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Vita, morte e miracoli... di FIFA

Dalle stelle alle stalle e viceversa: venti anni esatti di storia per il calcio secondo Electronic Arts

RUBRICA di Rosario Salatiello   —   25/06/2013

Il calcio. Se non ci fosse, bisognerebbe inventarlo. E se non ci fossero i giochi di calcio, bisognerebbe inventare pure quelli. Ma per fortuna dei malati di pallone, il mondo dei videogiochi ha dimostrato di gradire quello dello sport più bello del mondo già a partire dalle proprie origini. Le simulazioni calcistiche esistono infatti da decenni, e a guardare le immagini next-gen di FIFA 14 mostrate di recente da EA Sports, potrebbe infatti quasi venire da dimenticarsi che questa serie esiste dal lontanissimo 1993. Tutto ebbe inizio con FIFA International Soccer, gioco dopo il quale la serie ha visto uscire ben 20 capitoli, senza saltare un anno. Una serie che ha attraversato inevitabili alti e bassi, che inesorabilmente si verificano per chiunque sia in grado di costruire e mantenere in vita una "dinastia" così lunga. FIFA, tra l'altro, può vantare un record eguagliato da poche altre saghe: quello di aver visto coi propri occhi per intero la storia del videogioco recente, uscendo per praticamente tutte quante le piattaforme dell'ultimo ventennio. Da Amiga ad Android, da SNES a Wii U, da Mega Drive a PlayStation Vita, registrando naturalmente la sua presenza anche su tutte le console PlayStation passate, presenti e future, così come su quelle della famiglia Xbox. Un franchise in grado di macinare record di vendita e di stabilire nuovi standard all'interno del proprio genere, ma anche di perdere clamorosamente la strada, per poi faticare in modo terribile nel ritrovarla: tutto questo è FIFA di EA Sports, di cui vogliamo ripercorrerne la storia.

Gli anni '90

Quando FIFA International Soccer arrivò sul mercato, i vari Kick-Off, Sensible Soccer e compagnia avevano già reso le simulazioni calcistiche una realtà consolidata, nonché uno dei generi più gettonati dai videogiocatori. A distinguere il primo FIFA rispetto ai suoi concorrenti fu però la visuale isometrica, pionierizzata 10 anni prima da International Soccer su Commodore 64, ma gettata nel dimenticatoio da un mondo impegnato a dibattere tra il cosiddetto "volo d'uccello" e la visuale laterale. Fu dunque questa la prima, importante, sfida vinta da Electronic Arts, che riuscì così a gettare le fondamenta di quello che sarebbe poi diventato un appuntamento annuale.

Vita, morte e miracoli... di FIFA

Se FIFA 95 fu poco più che un'evoluzione del capitolo precedente, al quale aggiunse comunque l'importante presenza dei club, fu FIFA 96 a presentarsi nuovamente come "game-changer": visuale 3D e licenza FIFPro, grazie alla quale fu finalmente possibile dire addio ai nomi fittizi dei calciatori, per dare il benvenuto a quelli reali. Una cosa che nel 2013 potrà sembrare ai più giovani come un dettaglio assolutamente normale, ma che per quei tempi costituì anch'essa una rivoluzione. FIFA 96 fu inoltre il primo della serie ad arrivare su PlayStation e ad avere un editor di gioco, oltre alla possibilità di godere di un'introduzione vera e propria, che diede il via a una tradizione poi rimasta fino ai giorni nostri. Consolidate le basi, la progettazione di FIFA 97 vide per la prima volta l'uso di modelli poligonali, oltre alla presenza di intriganti partite indoor 6 vs 6. Con FIFA 98 arrivò il momento per Electronic Arts di dire finalmente addio alla generazione di console a 16-bit, approfittando anche dell'occasione offerta dai Mondiali di calcio di quell'anno per arrivare sul mercato con una doppia edizione: una dedicata alle qualificazioni alla competizione (Road to World Cup) e l'altra incentrata sul torneo (World Cup 98). Anche l'anno successivo, EA Sports riuscì a ottenere soddisfazioni dal mercato, ma i venti di tempesta iniziarono inesorabilmente a soffiare sempre più forti: proprio l'enorme diffusione delle console casalinghe lanciata da PlayStation, segnò l'arrivo dal Giappone della serie Winning Eleven, da noi conosciuta come Pro Evolution Soccer. L'invasione del calcio alla giapponese finì quasi immediatamente per costringere quello all'americana in un angolo, sconfitto e abbandonato.

