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La notte è dei morti viventi

Dagli autori di Dead Island un nuovo gioco a base di zombi

ANTEPRIMA di Massimo Reina   —   05/06/2013
Dying Light
Dying Light
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Ormai sembra abbastanza chiaro a tutti che Techland deve averci preso gusto a sviluppare giochi in cui è presente una forte componente horror, e che in particolare pare avere una certa affezione per gli zombi. Dopo l'interessante Dead Island, infatti, gli autori tra gli altri anche di Call of Juarez sono pronti a ritornare sul mercato, il prossimo anno però, con un nuovo titolo incentrato sulla sopravvivenza e sulla minaccia costituita da orde di morti viventi per le piattaforme attuali e per quelle di prossima generazione. Dying Light sarà infatti un'avventura horror in prima persona che riprenderà proprio dalla serie Dead Island l'impostazione generale, ma cercherà al contempo di distaccarsene in parte, affinandone ulteriormente il gameplay, variandolo laddove possibile con l'inserimento di un discreto numero di nuove caratteristiche e qualche idea più o meno originale.

La notte è dei morti viventi

Il giorno

Ambientato in un vasto mondo aperto, caratterizzato da un ciclo completo giorno e notte, Dying Light metterà alla prova le abilità degli utenti in aree infestate da migliaia di zombi, nelle quali sarà obbligatorio dedicarsi in buona parte alla fuga e al crafting delle armi per cercare di portare a casa sana e salva la pelle. Tenendo sempre d'occhio lo scorrere del tempo. Nel gioco, infatti, grande enfasi sarà posta su una particolare peculiarità dei nemici: essi saranno particolarmente sensibili alla luce che li costringerà principalmente a uscire in grande numero di notte, o di cercare comunque l'oscurità, condizione nella quale diventeranno tra l'altro estremamente forti e aggressivi.

La notte è dei morti viventi

Un espediente a dire il vero già usato anche da Capcom nel suo Dead Rising, dove i lettori più attenti ricorderanno come i cadaveri semoventi diventassero più pericolosi col calare delle tenebre. Sarà proprio col buio che l'istinto e la furia li spingeranno a dare la caccia ai vivi. Questa caratteristica degli zombi (e probabilmente non solo la loro) avrà delle implicazioni non solo per quanto riguarda la trama, di cui al momento non si sa praticamente nulla, ma anche sul gameplay. Appare infatti evidente che il titolo proporrà due fasi ben distinte di gioco a seconda dell'ora in cui l'utente si troverà ad agire, e cioè se di giorno o di notte. Alla luce del sole ci saranno delle missioni più ragionate da completare: non mancherà sicuramente qualche tipo di mostro diurno da uccidere, inclusi i classici e impacciati zombi della tradizione romeriana, e forse qualche fazione umana ostile, ma principalmente il videogiocatore dovrà preoccuparsi di raccogliere materiale utile alla sua sopravvivenza. Compresi quegli oggetti indispensabili per potenziare le armi o l'equipaggiamento, esplorando con la massima attenzione città e edifici abbandonati. Inoltre dovrà cercare di migliorare i parametri fisico-atletici dei personaggi usati (saranno quattro), sfruttando in tal senso un sistema di crescita più semplificato rispetto a quanto visto nel più volte citato Dead Island.

La notte è dei morti viventi

In Dying Light non ci saranno infatti delle vere e proprie classi distintive per i protagonisti, ma una manciata di caratteristiche generali più o meno simili fra di loro da migliorare. L'aspetto atletico non sarà da sottovalutare: se in buona parte il titolo di Techland si ispira alla sua serie principale sugli zombi, per queste sessioni il punto di riferimento per loro stessa ammissione sarà il gioco Mirror's Edge. Il prodotto offrirà difatti parecchi modi per evitare il conflitto, e la migliore "arma" a disposizione dei sopravvissuti sarà la loro fisicità. I protagonisti potranno quindi affrontare eventuali situazioni di emergenza muovendosi tra gli spazi cittadini in modi non convenzionali, elevandosi da una parete all'altra e utilizzando ogni tipo di appiglio per eseguire i propri salti, magari per scavalcare un nemico o per schivarne i colpi un attimo prima di fuggire per infilarsi magari per tempo dentro a un edificio attraverso una finestra. Si potranno anche nascondere cercando di non farsi vedere, arrampicarsi sui tetti e saltare da una casa all'altra, passando sopra le teste degli ignari mostri. Dall'altro si potranno volendo anche pianificare degli attacchi, balzando letteralmente da un cornicione fino a sopra un nemico per abbatterlo con una pesante martellata in testa, e molto altro.

