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Deep Down - Voci dal Sottobosco

Yoshinori Ono parla del nuovo, promettente e coraggioso action adventure di Capcom

RUBRICA di Christian Colli   —   26/09/2013
Deep Down
Deep Down
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Se avete visto una foto di Yoshinori Ono, allora avete visto anche il suo Blanka: il noto producer di Street Fighter IV e la miniatura del famoso lottatore verde sono inseparabili. Quasi come fosse un marchio di fabbrica, Onon pubblica regolarmente le sue foto inquadrando talvolta solo il suo piccolo Blanka, come a dire "sono stato stato qui", e automaticamente tutti sanno che Ono ci ha messo lo zampino. Stravagante esperto di picchiaduro a incontri, Yoshinori Ono ultimamente ha cambiato genere ed è tornato agli action adventure, che poi sono stati il suo "primo amore" in casa Capcom: Ono ha cominciato con Dino Crisis 2, tanto per dire. E sono passati tredici anni. Adesso tocca quindi a Deep Down, una promettente avventura giocata per la prima volta dal nostro Antonio Fucito sullo showfloor del Tokyo Game Show appena conclusosi: durante la fiera nipponica sono emerse poi delle informazioni piuttosto curiose, a cominciare dal fatto che il gioco sarà free to play e che l'online avrà un ruolo fondamentale...

Tutto scorre

Si chiama Pantha Rei ed è il nuovo motore grafico di Capcom, progettato per soppiantare l'ormai vetusto MT Framework nella nuova era di PlayStation 4. È stato mostrato per la prima volta lo scorso febbraio in occasione del reveal della nuova console Sony: in un contesto pressoché fotorealistico abbiamo visto un cavaliere inoltrarsi in una grotta e poi in una specie di salone difeso da un enorme drago sputafuoco.

Deep Down - Voci dal Sottobosco

Già allora si chiamava Deep Down, ma quel "working title" e la totale assenza di altre informazioni precise ce l'avevano fatto bollare inizialmente per un semplice teaser del Pantha Rei. Poi, invece, si è rivelato un gioco vero e proprio, al quale Ono e soci lavoravano da parecchio. "Svolgevamo delle ricerche ancor prima di cominciare lo sviluppo", ha rivelato Ono a Famitsu, "e fin dall'inizio ci siamo resi conto che avremmo potuto implementare quello che volevamo in maniera piuttosto veloce, compreso quel trailer che abbiamo mostrato a febbraio". Secondo Ono, persino produrre quel filmato e farlo girare a 60 fotogrammi al secondo in tempo reale è stato più veloce e facile di quanto pensasse. "In quel momento mi sono reso conto che sarebbe bastato soltanto un altro po' di tempo per fare molto di più. Con PlayStation 4 non c'è soltanto la soddisfazione di raggiungere un traguardo, ma la sensazione vera e propria di ogni possibilità". Ono, insomma, si è dimostrato a dir poco entusiasta della nuova console Sony, al punto che alcune sue affermazioni sembrano quasi propagandistiche. Secondo il producer Capcom, è solo grazie all'hardware Sony che alcune feature di Deep Down hanno preso vita. Prendiamo i dungeon generati casualmente, ad esempio: "uno dei punti di forza di Deep Down è il fatto che non si entra mai due volte nello stesso dungeon, e il merito è tutto della memoria e della velocità di calcolo di PlayStation 4". Una capacità che, a quanto pare, ha consentito il livello di fotorealismo che abbiamo potuto ammirare in foto e filmati. Quello di cui però non ci siamo potuti ancora rendere conto sono tutti i piccoli dettagli che rendono l'esperienza visiva di Deep Down tanto speciale. "Le armi e le armature dei giocatori si deteriorano, si arrugginiscono e si sporcano. È normale che succeda, pure il fondoschiena del mio piccolo Blanka si è scolorito! Tuttavia, grazie alla potenza di calcolo di PlayStation 4 non ci siamo limitati ad applicare agli oggetti le texture della ruggine e della sporcizia: quegli effetti sono veri e propri riflessi dell'interazione in tempo reale del giocatore con l'ambiente circostante". Fantascienza? Non proprio, perché al di là delle lodi sperticate nei confronti dell'hardware Sony, Ono ha espresso anche delle opinioni piuttosto ragionevoli riguardo alle continue diatribe sulla vera potenza di PlayStation 4. "Un sacco di gente parla di questa console: c'è chi dice che consenta di sviluppare rapidamente e chi invece sostiene che sia possibile solo perché ci sono dei limiti. Io credo che la ragione stia nel mezzo", ha ammesso il producer. "È assolutamente vero che si possa fare tantissimo in poco tempo, ma se si vuole spremere al massimo la console di tempo ce ne vuole molto di più. Dipende dalla volontà di chi ci lavora, insomma, e se non si pianifica bene cosa si vuole fare si finisce col continuare all'infinito".