Dalle stelle alle stalle

Se FIFA 99 riuscì in qualche modo a difendersi, quella subita da FIFA 2000 fu una vera e propria sconfitta su tutta la linea: nonostante qualche recensione positiva, il gioco scoprì inesorabilmente il fianco al proprio concorrente. Fu così che Konami con estremo opportunismo assestò un colpo destinato a mandare la serie FIFA a terra, infliggendole un KO che sarebbe durato diversi anni.

Vita, morte e miracoli... di FIFA

Le accuse principali mosse a FIFA 2000 suonavano come una sentenza: grafica troppo lontana dal livello di realismo richiesto in relazione agli standard dell'epoca, ma soprattutto la presenza di meccaniche di gioco poco fluide e simulative, aspetto in cui invece eccelleva Pro Evolution Soccer. Da qui, partì la rincorsa: in FIFA 2001, EA Sports inserì la barra di potenza per i tiri per la prima volta nella serie, ma la concorrenza era già avanti. In FIFA 2002 fu la volta della barra di potenza nei passaggi, ma Pro Evolution Soccer compieva ormai passi da gigante, guadagnando ulteriore popolarità e attestandosi definitivamente come nuovo punto di riferimento all'interno delle simulazioni calcistiche. Neanche il rinnovamento del comparto tecnico effettuato dal team Electronic Arts per FIFA 2003 riuscì a cambiare la situazione, così come l'aggiunta di ulteriori elementi di gioco in FIFA 2004 che, pur dando segnali di ripresa, mancarono di sostanza non riuscendo quindi a dare alla serie la spinta sperata dalla società americana. Troppo ancorata ai successi del passato, la serie FIFA non riuscì a riguadagnare terreno nemmeno con le edizioni successive: nonostante l'arrivo di altre buone idea, il calcio simulato rimaneva ancora troppo indietro rispetto alla concorrenza, lanciata a gonfie vele agli albori della nuova generazione di console (ossia quella attuale) verso un successo più che sicuro. FIFA, nel frattempo, sembrava ormai finita in un buco nero, anche se a dire la verità le vendite sono sempre state incoraggianti.

La rinascita

La sorte a volte sa riservare un discreto livello d'ironia. Dopo essere stata affossata da un Pro Evolution Soccer in grado di godere del diffondersi della prima PlayStation e della sua generazione, la serie FIFA ha visto la partenza della propria lunga rinascita proprio nell'anno dell'arrivo di PlayStation 3 nei negozi, e del ricambio generazionale che ne seguì. La grande parte dei meriti vanno però al nuovo team messo in piedi da EA Sports in quel di Vancouver, non solo con il "semplice" obiettivo di sviluppare un gioco di calcio, ma anche di tornare a cogliere tutte le sfumature e le caratteristiche dello sport più bello del mondo, inesorabilmente perse dalla serie FIFA negli anni precedenti.

Vita, morte e miracoli... di FIFA

Tutto girava intorno alla figura di David Rutter, produttore esecutivo di FIFA e personaggio chiave della svolta che ha visto FIFA 08 raccogliere consensi abbastanza convinti, sebbene davanti all'evidenza di una strada da percorrere ancora lunga. Da quel 2007, il vento che soffiava sulle due serie calcistiche concorrenti era cambiato: per uno studio EA in grado di apportare innovazioni e modifiche significative di anno in anno, c'era una Konami in evidente difficoltà, probabilmente adagiata sugli allori al punto da perdere clamorosamente terreno. Una prospettiva ai confini della realtà fino ad appena qualche mese prima, ma decisamente tangibile anche con FIFA 09, in cui EA Sports fece debuttare un nuovo sistema di collisione dei giocatori e la possibilità di sfidarsi in partite online da 10 contro 10. Ma fu l'anno successivo, con FIFA 10, che i ragazzi guidati da Rutter riuscirono ad assestare un duro colpo a Konami, ferendo i giapponesi nel loro orgoglio: il tanto atteso sistema di controllo a 360 gradi era infatti realtà per la serie FIFA, mentre PES avrebbe invece continuato a combattere a lungo per eliminare i famigerati binari, tormentone di un'intera generazione videoludico-pallonara. Scalata la vetta, con FIFA 11 ha poi avuto inizio la discesa, che ha visto il team di Vancouver impegnato brillantemente nel portare avanti l'evoluzione tecnologica della serie, migliorando la fluidità delle azioni di gioco per dare così alle partite virtuali un livello generale di armonia senza precedenti. Dopo aver compiuto un ulteriore passo con l'Impact Engine di FIFA 12 e le varie novità messe in campo per la penultima edizione, FIFA 13 è stato da molti definito la simulazione calcistica definitiva, abusando forse di un aggettivo così forte, ma non completamente campato in aria: elementi come il First Touch Control hanno saputo dare alla serie un ulteriore tocco di realismo, ricercato per anni, che ha consacrato la fatica dei ragazzi di Vancouver (che hanno a disposizione anche un campo di calcio sotto l'ufficio, per dare un'idea della nuova mentalità) come vincitrice dell'attuale generazione. Riuscendo gradualmente anche nel compito di riportare la versione PC del gioco al pari di quella per PlayStation 3 e Xbox 360, ponendo così la parola fine all'odiosa tradizione che voleva il FIFA di turno castrato su questa piattaforma. Almeno per ora.

