A conferma del grande fascino di Puppeteer, la manciata di postazioni dedicate al gioco all'interno dello stand Sony erano sempre affollate, e la maggior parte dei visitatori della fiera che si cimentavano con la demo difficilmente abbandonavano il pad prima di essere arrivati alla fine. Sarebbe sufficiente dare uno sguardo al delizioso comparto estetico del prodotto Sony Studio Japan per capire il perché, ma sarebbe un'analisi limitante: Puppeteer non è infatti soltanto una gioia per gli occhi, ma anche e soprattutto un titolo molto interessante ed originale sotto il profilo del gameplay.
Un gioco da perderci la testa
Rifacendosi alla tradizione dei teatri di marionette giapponesi, Puppeteer utilizza il reparto grafico come canale principale della propria carica innovativa, offrendo alla vista scenari e personaggi che sembrano fatti di pezza e cartapesta e tappezzando letteralmente il gioco di elementi che richiamano appunto alla reale fonte di ispirazione:
ecco dunque che ai bordi dello schermo si notano le tende del palcoscenico e che nelle transizioni fra uno schema e l'altro si vedono i fondali sovrapporsi proprio come se venissero fatti scorrere dagli addetti al dietro le quinte, per un titolo che è una gioia da guardare prima ancora che da giocare. Non che sotto il profilo ludico Puppeteer abbia poco da dire, beninteso: ad un'analisi superficiale si potrebbe liquidare come un semplice clone di Little Big Planet, ma in realtà si tratta di un prodotto completamente diverso, orgoglioso detentore di una personalità ben definita. La demo messa a disposizione da Sony consentiva dapprima di familiarizzare con i semplici comandi di gioco ed in seguito con l'inusuale compagno di viaggio del protagonista Kutaro, un gatto volante chiamato Ying-Yang: mentre con lo stick sinistro si muove il personaggio principale sul piano bidimensionale su cui si sviluppa l'avventura, con il destro è possibile spostare a piacimento il magico animale e sfruttare le sue abilità per interagire in varie maniere con alcuni oggetti del fondale.
Il focus del gioco è comunque incentrato su di un aspetto decisamente particolare: la trama narra infatti del rapimento del protagonista da parte del perfido Moon Bear King, il quale l'ha rinchiuso in un castello e l'ha trasformato in una marionetta decapitata. Ecco dunque che il povero Kutaro deve raccogliere le maschere che trova all'interno dei vari livelli prima di tutto per aumentare le proprie possibilità di sopravvivenza: se si viene colpiti da un nemico, infatti, si perde momentaneamente la testa, la quale va raccolta prima che scompaia, pena il passaggio a quella successiva. Si possono portare con sé fino a tre tipologie di cranio, finite le quali è game over: la loro funzione non si esaurisce però qua, visto che ognuna di esse porta con sé un'abilità speciale utilizzabile da Kutaro per eliminare i nemici o per risolvere i puzzle ambientali. La prima parte della demo che abbiamo giocato si apriva con un tutorial e proseguiva con un paio di sezioni ambientate prima in una cucina e poi in una tetra scalinata, entrambe più orientate all'esplorazione, all'utilizzo dei poteri delle teste ed alle fasi platform:
in questi frangenti, Puppeteer scorre via in maniera piacevole, continuamente sorretto dagli assist di uno stile grafico capace di sorprendere ad ogni scena, anche se il sistema di controllo non ci è apparso preciso al millimetro. Nella seconda parte, abbiamo potuto utilizzare l'arma principale di Kutaro -un paio di forbici chiamate Calibrus- utili sia per sbarazzarsi dei nemici, sia per risolvere degli enigmi decisamente intriganti che prevedevano di tagliare in vari modi intere porzioni dello scenario per poter proseguire. E si tratta solo della punta dell'iceberg di un titolo che si prospetta decisamente corposo per gli standard del genere, dato che si parla di circa 15 ore di gameplay necessarie a portare a termine il gioco senza focalizzarsi sui segreti: se la qualità di questo tempo sarà equiparabile a quella messa assieme dalla demo che abbiamo provato, Puppeteer potrebbe essere un prodotto davvero sorprendente.
CERTEZZE
- Stilisticamente unico
- Tanti elementi originali
- Un'avventura che si preannuncia lunga...
DUBBI
- ...sperando che mantenga la qualità per tutta la sua durata
- Controlli non precisissimi