Yoshinori Ono racconta la sua esperienza con PlayStation 4 durante lo sviluppo dell'adventure Deep Down

We have to go deeper!

Con tutto questo parlare di hardware, performance e potenzialità, ci siamo un po' allontanati dal fulcro del discorso, e cioè Deep Down, il gioco. Che cos'è Deep Down, allora? È un action adventure, e questo l'abbiamo appurato anche al Tokyo Game Show, e assomiglia parecchio a Dark Souls, condividendone a quanto pare la difficoltà, oltre al "realismo". Ci sono draghi e cavalieri in armatura, e quindi è ambientato nel passato, magari nel Medio Evo... o forse no.

Deep Down - Voci dal Sottobosco

"La storia inizia nella New York del 2094", rivela Yoshinori Ono, e poi fa una smorfia e aggiunge: "come al solito, appena dico New York del 2094, tutti restano sorpresi". Be', c'è un drago, un tizio in armatura, chissà come mai restano sorpresi! "Tutto ruota intorno ai Raven, delle persone con poteri speciali che, oltre a poter viaggiare nel tempo, riescono a sentire i ricordi degli oggetti e le voci del passato". Questo potere si chiama psicometria, per la cronaca, e anche se non è scientificamente dimostrato si tratta di uno di quei fenomeni psichici su cui si potrebbe imbastire una puntata di X-Files o Fringe (nel caso non sia già stato fatto). A quanto pare questi Raven (che in italiano significa "corvo") viaggeranno nel tempo e useranno le informazioni carpite dagli oggetti per scoprire cos'è successo nel passato. "Uno dei temi principali del gioco è quello delle emozioni, infatti i vari dungeon corrisponderanno alle varie emozioni degli esseri umani", spiega il producer di Capcom. "Se si captano i ricordi di una statua e si entra nel dungeon corrispondente, ci si ritroverà circondati da pensieri e rancori del passato". Ono definisce Deep Down un "memory reading RPG", insistendo sul fatto che gli obiettivi del gioco siano principalmente due: l'interpretazione delle emozioni e la scoperta di cosa è successo davvero nel passato.

Deep Down - Voci dal Sottobosco

A livello di gameplay, il tutto dovrebbe traslarsi nella modalità multigiocatore online che ne è il fulcro: "l'obiettivo dei Raven è scoprire la verità e per farlo è indispensabile esplorare i dungeon con gli altri giocatori e scambiarsi le varie informazioni ricavate durante le diverse sessioni di gioco". Si tratta di uno scopo decisamente ambizioso ma anche davvero intrigante: una storia che si dipana attraverso lo scambio di informazioni tra i giocatori? Interessante davvero, anche perché Capcom sta mettendo al servizio di Deep Down tutta l'esperienza nell'online gaming maturata attraverso anni di Monster Hunter. C'è anche un pizzico di Dragon's Dogma, anche se Ono smentisce nel modo più assoluto un legame tra i due franchise, ridendo della coincidenza per la quale entrambi abbiano un titolo formato da due parole che cominciano per D. Ma quindi Deep Down si giocherà soltanto online? Ono dice di no: "abbiamo pensato anche a quei giocatori ai quali non piace giocare online, quindi Deep Down si può giocare anche da soli, per poi magari provare un dungeon in compagnia quando ci si sente pronti". A detta di Ono, il beta testing di Deep Down dovrebbe cominciare poco dopo l'uscita di PlayStation 4: non resta quindi che attendere qualche mese per scoprire se l'ambizioso progetto del papà di Street Fighter IV si concretizzerà nella forma di uno degli adventure più originali di sempre.