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Free to Brain

Diamo un'occhiata al sistema di acquisti in-app e microtransazioni dell'atteso tower defense di PopCap

PROVATO di Vincenzo Lettera   —   17/07/2013
Plants Vs. Zombies 2: It's About Time
Plants Vs. Zombies 2: It's About Time
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Nel frenetico gioco del chi arriva primo, il lancio anticipato di Plants vs Zombies 2 in Nuova Zelanda e Australia ha rappresentato un'occasione ghiotta a molti per essere tra i primi a recensire l'atteso seguito di uno dei tower defense più amati sia dal pubblico casual che da quello più hardcore.

Free to Brain

Il cosiddetto soft-launch è una pratica ormai comune per chi pubblica giochi free-to-play, permettendo a team, come PopCap Games in questo caso, di testare una versione ormai completa del titolo in un mercato minore, così da regolare eventualmente quelli che sono i valori degli elementi gratuiti o a pagamento. Dal costo dei contenuti aggiuntivi alla difficoltà con cui è possibile proseguire senza spendere un centesimo, è curioso quanto pochi numeri possano alterare in positivo o in negativo l'esperienza di gioco, eppure Real Racing 3 è la dimostrazione concreta di come un sistema di microtransazioni bilanciato male possa rovinare quello che altrimenti sarebbe un prodotto eccezionale. Da qui il motivo per cui abbiamo deciso di posticipare la recensione di Plants vs Zombies 2 e approfittare del lancio anticipato per analizzare proprio la parte più delicata (e la più temuta) di questo nuovo episodio: la componente free-to-play e l'economia di gioco.

Plants vs Zombies 2 promette essere un gran bel seguito, ma PopCap dovrà fare bene i conti...

Plants versus money

Quando all'E3 di Los Angeles abbiamo avuto il nostro primo incontro con Plants vs Zombies 2, la versione provata aveva già tutti i livelli sbloccati, cosa che ovviamente non ci ha permesso di farci un'idea concreta riguardo al senso di progressione e ai requisiti necessari per proseguire nell'avventura. Una delle principali novità di questo nuovo capitolo è infatti l'ambientazione, con Crazy Dave che viaggiando nel tempo si ritrova prima nell'Antico Egitto, poi nel mondo dei pirati e infine nel Selvaggio West. A differenza del primo Plants vs Zombies, dove la progressione di gioco era assolutamente verticale e lineare, nel suo seguito i vari livelli sono disposti all'interno di una tradizionale mappa à la Super Mario World: il giocatore può seguire il sentiero principale, filando dritto per una decina di missioni fino al mondo successivo, oppure può sbloccare bivi e percorsi secondari, i quali il più delle volte propongono minigiochi e permettono di conquistare nuovi tipi di piante o utili bonus.

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Per accedere a questi sentieri alternativi è necessario spendere un determinato numero di chiavi, che a loro volta appaiono casualmente durante un livello. Più si gioca e più probabilità si hanno di raccoglierle, esattamente com'era per la Cioccolata nel primo episodio. Nel momento in cui scriviamo, la frequenza con cui appaiono queste chiavi ci è sembrata tarata alla perfezione: il gioco non è affatto avaro e permette di sbloccare sentieri secondari con una certa regolarità, ma allo stesso tempo bisogna faticare un po' e spendere diverse ore prima di poter esplorare l'intera mappa del mondo. Ovviamente ai meno volenterosi viene data la possibilità di prendere la via più rapida e di sbloccare un percorso alternativo semplicemente mettendo mano alla carta di credito. Resta comunque un'impresa assai improbabile riuscire ad arrivare alla fine del gioco senza dedicare un po' di tempo alle missioni alternative, visto che molte piante importanti (come i Girasoli Gemelli, già presenti nel primo Plants vs Zombies) e alcuni power-up estremamente utili (su tutti la possibilità di scegliere una pianta in più a inizio partita) sono accessibili solo in questo modo. Il discorso di fa più delicato quando, terminati tutti i livelli del sentiero principale, si arriva davanti al portale che conduce al mondo successivo. Per attraversarlo è obbligatorio aver raccolto un certo numero di stelle, ottenibili completando una serie di sfide secondarie, ed è proprio su questo valore che PopCap dovrà stare particolarmente attenta: nei primi giorni del soft-launch la quantità di stelle necessarie era talmente elevata da richiedere troppe ore e troppe partite prima di poter finalmente passare all'ambientazione seguente. Neanche qualche ora dopo, il numero di stelle richiesto è stato pesantemente ridimensionato con un aggiornamento via server, passando dai quaranta precedenti a una più abbordabile quindicina e rendendo così l'esperienza molto meno frustrante e ripetitiva.

Free to Brain

È chiaro che il team di sviluppo stia ancora sperimentando per cercare di capire quale dovrebbe essere il valore ideale, abbastanza alto da rappresentare una sfida e uno stimolo aggiuntivo, ma sufficientemente basso da evitare che chi gioca si senta ingabbiato. L'alternativa, sarebbe quasi inutile aggiungerlo, è quella di pagare per sbloccare subito l'ambientazione successiva. Si può ricorrere a denaro (reale) anche per acquistare monete (virtuali) da spendere per attivare le nuove abilità speciali e i power-up di ciascuna pianta, ma abbiamo tranquillamente portato a termine il gioco senza mai sentirne l'esigenza: da questo punto di vista PopCap ha fatto un gran lavoro di bilanciamento, e sarebbe un peccato se questo equilibrio venisse a mancare per incentivare i giocatori a pagare. Infine c'è il discorso delle cinque piante premium, unità esclusive che per ora vengono vendute a 2,69€ ciascuna. Nonostante tra queste ci siano alcune vecchie glorie, come il Tronco in Fiamme o lo Schiacciazombi, anche in questo caso è possibile tranquillamente farne a meno e limitarsi a utilizzare quelle disponibili gratuitamente; l'impressione che ci siamo fatti è che le piante a pagamento non siano dedicate a chi vuole semplificarsi la vita con unità più potenti, ma a chi invece vuole sperimentare strategie differenti. Più importante è però il numero delle piante sbloccabili, passato dalle 48 del primo Plants vs Zombies alle 32 del nuovo capitolo: in mancanza di livelli notturni o acquatici, molte delle vecchie piante hanno semplicemente perso di utilità, ma ci aspettiamo che verranno in parte reintrodotte con i successivi aggiornamenti del gioco. Dopotutto, nella schermata di selezione delle varie epoche è già possibile notare la silhouette di un'ambientazione a tema futuristico, e non vediamo l'ora di scoprire che tipo di piante e di zombi ci aspettano. Per il momento, la nostra prova con Plants vs Zombies 2 ha confermato le ottime impressioni dell'E3, ma allo stesso tempo ha fatto emergere ancora di più tutte quelle incognite che sono legate all'economia di gioco e che rappresenteranno l'ago della bilancia in fase di recensione.

CERTEZZE

  • I nuovi zombi sono fantastici
  • Livelli più ostici e frenetici

DUBBI

  • Il bilanciamento dell'economia di gioco sarà cruciale
  • Meno piante rispetto a prima