I giapponesi non mollano facilmente e Namco Bandai, nonostante la poca fortuna di Armored Core V tra botteghino e critica, ha deciso di investire ancora in quello che è, probabilmente, il brand più conosciuto e riconoscibile al mondo legato all'universo dei mech. Al Global Gamers Day di New York, una delle presentazioni programmate era quella di Armored Core: Verdict Day, che, partendo dalle basi del quinto capitolo soprattutto relativamente all'engine, ci è stato illustrato come un vero e proprio capitolo a parte con meccaniche diverse, 90 missioni a disposizione e un'idea piuttosto innovativa, ovvero quella di un action game che possa piacere anche a chi col pad in mano non se la cava proprio benissimo.
Già, perché a sentire Toshifumi Nabeshiba uno dei problemi di ACV era che i server, durante le partite online, erano popolati di moltissimi ragazzi spietati che facevano scappare i meno avvezzi a mech e sparatorie. Quindi s'è pensato anche a chi, in rete, vuole un approccio più strategico alle battaglie e meno legato alla capacità di fare i numeri con leve e pulsanti.
Un conflitto davvero mondiale
Una guerra globale perennemente online, se si vuole anche offline, e tre fazioni a cui potersi unire in ogni momento. Ognuna corrisponde a un'area tra America, Europa e Asia. Ogni conflitto corrisponde a una sorta di stagione, durante la quale un giocatore può unirsi ad altri quattro per provare a vincere una singola battaglia tra due fazioni, mentre una mappa globale mostra in tempo reale quale delle tre sta vincendo sul totale. La guerra finisce quando un continente vince sugli altri due, distruggendo l'antenna che regge tutte le comunicazioni nell'area, anche se non è ancora chiaro quante singole battaglie serviranno per dominare il conflitto globale. Dopo ogni battaglia è possibile vedere il replay ed esaminare tutte le statistiche che fanno il recap di quanto accaduto in battaglia e che permetteranno ad ogni giocatore di sapere dove e come si è sbagliato. Un approccio quindi, che diventa strategico e non solo sotto questo profilo. Per ovviare a tutti quelli che, appunto, si sentivano preda di ragazzi troppo abili col pad, i team di quattro giocatori per singola battaglia sono stati allargati a cinque, dove il quinto può diventare Operatore, ovvero può esaminare la mappa, vedere come e dove si stanno muovendo gli avversari e guidare i compagni dando indicazioni per cercare di avere la meglio.
L'Operatore però, potrà anche giocare da solo con quattro mech comandati dalla CPU, aiutato da routine di intelligenza artificiale raffinate (From Software dice di averci lavorato davvero tanto) che aiuteranno i robot a reagire alle mosse sia di un altro giocatore con altrettanti mech automatizzati che contro una squadra di quattro giocatori in carne e ossa e il producer sostiene che non sarà raro vedere casi in cui un singolo Operatore riuscirà ad avere la meglio contro squadre tutte composte da piloti reali. I mech sono stati dotati di centinaia di pezzi aggiuntivi con cui poter essere personalizzati, caratteristica questa tipica della saga, con la novità però, che ogni singolo pezzo cambia l'attitudine del Mech sul campo di battaglia, andando a influire sulle tattiche di avvicinamento agli avversari e al comportamento adottato dopo aver ricevuto gli input dall'Operatore. Un diagramma fa vedere il cambiamento del movimento del mech dopo ogni sostituzione, come se si trattasse delle tattiche di un gioco di rugby. Su schermo, inserito in una mappa bidimensionale dall'alto su cui ogni Mech viene rappresentato da un cerchio colorato con un cono che indica la direzione in cui si sta muovendo e l'area d'intervento, uno schermo picture in picture fa vedere l'azione intrapresa dai propri robot subito dopo che si è impartito il comando. Da segnalare infine, l'introduzione delle weapon arms, ovvero di braccia meccaniche che si trasformano in "spade" per il combattimento melee, piuttosto che in micidiali cannoni.
Cose da rivedere
Posto che ancora ci dev'essere spiegato bene come funziona il meccanismo di upgrade e di potenziamento dei mech attraverso la campagna e che il codice che abbiamo visto era completamente in giapponese, rendendo il tutto un po' poco intellegibile, abbiamo anche assistito ad una partita in cui uno dei ragazzi di From Software, aiutato da quattro mech mossi dalla CPU, ha affrontato due giornalisti con altrettanti mech automatizzati.
Quel che resta da notare è che, quando si muore (e i due giornalisti sono morti dopo pochissimo tempo) si può tornare sul campo di battaglia per vedere quel che accade e fare foto che poi possono essere condivise in rete, ricordandosi che anche nella forma di pilota a bordo di un jetpack si può morire nuovamente. Detto questo, la situazione su schermo era davvero confusionaria e la battaglia si è esaurita senza che mai avessimo davvero chiaro cosa stava accadendo. Armored Core: Verdict Day è senz'altro un gioco complesso che richiederà tempo per essere dominato, ma un po' tutto dall'interfaccia all'azione ci è parso remasse contro ad una maggiore definizione dell'azione. Oltre a questo, anche la realizzazione tecnica è ancora piuttosto lontana dall'essere perfetta con un frame rate che rallentava spesso e volentieri, esplosioni in bassa risoluzione e una generale poca pulizia. Speriamo che From Software sappia risolvere questi problemi perché l'approccio scelto è, quanto meno, interessante.
CERTEZZE
- Un'idea interessante soprattutto per il gioco in rete
- Promettente l'approccio strategico
- Infinite combinazioni
DUBBI
- Sembra fin troppo complesso
- La realizzazione tecnica non aiuta a leggere quel che accade su schermo