La notte è dei morti viventi

La notte

Diverso sarà invece l'approccio all'avventura durante la sera. Al calare delle tenebre, quando come detto prima i nemici aumenteranno di numero e di potenza, allora si dovrà ricorrere all'uso della forza bruta. Oltre a distribuire calci volanti e pugni, gli utenti potranno utilizzare un buon numero di armi da mischia e a lunga gittata. Versioni modificate di mazze, machete, martelli, chiavi inglesi e chi più ne ha più ne metta, faranno la loro comparsa assieme ai più "normali" fucili e pistole. Usando questi oggetti sarà possibile fare letteralmente a pezzi i corpi delle malcapitate creature incontrate, in un tripudio di sangue, ossa e arti che si spezzano.

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Durante i combattimenti bisognerà però fare molta attenzione a non prestare il fianco ai nemici, perché un'altra delle peculiarità del titolo sarà la possibilità di venire infettati dal virus che ha trasformato in morti viventi gli esseri umani. Se si viene feriti in un certo modo - non è stato ancora chiarito se basteranno i danni causati dal combattimento o da quelli di più morsi - si verrà contagiati inevitabilmente. Qualcosa di simile a quanto visto in Resident Evil Outbreak. A quel punto non sappiamo ancora se sarà possibile curarsi per arginare il diffondersi nel sangue del virus, o perlomeno per tenerlo sotto controllo. Certo è che da quanto lasciato intendere dagli sviluppatori la vittima non morirà subito ma avrà a disposizione un certo lasso di tempo per continuare a vivere (e questo lascia dedurre che in fondo ci sarà un modo per rigenerare la salute riportandola allo status iniziale). Sotto gli effetti del "morbo zombesco", l'infetto acquisirà nuove capacità, come quella per esempio di poter percepire la presenza dei suoi simili anche a una certa distanza, ma sarà anche più debole fisicamente. I membri del team di sviluppo hanno rivelato tra l'altro che nel gioco dovrebbero esserci diversi stadi di infezione, e che ai giocatori potrebbe capitare di uccidere un umano non ancora del tutto trasformato e quindi cosciente del suo stato, in grado di provare sentimenti ed emozioni.

La notte è dei morti viventi

Questo particolare probabilmente farà sì che in Dying Light ci siano diverse tipologie di zombi, oltre forse a una serie di creature di tutt'altro genere e dimensioni. Andando a chiudere questa nostra anteprima, diamo uno sguardo veloce alla grafica. Secondo quanto emerso fino a ora, il gioco utilizzerà il Chrome Engine 6, una versione evoluta del motore grafico proprietario che Techland ha ideato specificatamente per la prossima generazione di console. Questo per dare la possibilità ai grafici del team di ricreare sfondi altamente dettagliati, scorci mozzafiato e un impressionante numero di nemici su schermo contemporaneamente. Le foto che circolano in rete sembrano confermare la bontà dell'engine, ma come nostra tradizione preferiamo vedere il gioco dal vivo e in movimento prima di trarre qualsiasi tipo di conclusione e di sbilanciarci. Speriamo in tal senso di poterlo fare all'imminente E3 di Los Angeles.

La notte è dei morti viventi

CERTEZZE

  • L'alternanza del giorno e della notte apre le porte a una miriade di possibilità a livello di gameplay...
  • Carina l'idea di poter essere infettati dal virus
  • Sfruttare l'atletismo dei protagonisti per cercare percorsi alternativi ed evitare lo scontro appare molto interessante...

DUBBI

  • ...a patto che entrambe le fasi vengano però ben bilanciate e approfondite in eguale misura
  • Il gioco alla lunga si rivelerà un clone di Dead Island?
  • ...sempre che queste situazioni alla Mirror's Edge vengano implementate a dovere e non siano solo di contorno