Questione di test...imonial

La tradizione di avere in copertina atleti famosi è ormai radicata per tutti quanti i titoli sportivi. La serie FIFA naturalmente non fa eccezione, sin dalla sua prima incarnazione in cui apparvero il calciatore inglese David Platt e il polacco Piotr Świerczewski. Da allora, spesso le edizioni destinate alle varie nazioni hanno visto testimonial differenti. Ecco l'elenco completo dei giocatori che hanno prestato la loro faccia alla serie per la versione italiana:

  • FIFA 95 - Erik Thorstvedt
  • FIFA 96 - Frank de Boer e Jason McAteer
  • FIFA 97 - David Ginola
  • FIFA 98 - Paolo Maldini
  • FIFA 99 - Christian Vieri
  • FIFA 2000 - Vincenzo Montella
  • FIFA 2001 - Filippo Inzaghi
  • FIFA 2002 - Francesco Totti
  • FIFA 2003 - Roberto Carlos, Ryan Giggs ed Edgar Davids
  • FIFA 2004 - Thierry Henry, Alessandro Del Piero e Ronaldinho
  • FIFA 2005 - Patrick Vieira, Fernando Morientes e Anriy Shevchenko
  • FIFA 06 - Wayne Rooney e Ronaldinho
  • FIFA 07 - Ronaldinho e Kakà
  • FIFA 08 - Ronaldinho
  • FIFA 09 - Ronaldinho e Daniele De Rossi
  • FIFA 10 - Ronaldinho e Giorgio Chiellini
  • FIFA 11 - Kakà e Giorgio Chiellini
  • FIFA 12 - Wayne Rooney, Giampaolo Pazzini e Philippe Mexès
  • FIFA 13 - Leo Messi e Claudio Marchisio
  • FIFA 14 - Leo Messi e ?

Il futuro

Vita, morte e miracoli... di FIFA

Dopo aver portato a casa la coppa della generazione di PlayStation 3 e Xbox 360, per la serie FIFA è arrivato il momento di affacciarsi a quella che adesso chiamiamo la next-gen. EA Sports spera ovviamente che il vento non torni a cambiare, anche se le basi gettate da David Rutter e dai suoi sembrano in grado di gestire l'impatto di PlayStation 4 e Xbox One senza particolari problemi. L'anno di transizione ci porterà a fare conoscenza con FIFA 14 anche sulle piattaforme attualmente disponibili sul mercato, ma sarà ovviamente fondamentale vedere quello che il prossimo episodio della serie riuscirà a realizzare sulle nuove console, sia in termini di dettaglio grafico, sia soprattutto in termini d'innovazione nelle meccaniche di gioco. Per il momento, le notizie che ci arrivano sul nuovo Ignite Engine sono più che incoraggianti, viste le promesse di EA Sports di avvicinare la simulazione alla realtà non solo per FIFA, ma anche per tutti gli altri titoli sportivi della sua collana. L'arrivo di movimenti imprevedibili sarà garantito dalla nuova frontiera di animazioni offerta dal motore, sviluppato appositamente per la prossima generazione, ma soprattutto grazie al nuovo sistema d'intelligenza artificiale. Un'evoluzione destinata ad aprire la strada all'ideale di Rutter per FIFA: fare in modo che ogni singolo giocatore sul campo sia in grado di pensare come una singola entità, valutando cosa fare in base al proprio ruolo, per dare così vita alla simulazione Definitiva; stavolta con la D maiuscola.