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C'è qualcosa là fuori

L'erede di Amnesia arriva dallo spazio?

ANTEPRIMA di Andrea Rubbini   —   16/07/2013
Routine
Routine
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Dalla base lunare nessuno risponde più alle chiamate. I membri dell'equipaggio potrebbero essere morti o scomparsi e nessuno sa perché. Chi mandano quindi a indagare, cento Starship Trooper? Macché: ci andiamo noi. Soli e disarmati. Inizia così Routine, con un enorme vuoto di informazioni su tutto quanto è avvenuto prima del nostro arrivo alla base. La Luna è una scelta eccellente per un gioco horror, terra di confine qual è tra il noto e l'ignoto, tra le nostre certezze e l'universo di dubbi che ci abbraccia.

C'è qualcosa là fuori

Vorremmo dirvi di più sull'ambientazione ma le informazioni per il momento sono striminzite. Si sa però che Routine è il primo gioco dei Lunar Software, uno studio indipendente composto da tre persone: Aaron Foster, Jemma Hughes e Pete Dissler. Ed è anche uno dei primi giochi ad avere ottenuto il via libera su Steam Greenlight, il sistema di votazione di Valve destinato alla chiusura. Dalle informazioni rilasciate da Foster nel corso di alcune interviste scopriamo quello che si poteva già sospettare guardando le foto disponibili sul sito ufficiale, e cioè che Routine è un gioco di fantascienza sporco, oleoso, di quelli che ti fanno percepire la presenza di un ambiente familiare e alieno allo stesso tempo. L'ambientazione del gioco si ispira infatti a film e videogiochi come Blade Runner, Alien, System Shock 2, Doom 3 e Zone of the Enders. Sono solo pochi esempi, perché lo stesso Foster ha ammesso di essere un appassionato di horror e fantascienza fin da quando era bambino. Cresciuto in una casa con vicino un videonoleggio, Foster ha potuto vedere e rivedere i suoi film preferiti, che a lungo andare hanno influenzato il suo sviluppo artistico. Ecco perché l'ambientazione del gioco riveste un ruolo tanto importante: Foster vuole offrire ai giocatori un'esperienza esplorativa degna dei capolavori che lo hanno ispirato. Per quanto riguarda il gioco in sé non dobbiamo quindi pensare a Dead Space, ma ad Amnesia, o a Slender. Routine è infatti un gioco horror di esplorazione, che non ha paura di andare controcorrente e tentare nuove strade. Perciò allacciatevi il casco e controllate i livelli di ossigeno perché stiamo per entrare nella base a dare un'occhiata al suo interno.

Tanto lo so che sei lì...

Gli sviluppatori sono coscienti del fatto che in un horror è necessario avere il controllo assoluto sull'andamento dell'azione per poter calibrare con la massima precisione gli eventi che faranno balzare sulla sedia il giocatore. Nel caso di Routine questo non è possibile, perché l'idea è quella di lasciare ampia libertà al giocatore, che potrà esplorare la base senza restrizioni. Non ci sarà nessun indicatore sullo schermo: niente barra della salute o interfacce grafiche di sorta. Per mantenere quindi un bilanciamento ottimale tra curiosità e tensione gli sviluppatori hanno progettato un'intelligenza artificiale nemica che lavora alle nostra spalle, studiandoci e adattandosi alle nostre scelte. Qualunque cosa si nasconda là fuori, sa che ci siamo, ed è pronta a tenderci delle trappole o a balzarci alle spalle proprio quando siamo intenti a rovistare in un angolo in cerca di oggetti. A proposito di beni utili alla sopravvivenza, pare che in Routine potremo contare su ben pochi di questi aiuti.

C'è qualcosa là fuori

Avremo comunque a disposizione un piccolo strumento per non perderci mentre esploriamo l'intricata base lunare, anche se non potremo per esempio tenerlo acceso mentre impugniamo un'arma. Senza contare che la visuale in prima persona limita molto il campo visivo e siamo certi che, qualunque sia l'entità che ha fatto fuori tutti quelli che abitavano nella struttura, non si farà mettere fuori gioco da qualche colpo di arma da fuoco. Probabilmente potremo solo rallentare il nemico e guadagnare secondi preziosi per correre a nasconderci. Amensia insegna, d'altronde. Tra le scelte che riguardano lo stile di gioco quella più interessante per il momento è comunque la morte permanente. Proprio così: una volta passati a miglior vita, là resteremo. Questo fatto, insieme alla scarsità di risorse, dovrebbe tenerci costantemente sulle spine, costringendoci a valutare con attenzione ogni scelta. Routine è atteso per l'anno prossimo, perciò torneremo a parlarne dopo una prima prova che speriamo possa avvenire già questo inverno. Ci sono molte cose da verificare, come la reale efficacia dell'intelligenza artificiale e l'effetto che fa sull'esperienza di gioco la morte definitiva del personaggio. Il tempo e la passione sono comunque dalla parte degli sviluppatori. E il connubio tra fantascienza e horror, sebbene molto difficile da realizzare, rimane ancora oggi uno dei più affascinanti per un film o un videogioco.

Routine ci tiene sulle spine fra la voglia di esplorare la base e la consapevolezza che non siamo soli

CERTEZZE

  • La morte permanente mette tensione
  • Solitudine, scarsità di risorse e un nemico intelligente
  • Il richiamo irresistibile dello spazio

DUBBI

  • Dopo qualche morte improvvisa e definitiva ci si potrebbe anche stancare
  • Un'intelligenza artificiale che ci dà la caccia in modo imprevedibile è difficile da realizzare
  • Se il mistero è una bestia aliena uscita da un container, diamo fuoco al gioco