problemi tipici di titoli dalla natura aperta ma sentiamo che il lungo sviluppo avrebbe potuto portare a un risultato migliore. Non si può comunque giudicare un titolo che supponiamo sia lungo e articolato attraverso una prova relativamente breve: contiamo ci siano sorprese e colpi di scena ad aspettarci, e in fondo l'attesa per scoprirne ogni dettaglio non durerà ancora a lungo.

CERTEZZE

  • Hong Kong è una cornice interessantissima
  • Fedele allo spirito del cinema d'azione asiatico
  • Gameplay vario...

DUBBI

  • ...ancora "sporcato" da difetti
  • Tecnicamente deludente
  • Progressione del personaggio da verificare